Un mio articolo pubblicato su Progetto Vivere Vegan.
Pasqua si avvicina e al pari di altre feste che prevedono pranzi in famiglia, o di qualsiasi altro momento di socialità a tavola, può diventare un motivo di stress per le persone vegane.
Intanto, una premessa: qualsiasi forma di disagio o dolore che proviamo noi che ci occupiamo dei diritti degli animali è nulla rispetto alle condizioni di estrema sofferenza che vivono gli animali stessi, tuttavia esiste anche la sindrome da stress post traumatico secondario che è la patologia di cui soffrono le persone che si occupano o che sono in qualche modo vicine alle vittime principali di una violenza; di questo non soltanto va tenuto conto, ma sarebbe anche utile parlare per evitare di andare in burn out, cioè ammalarci di esaurimento nervoso, depressione, ansia e patologie simili a carico della nostro sistema psichico.
Noi vegani, soprattutto se facciamo anche attivismo, siamo sottoposti infatti a una condizione di stress continuo poiché vediamo e riconosciamo tutte quelle forme di sfruttamento e violenza sugli animali che solitamente restano invisibili ai più in quanto normalizzate e naturalizzate.
È come se vedessimo una realtà nascosta dietro quella ordinaria.
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