Una riflessione critica sui cani impiegati in varie mansioni al servizio della nostra specie, partendo dalla storia di Proteus, il cane divenuto suo malgrado “eroe”.
Proteus era un cane “impiegato” per cercare e sottrarre i feriti dalle macerie del recente terremoto avvenuto in Turchia. Ne scrivo al passato perché purtroppo durante una di queste operazioni il suo cuore ha cessato di battere, sembra per l’eccessiva fatica cui era stato sottoposto; infatti, così riportano i media, aveva “lavorato” instancabilmente per due giorni. I media locali e internazionali lo hanno trasformato in un “eroe”, suo malgrado, e gli hanno dedicato anche una statua. Proteus, che in effetti porta il nome di un dio della mitologia greca, veniva dal Messico ed era stato inviato in Turchia insieme ad altri cani allevati ed addestrati a svolgere il “lavoro” di soccorritori di feriti.
Ho messo alcuni termini tra virgolette perché sono termini che mal si addicono ai cani e agli animali in generale. Curioso come nella nostra società specista stiamo sempre a specificare di prestare attenzione a quello che diciamo sugli animali perché è sbagliato antropomorfizzarli – cosicché non si può nemmeno dire che abbiano sentimenti, ricordi, propositi, volontà e intenzioni in quanto agirebbero solo per una sorta di automatismo – eppure non ci facciamo scrupoli ad attribuirgli concetti e termini quando ci fa comodo usarli per i nostri fini.
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