L'altra sera mentre mi facevo la doccia ho notato un ragnetto sul fondo che stava quasi affogando. Ovviamente ho chiuso subito l'acqua e ho preso un pezzetto di cartone di una scatolina che avevo a portata di mano per aiutarlo a mettersi in salvo. Appena ho avvicinato questo pezzetto di carta ha subito capito che era una specie di àncora di salvataggio e ci si è immediatamente aggrappato. Quindi l'ho preso e portato fuori.
Ho provato una tenerezza incredibile nel vedere il modo in cui si è aggrappato a questo salvagente di fortuna improvvisato per lui.
Se non lo avessi visto in tempo nel giro di pochi secondi sarebbe stato trascinato via dall'acqua e risucchiato nel foro di scarico. Una fine decisamente orribile.
Era solo un ragnetto, penserà la maggior parte della gente, eppure la sua disperazione e il modo in cui si è aggrappato strenuamente a quel pezzetto di carta ci dice una cosa importante persino nella sua ovvietà: che tutti gli animali vogliono vivere e che noi che siamo così grandi e impattanti, a volte, diciamo spesso, possiamo davvero fare la differenza.
Scegliere di salvare anziché di uccidere.
Per questo provo tanto sconforto quanto mi sento rispondere che allora anche le piante sono vive e soffrono ecc. perché si tratta di un ragionamento di etica al ribasso che semplicemente spazza via tante scelte possibili solo perché esiste l'imponderabile o la necessità.
Sapete come si forma la coscienza, cioè quella che i credenti chiamano anima? Anche in base alle scelte che facciamo ogni giorno perché sono queste che poi creano dei precisi percorsi neuronali. Il cervello è plastico e le nostre abitudini non sono dei processi deterministici immodificabili. Allenarci in un senso o nell'altro modifica il nostro sentire, le nostre percezioni, il modo in cui facciamo esperienza del mondo.
Allenarsi a vedere e considerare gli altri animali, anziché ignorarli, calpestarli, spazzarli via, annientarli, rinchiuderli, consumarli, sfruttarli, sterminarli, ci allena a essere persone più sensibili, più empatiche e ci arricchisce anche mentalmente perché ci fa percepire la meraviglia dell'universo in tante sue manifestazioni.
Osservare un altro animale e vederci solo cibo o un fastidio da eliminare ci rende invece persone povere, limitate mentalmente, ottuse.
Il problema, a livello globale, storico, direi evolutivo, è che la nostra specie è stata allenata a dominare e a considerarsi il centro assoluto dell'universo prima, del pianeta terra poi. Quindi facciamo una fatica enorme a considerare l'altro, il diverso, specialmente se piccolo e non in grado di comunicare come noi. Siamo logocentrici, cioè attribuiamo al linguaggio verbale un valore morale, e, direi, antropocentrici, ossia attribuiamo valore a tutto ciò che sappiamo fare noi, disprezzando chi esiste e fa esperienza del mondo in modo diverso poiché si è evoluto e formato in modo diverso.
Ma questa attitudine si può modificare. Certo ci vorranno secoli, però è importante provarci.
Ecco, come vedete, pensare a un ragnetto, vedere un ragnetto, scorgerlo, cioè notarlo, considerarlo, considerare quindi il suo desiderio di vivere non è solo il gesto di una persona che "ama gli animali", ma un atto fondativo di un pensiero nuovo, non più antropocentrico, ma antispecista.
Essere antispecisti significa uscire dai propri limiti, sforzarsi di farlo, non immaginare come pensa un ragno, ché credo sia impossibile, ma meravigliarsi di quel ragno, sospendere persino la propria sete di conoscenza (che in una certa misura è essa stessa dominio e possesso) per arrivare ad accettare che esista e basta. Un ragno esiste. Non per noi, né per nessun altro. E sebbene nell'ordine più ampio dell'ecosistema possa avere una sua utilità (che so, mangiare altri insetti), non è per questo che dovremmo considerarlo, ma per la sua unicità. Per la meraviglia del suo stesso esistere. Epifanico, irriducibile a qualsiasi altro elemento. Egli è, semplicemente, così come siamo noi.
Antispecismo è accettazione nel senso di accoglienza incondizionata delle altre specie.
9 commenti:
Sai, a volte ci si dimentica che siamo animali anche noi (anzi, ho l'impressione che alcuni proprio non lo sappiano) e per di più della specie più distruttiva e violenta che possa esistere. Nessun altro animale ne uccide così tanti altri come noi. Migliaia al secondo solo nei mattatoi. Per non parlare delle stragi sistematiche negli oceani, nei boschi, perfino dentro il comfort delle proprie abitazioni e dei propri giardini.
Quindi non venirmi a parlare di creato e di Dio perché è ridicolo.
Ammesso che Dio esista (fatto mai dimostrato, né dimostrabile) e ammesso che noi umani siamo fatti a sua immagine e somiglianza, visto quello che facciamo e che abbiamo fatto nei secoli anche in nome delle cosiddette sacre scritture, davvero potremmo dedurne che si tratterebbe di un Dio feroce e malvagio. Ma è ovvio che Dio è solo una costruzione della nostra cultura nata dal bisogno di rispondere ad alcune domande. Quindi, chi sente il bisogno di appellarsi a un Dio per giustificare lo sfruttamento degli animali comunque ha sicuramente meno dignità degli animali che usa.
Ho letto con profonda attenzione questo post, e mi è capitato proprio ieri di vedere un ragno nella mia vasca da bagno , mi è venuto naturale prendere un pezzo di carta e farlo risalire per poi liberarlo fuori in natura.
Ho continuato la lettura dei commenti ed ho trovato altrettanto interessante la riflessione di Filippo e non ho letto minimamente una posizione estrema che meritasse quelle tue risposte.anche perchè contraddici fortemente il senso di ciò che tu stessa scrivi.
"...facciamo una fatica enorme a considerare l'altro, il diverso, specialmente se piccolo e non in grado di comunicare come noi. Siamo logocentrici, cioè attribuiamo al linguaggio verbale un valore morale, e, direi, antropocentrici, ossia attribuiamo valore a tutto ciò che sappiamo fare noi, disprezzando chi esiste e fa esperienza del mondo in modo diverso poiché si è evoluto e formato in modo diverso.
In questo caso il diverso per te è Filippo per una forma tua di pregiudizio sui credenti facendo di tutta un erba un fascio..e questo non ha nulla a che fare con gli animali soprattutto quando qualcuno ti risponde che " l'uomo se ne deve prendere cura"!
L.
Ci mancava il difensore di Filippo...
Poi anonimo.
Non penso che a Filippo occorra un difensore onestamente, perchè ti ha dato una risposta chiara e limpida, il pregiudizio è nato da te, e mi sarebbe interessata una risposta che analizzasse la mia perplessità non che sfociasse in altre forme di pregiudizi verso gli anonimi..
Il mio leggere in rete è spesso seguito da commenti che faccio fluire in modo istintivo.
Già... quell'istinto a cui ti riferisci in uno dei tuoi post..e magari ti faccio un altro copia e incolla di contraddizioni.
Rita , non sono qui per litigare con te e comunque se non ti basta un iniziale ti scrivo il mio nome per intero:Linda.
Un incontro non iniziato nel migliore dei modi, ma si può sempre migliorare ..ci spero dai .
Grazie a te
Ciao Linda, il fatto è che io conosco Filippo (virtualmente parlando) perché non è la prima volta che commenta.
Non è antispecista, altrimenti non avrebbe scritto una frase come questa "penso che l'uomo abbia una dignità superiore a quella delle altre creature (Dio si è fatto uomo, non mucca o scimmia), perciò penso che all'uomo sia stato affidato il creato perché se ne prenda cura."
Ora, non è che qui commentano solo antispecisti, tante volte ho discusso a lungo con persone speciste e carniste, ma per avere una discussione deve pur esserci una base da cui partire e penso che non ci possa essere con chi crede in Dio perché i suoi assunti partono da un atto di fede irrazionale. A me interessa parlare degli altri animali, non di Dio. Se però mi apri con "Dio si è fatto uomo e non mucca o scimmia", non solo mi stai negando l'evoluzione, ma mi stai ponendo un muro. Muro che non intendo scavalcare per raggiungere chi, cosa? Filippo? Non credo se la sia presa, dato che il suo intento era evidentemente quello di provocare. In gergo dicesi "trollare".
Infatti: andare a commentare in un blog dichiaratamente antispecista, laico, ateo, con commenti su Dio e la dignità dell'uomo è "trollare", che lo si faccia intenzionalmente o meno. Ecco perché ho risposto male. Non per pregiudizio, ma perché argomentare con chi ha il chiaro intento di provocare, è una perdita di energie.
E comunque non si tratta di avere pregiudizi, ma di partire da basi reali. L'esistenza di Dio non è dimostrabile, mentre è dimostrabile la senzienza, dignità, intelligenza degli altri animali.
Sul discorso "anonimi", certo che ho pregiudizi perché tante volte qui sono venuti a commentare provocatori e haters sotto falso nome, anche insultandomi o facendomi perdere tempo. Succede, è la rete, però non si tratta di pregiudizi, ma di tutela. Io ho scelto di rispondere argomentando solo a commenti che abbiano un certo rilievo e su cui ci sia una base minima di confronto. Non penso che si possa discutere con tutti. Non con i troll, non con chi è veramente tanto tanto lontano dagli argomenti trattati.
Metti, che so, una discussione sul cinema: ecco, non perderei tempo con chi venisse a scrivere che Kubrick era un cialtrone perché o sta provocando, o veramente non possiede le basi minime per parlare di cinema e io non sono una crocerossina che deve stare ad ascoltare tutto e tutti.
Questo è un blog in cui si affrontano temi di un certo tipo, non è il bar sotto casa dove chiunque arriva e dice la sua. Per me la frase di Filippo sul Dio che si è fatto uomo e non scimmia ecc. (che poi siamo scimmie anche noi, cioè apparteniamo alla famiglia dei primati) è una frase che mi fa capire tante cose. Cioè, se è convinto di questo, non basterebbero cento mie risposte per fargli cambiare idea e il concetto di protezione del "creato" è quanto di più lontano possa esserci dall'antispecismo. Ecco perché ho risposto scocciata.
Intanto ti ringrazio per aver speso un po di tempo verso qualcuno che non conoscevi nemmeno (anonima) virtualmente e che crede in Dio.
Vedi Rita spesso commettiamo tutti degli errori di valutazione in svalutazione , tentiamo a generalizzare i comportamenti in base a quelle che sono state spesso le nostre esperienze di vita,incluse quelle di rete,- facciamo fatica a considerare l'altro , il diverso , il piccolo, il fragile , basandoci su una comunicazione a dir poco imperfetta , non solo verso chi ha un linguaggio verbale come il nostro quanto piuttosto ideologicamente diverso sotto un profilo etico, sociale, politico, culturale, una difficoltà o superficialità anche verso chi non si esprime proprio con la parola, ma con una forma di sensibilità diversa , abbaiando, miagolando, belando...
Riuscire a vivere in modo armonioso animali umani e animali non umani potrebbe diventare un vero miracolo sai , ma non basta solo crederci ma attivarsi in modo concreto per riuscirci ...Ci vuole innanzitutto una grande volontà e forza interiore senza però scendere o cedere a forme di "pregiudizi" che sono un pò la discriminante dello "specismo" vero?
Intanto perdonami , ma non sono qui in veste di insegnante da impartire lezioni, anzi mi sento sempre un allieva volenterosa di apprendere lezioni, e credo che tutto l'intero tuo post e i rispettivi commenti, per me siano a tutti gli effetti nozioni fondamentali per un " evoluzione" perchè no soorattutto spiritualmente propensa ad ascoltare tutti.Se tu prescindi chi crede in Dio in quanto ha una fede irrazionale e quindi un incapacità a relazionarsi su un tema a te caro mettendo te per prima un "muro" cosa avvenuta nel post prima ancora di scaturirne commenti, permettimi che chi legge la percepisce bene questa contraddizione?Come anche sull'anonimato dove prima togli e poi confermi testualmente il pregiudizio?
Ho letto questo in rete , dimmi se ha per te un collegamento con questi nostri scambi per favore?
— Adriano Fragano, sostenitore dell’antispecismo politico, scrive che “L’attivista antispecista è moralmente tenuto a impegnarsi nel quotidiano contro ogni tipo di ingiustizia e di prevaricazione nei confronti dei più deboli o svantaggiati, siano essi Umani o Animali. Le attenzioni verso gli Umani, verso l’ambiente e la Terra sono da considerarsi parte integrante della lotta per la liberazione degli Animali, e viceversa”
Un ultima cosa Rita ,tra te e Filippo avevo trovato un'altro bel commento, e mi ha fatto percepire uno scambio possibile...che poi trollare è proprio brutto dai , è solo un etichetta per non disturbarsi ad approfondire gli altri credo , velocizzando un invito alla porta anche non meritato.
Mille grazie a te , ciao...
L.
Hai ragione, ma questi sono i limiti dei social.
E questo è un blog di antispecismo, non un sito per fare amicizia o approfondire conoscenze con Filippo o chicchessia.
Se ti interessa discutere di antispecismo (o dei temi che tratto qui) sei la benvenuta o il benvenuto. Se cerchi altro, non sono interessata.
Non capisco le domande che poni, collegamenti, scambi precedenti, possibili: a me non interessa avere scambi in profondità con qualcuno che non conosco nella vita vera.
Comprendo sai questo tuo commento...è meglio andare dritti al punto , perchè tra vita vera e vita virtuale si fa spesso una "distinzione" (per provocazione anche io l'ho fatta in passato ), e qui dentro spesso qualsiasi comportamento soprattutto scorretto e irrispettoso non ha identità, perlomeno non la stessa identità "mascherata" che portiamo al lavoro , in ufficio, tra amici e conoscenti.Sarebbe terribile prendere atto che la rete non è altro che il nostro riflesso , in bene o in male , anzi su quest'ultimo spesso molti credono che chiudendo il pc venga rinchiuso anch'esso , una consapevolezza di comodo direi ...ma la vita vera è anche quella scritta qui, nero su bianco, e possiamo essere anonimi senza distintivo o omonimi con lo stesso distintivo .In sostanza cosa cambia?Nulla credo , la nostra essenza è anche quella che pensiamo di nascondere, è anche l'insulto, l'aggressione ...il punto è : lo si ammette a se stessi?Ognuno credo
che in fin dei conti, conosca molto bene la sua risposta in cuor suo!
Quindi Rita io comprendo ciò che scrivi, ma ti faccio una semplice domanda :con tutta questa diffidenza anche solo verso e attraverso un semplice commento tra noi esseri umani, come possiamo dare voce a queste straordinarie creature che qui sono ancora piú virtuali di noi comuni esseri mortali?
Manca ancora una consapevolezza che possa far mutare la " sensibilità comune"
per dare seguito anche a quei cambiamenti
di livello legislativo, che facciano prendere atto che gli animali in questa vita sono anch'essi soggetti e non oggetti.Sono contrariata verso tutti quegli esperimenti scentifici che sacrificano gli animali, vivisezione in primis, detesto le corride, i circo, i "padroni" dei cagnolini con il cappottino, le sfilate di pellicce, detesto la mia ritardarta consapevolezza di non essermi opposta su alcune tradizioni culturali e ambientali che prevedono per sola "abitudine" il consumo di carne !
Se solo fossimo un po tutti piú sensibili anche tra di noi, aumenterebbero le sane condivisioni e il rispetto verso gli animali che non sono il nostro cibo o oggetti da possedere .E tutto questo ê diventato il nostro bene di uso e consumo e ci nascondiamo dietro una politica sbagliata "alimentandoci"soprattutto nella stessa....
Però , permettimi ...perchè quello che spesso noto è che per difendere una giusta causa ne sfasciamo altre, e nel momento in cui nasce un nuovo movimento si fa terra bruciata attorno a noi senza andare mai da nessuna parte, anche a livello di evoluzione non possiamo generalizzare sempre su tutto , atei e credenti, sinistra e destra, femminismo e maschilismo...se fabbricassimo meno etichette penso produrremmo in qualitá di vita nel rispetto di tutto il creato .
A proposito di creato, ti lascio una storiella di San Franceso , lui amava gli animali e cercava di trasmettere la stessa empatia alla gente, forse è stato uno tra i tanti "antispecisti" non ancora compreso per chissà quale ideologia prevenuta:))
–Si narra infatti che Francesco si trovò una volta a passare nei pressi dell'abbazia di S. Verecondo, presso Gubbio, quand'era ormai notte. Cavalcava un asinello ed era in compagnia di un altro frate.
Appena lo videro, i contadini lo chiamarono invitandolo a restare con loro, per non incappare nei lupi. Ma egli replicò: “Non ho mai fatto nulla di male al fratello lupo, perchè ardisca divorare il nostro fratello asino. State bene, figli, e temete Dio!”. Proseguì dunque nel suo viaggio, senza incontrare difficoltà, come riferì uno dei contadini che era stato presente al fatto.
Grazie di cuore e buona domenica...
L.
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