"Mi ricordo benissimo della prima volta in macchina, avevo quattro anni e lì non era mai successo fino ad allora, quindi pensavo che fosse un luogo protetto. Che delusione quando mi arriva il primo pugno".
Morwenn Moguerou, in arte Ema Stokholma, ci racconta la storia della sua infanzia e prima adolescenza accanto a un mostro che la picchia, la insulta, la accusa di cose folli e la tormenta psicologicamente. Quel mostro è sua madre. Morwenn, nonostante il mostro, rimane però una ragazzina piena di vita e desideri, ama stare con i suoi amici, la musica e la moda; dopo diversi tentativi andati a vuoto finalmente a 15 anni riesce a fuggire di casa e dalla Francia arriva a Roma, dove inizia una nuova vita, non senza ostacoli e difficoltà varie. Oggi è una Dj famosa in tutto il mondo, lavora in radio e ha scritto questa storia non per vittimismo, ma per squarciare il velo dell'omertà che troppo spesso viene avvolto intorno a storie come queste, di bambini abusati per cui nessuno fa niente, di cui nessuno sembra accorgersi fino a quando è troppo tardi. Questa è una storia triste, ma anche meravigliosa perché Morwenn poi diventa Ema, prende in mano la sua vita e la trasforma facendola diventare qualcosa di bello e sensato, un work in progress che continua ancora oggi perché alla fine il lavoro su noi stessi è un lavoro che non finisce mai e sta esattamente a noi farne qualcosa per cui valga la pena alzarsi la mattina.
Scritto molto bene, diretto, minimalista, ma intenso. E andate a sbirciare il suo profilo Instagram perché Ema è anche un'artista bravissima, fotografa ritratti e autoritratti, soprattutto autoritratti, ma anche spazi urbani e poi li dipinge, accostandoli gli uni agli altri.
Nessun commento:
Posta un commento