Un breve estratto.
"Per raggiungere la palestra comunale bisogna arrivare al bar dello sport e poi prendere la salita sulla destra dove c’è il giornalaio e la macelleria, oppure il vicoletto più stretto a sinistra. Entrambi sbucano nella via che da una parte va verso il Duomo e la pineta, dall’altra scende e poi risale e seguendola a destra porta fuori, verso la Cassia. C’è già un bel po’ di movimento, vedo tanti motorini parcheggiati. La partita è già cominciata, i tonfi della palla si sentono da fuori, insieme alle urla, ai fischi e agli incitamenti degli spettatori. Gioca la squadra femminile e molti ci vanno per guardare le ragazze e commentare. Che bel culo, che belle cosce. Quando anche tu avrai un culo così…
Quella c’ha un culo che parla. Quell’altra c’ha un culo che fa provincia. Alcune si mettono la felpa legata in vita per non farsi guardare il culo. La felpa che poi ogni due per tre devono stringere per fare in modo che rimanga ben avvitata. Tutte energie sprecate, per questo le femmine quando giocano con i maschi perdono sempre. Cercare di essere sexy pure mentre si suda o si fanno le smorfie per la fatica richiede il doppio della concentrazione. E tanto poi alla fine è sempre il culo che ti guardano. O le tette.
Gioca anche Claudia e le sue amiche. Entrare nella palestra è impossibile, c’è troppa gente, ma si riesce a vedere qualcosa dalla vetrata esterna. Alla fine non è che mi importi molto.
Sono arrivati anche Bruno Borg, Billo, Fulvio e il resto della banda. Parcheggiano la vespa e i motorini e poi ci si siedono sopra, non scendono nemmeno. Si vede che anche a loro della partita non importa granché. Più che altro seguono lo sciame: si va dove c’è gente, dove c’è qualcosa da fare, dove c’è la fica.
Le ragazze vanno dove ci sono i ragazzi. I ragazzi dove c’è la fica.
Quando finisce tutti si spostano in massa, rimane giusto qualcuno ad aspettare che le ragazze si rivestano. Ci fermiamo anche noi, il retro della palestra è un posto tranquillo e possiamo fumarci una sigaretta senza essere viste.
Ci sediamo sugli scalini della porticina da cui si accede agli spogliatoi. Sentiamo le ragazze all’interno parlare mentre si cambiano, il rumore del phon, i commenti sulla partita. La squadra di Claudia ha perso. Dopo un po’ iniziano a uscire.
Si lasciano dietro una scia di profumo di shampoo e deodorante fresco che si disperde nell’afa della sera, tra il frinire delle cicale e la polvere del piazzale sterrato sollevata dai motorini che ripartono. I capelli ancora umidi che svolazzano nella notte, le gambe abbronzate e lucide di crema che brillano sotto al lampione, ci salutano, salgono sui motorini parcheggiati e dietro a quelli dei loro fidanzati o amici e se ne vanno.
Un po’ le invidio. Invidio questo loro muoversi a loro agio nel mondo. Essere sicure e leggere. Brave ragazze che fanno sport e tornano a casa presto, oppure fanno tardi, ma col fidanzato e allora va bene. Chissà se anche loro a volte si sentono sporche, se provano vergogna.
Sembra di no perché camminano sempre a testa alta. Come se sapessero sempre qual è la cosa giusta da fare, mentre io mi arrovello su tutto, indecisa se seguire i miei veri desideri, le mie pulsioni o quello che ci si aspetta da me. Mi arrovello persino su questioni immaginate nei sogni a occhi aperti, situazioni che non si realizzeranno mai. Il mio occhio sinistro è affetto dalla sindrome dell’occhio pigro, cioè lo uso meno dell’altro e quando fisso un punto preciso sembra che abbia un leggero strabismo, come se un occhio non seguisse quello che fa l’altro. Questo rende bene l’idea di scissione che a volte c’è nella mia testa. Una parte vuole fare delle cose, l’altra la blocca o fa l’avvocato del diavolo. Invece le altre ragazze mi sembrano tutte ben centrate, senza pensieri in lotta tra di loro. “Bisogna andare sempre a testa alta” dice mia madre, che per lei significa non far trasparire nulla delle cose che non vanno bene. Io invece cammino un po’ ingobbita perché mi pesano le tette, dice mia cugina; perché vuoi nasconderle e così stringi le spalle, dice la prof di educazione fisica."
Il libro è ordinabile presso il sito della casa editrice stessa, oppure sugli store online, es. Mondadori, e nelle librerie fisiche.
Sto lavorando per organizzare delle presentazioni sia a Roma, che a Viterbo.
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