venerdì 25 marzo 2022

Invito a cena con delitto

Un mio articolo pubblicato su Progetto Vivere Vegan.

Pasqua si avvicina e al pari di altre feste che prevedono pranzi in famiglia, o di qualsiasi altro momento di socialità a tavola, può diventare un motivo di stress per le persone vegane.

Intanto, una premessa: qualsiasi forma di disagio o dolore che proviamo noi che ci occupiamo dei diritti degli animali è nulla rispetto alle condizioni di estrema sofferenza che vivono gli animali stessi, tuttavia esiste anche la sindrome da stress post traumatico secondario che è la patologia di cui soffrono le persone che si occupano o che sono in qualche modo vicine alle vittime principali di una violenza; di questo non soltanto va tenuto conto, ma sarebbe anche utile parlare per evitare di andare in burn out, cioè ammalarci di esaurimento nervoso, depressione, ansia e patologie simili a carico della nostro sistema psichico.

Noi vegani, soprattutto se facciamo anche attivismo, siamo sottoposti infatti a una condizione di stress continuo poiché vediamo e riconosciamo tutte quelle forme di sfruttamento e violenza sugli animali che solitamente restano invisibili ai più in quanto normalizzate e naturalizzate.

È come se vedessimo una realtà nascosta dietro quella ordinaria.

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lunedì 21 marzo 2022

Noi, animali umani che uccidiamo per analogia: riflessioni sulla pena di morte

 


Immagine: "This is Not America" di Andrea Festa

Un mio articolo per R-evolver sul ripristino della fucilazione in Carolina del Sud per i condannati alla pena di morte con analogie sull'uccisione sistematica degli animali non umani. 

"È ufficiale la notizia del ripristino della fucilazione per la pena di morte nello Stato della Carolina del Sud.
La pratica era già stata reintrodotta lo scorso maggio a causa delle difficoltà a reperire il mix di farmaci necessari per l’iniezione letale, dato che molte case farmaceutiche ne hanno vietato l’esportazione negli Stati Uniti per motivi umanitari.
Tra i promotori e principali sostenitori della fucilazione, il senatore democratico Dick Harpootlian, ex pubblico ministero e ora avvocato penalista, il quale dichiara che l’uccisione per fucilazione è “il metodo meno doloroso e più umano che esista”.
Questi i fatti, agghiaccianti a dir poco; agghiacciante come può esserlo qualsiasi discussione intorno alle modalità di uccisione di un individuo senziente anziché sulla legittimità o meno della pratica in sé.
Le espressioni “uccisione indolore” o “uccisione umana” ci ricordano inoltre assai da vicino quelle di “macellazione umanitaria” o “allevamento etico” in riferimento agli altri animali; anche in questo caso la domanda che dovremmo porci non è quale metodo sia da considerarsi migliore, ma se sia lecito o meno imprigionare, sfruttare e uccidere individui senzienti nati, a quanto pare, con la colpa di appartenere a specie diverse dalla nostra."

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giovedì 10 marzo 2022

IL ROVƏSCIO DELLA MEDAGLIA: PERCHÉ LO SCHWA È INSUFFICIENTE A COMBATTERE LE DISCRIMINAZIONI E OPPRESSIONI

 

Immagine di Andrea Festa

Un mio articolo su R-evolver sulla questione dibattuta dello Schwa.

Una lingua è inclusiva quando è in grado di rinnovare il vocabolario cambiando i significati di termini ritenuti offensivi sulla base di pregiudizi e credenze culturali

Si parla molto di lingua inclusiva e della necessità di trovare un nuovo genere grammaticale che superi il femminile e maschile per includere anche le persone non binarie, cioè quelle persone che non si riconoscono nel genere maschile e nemmeno in quello femminile (e questo a prescindere dal sesso di nascita. Sesso e identità di genere sono due concetti diversi).

Parte del movimento attento ai diritti lgbtq+ ha proposto così l’adozione del cosiddetto schwa, una lettera che si scrive come una e rovesciata – ə – e si pronuncia come una vocale intermedia il cui suono si pone esattamente a metà tra le vocali esistenti.

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venerdì 4 marzo 2022

Le donne in guerra. Loro malgrado

 


Immagine di Andrea Festa.

Un altro mio articolo per R-evolver. 

"Torno a parlare di guerra e lo faccio ancora una volta da una prospettiva insolita. Non quella di chi combatte sui fronti opposti, dei soldati dell’esercito, dell’aviazione, della marina militare o dei capi di Stato, ma delle tante donne coinvolte loro malgrado.

In questi giorni abbiamo visto e letto di storie strazianti, donne in fuga con i loro bambini, madri che temono per i loro figli chiamati a combattere, storie simili a quelle di altre donne costrette a lasciare il loro paese altrimenti verrebbero uccise da governi dittatoriali o perché diventerebbero “bottino di guerra” degli occupanti; storie di donne imbarcate sui gommoni e morte durante il viaggio, o sopravvissute a stupri; storie di donne vittime di tratta, fatte arrivare nel nostro paese dopo aver pagato tutto quello che possedevano e poi gettate in strada dietro il ricatto e le minacce di morte alla loro famiglia, a loro stesse.

In tutto queste storie è facile trovare un comune denominatore: dagli stupri etnici, alla loro riduzione in semplice “bottino di guerra” degli eserciti nemici, al commercio sessuale, i corpi delle donne sono sempre stati alla mercè del potere maschile.

Ancora oggi.

Negli ultimi giorni è emerso il seguente risultato in rete: le donne ucraine sono la ricerca di tendenza su PornHub."

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