Immagine di Andrea Festa
Un mio articolo su R-evolver sulla questione dibattuta dello Schwa.
Una lingua è inclusiva quando è in grado di rinnovare il vocabolario cambiando i significati di termini ritenuti offensivi sulla base di pregiudizi e credenze culturali
Si parla molto di lingua inclusiva e della necessità di trovare un nuovo genere grammaticale che superi il femminile e maschile per includere anche le persone non binarie, cioè quelle persone che non si riconoscono nel genere maschile e nemmeno in quello femminile (e questo a prescindere dal sesso di nascita. Sesso e identità di genere sono due concetti diversi).
Parte del movimento attento ai diritti lgbtq+ ha proposto così l’adozione del cosiddetto schwa, una lettera che si scrive come una e rovesciata – ə – e si pronuncia come una vocale intermedia il cui suono si pone esattamente a metà tra le vocali esistenti.
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