sabato 22 luglio 2023

Non è un paese per donne

 Ieri a Viterbo una donna di 30 anni è stata ricoverata in stato di shock, con ferite e abiti strappati, all'ospedale di Belcolle. Arrivata due giorni prima con il treno per andare a trovare un'amica, appena scesa è stata avvicinata da due uomini in una macchina, costretta a salire a forza, rapita e portata in un appartamento, dove è stata stuprata e picchiata per 48 ore.

Praticamente il peggior incubo che una donna possa immaginare. 

Lo scorso settembre un'altra donna è stata stuprata nei bagni della stazione di Orte. Era andata in bagno, quando ha aperto la porta per uscire si è trovata di fronte un uomo con i pantaloni slacciati e i genitali all'aria che l'ha rispinta all'interno. 

Un altro degli incubi di noi donne. Vi risparmio il racconto di quando, diversi anni fa, ho rischiato la stessa cosa in un locale, per fortuna il mio compagno si accorse di questo ragazzo che mi aveva seguita fino in bagno ed è stato scongiurato il peggio. Ma potrei raccontare tanti altri aneddoti: di molestie, catcalling, violenze scampate ecc. 

Ecco, prima di usare un termine orrendo come "nazifemminismo", conseguente a una falsa idea secondo cui noi donne avremmo già tutti i diritti e vorremmo prevaricare gli uomini, pensate a questo: al fatto che nessuna di noi si sente al sicuro quando viaggia, quando esce la sera, quando si trova su una strada isolata e vede arrivare una macchina, un uomo o più uomini, quando va in un bagno pubblico, entra in un garage o sottopassaggio di notte, attraversa un parco, va a correre su una strada fuori mano ecc. Il più delle volte non succede nulla, ma l'ansia, la paura, lo stress, quelli non mancano mai. E perché a volte è anche questione di fortuna. 

Non siamo nemmeno libere di ubriacarci perché significa comunque abbassare la guardia, e poi magari ti ritrovi nel letto di uno la mattina e giudici e vox popoli ti dicono pure che te la sei andata a cercare perché non sia mai che vedano il fatto che una sia ubriaca come impossibilità a dare il suo consenso e quindi un aggravante che qualcuno si sia approfittato di lei...

Per molti, troppi uomini, come testimoniano fatti recenti, siamo solo pezzi di carne su cui fare commenti di natura sessuale o, peggio, da usare. 

Vero, non tutti gli uomini sono stupratori, molestatori seriali o maschilisti, ma tutte noi abbiamo paura degli uomini. 

Giorni fa ho commentato sotto a un post che parlava dei cronisti Rai licenziati per aver espresso commenti maschilisti su delle nuotatrici, dicendo che hanno fatto bene a licenziarli perché sebbene il provvedimento non risolverà i tanti problemi di una società e cultura patriarcali, è pur sempre un segnale. Gli uomini devono capire che non possono più parlare delle donne in un certo modo. Non lo possono più fare. 

Sotto al mio commento è arrivato un tipo che ha espresso una rabbia e una violenza da far paura perché chi è maschilista e misogino ha paura di perdere il proprio privilegio e potere sessuale. Sì, sessuale, cioè di sesso, del sesso maschile su quello femminile. 

Ovviamente l'autore del post si è guardato bene dal rimuovere quel commento perché molti altri uomini, anche se non sono maschilisti, rimangono comunque solidali al sesso di appartenenza, acquiescenti, zitti. 

Oppure, nella migliore delle ipotesi, vengono a dirci cosa noi femministe dovremmo o non dovremmo fare, e persino per cosa dovremmo indignarci e per cosa dovremmo gioire perché "ci vorrebbe ben altro!", secondo loro, ché tanto le molestie, gli stupri e i femminicidi mica avvengono sulla loro pelle!

Ecco, noi non vogliamo uomini femministi, il femminismo è di noi donne per noi donne, noi vogliamo uomini che isolino e prendano le distanze e sanzionino e condannino la violenza maschile, e gli uomini che la mettono in pratica, nelle sue tante forme, da quella espressa tramite il linguaggio, a quella reale che avviene sui nostri corpi.


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