Articolo pubblicato su Progetto Vivere Vegan.
Nella quarta e ultima parte di questo lungo articolo sulle ragioni del veganismo proviamo ad analizzare il mito della carne e l’ideologia carnista alla luce dei significati ad essi associati culturalmente.
Si tende a credere che la nostra specie abbia sempre mangiato animali perché ne avrebbe necessità al pari delle specie carnivore. Questo è falso. Noi non siamo animali carnivori, ma onnivori, questo significa che possiamo avere una dieta varia e che non ci è affatto necessario mangiare altri animali per stare in salute. Da dove deriva allora questa convinzione che sia necessario mangiare animali e i loro derivati?
Sappiamo che sin dall’antichità ci sono state persone, più o meno famose, vegetariane e strettamente vegetariane (vegane, anche se il termine all’epoca non era ancora stato coniato) e senza che vi fossero in commercio tutti i prodotti sostitutivi che è facile trovare oggi. La gente comune mangiava soprattutto legumi, vegetali, cereali. La carne era considerata un “bene” di lusso.
Jeremy Rifkin, nel suo saggio Ecocidio, racconta come la “cultura della bistecca” si sia imposta in occidente attraverso i secoli, “dagli albori della civiltà umana, passando attraverso il mito dei cowboy, gli infernali mattatoi di Chicago e le stalle superautomatizzate, fino ai giorni nostri” per poi diffondersi su tutto il globo.
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