Prodotto da Netflix e diretto da Alexandre Aja.
Una donna si sveglia intrappolata all'interno di una capsula criogenica senza sapere come ci sia finita, né chi sia. Una voce, quella dell'Intelligenza Artificiale, che si presenta come Milo, la avvisa di un guasto e del fatto che l'ossigeno stia finendo. Le rimane meno di un'ora di tempo prima che si esaurisca del tutto e che muoia. Senza memoria, se non qualche sprazzo che le arriva qua e là, riesce, tramite Milo, a farsi aprire una comunicazione con l'esterno e piano piano rimetterà insieme i pezzi che le sveleranno il motivo della sua presenza all'interno della capsula e il suo passato.
Un po' claustrofobico all'inizio, ma poi è talmente pieno di colpi di scena che la sensazione passa in secondo piano.
Ci sono tanti elementi attuali che non vi svelo perché altrimenti vi farei dei super spoiler, ma di uno posso parlarvi perché tanto è visibile sin dalle primissime scene, ossia quello della sperimentazione sugli animali.
Non vi fate illusioni, il film è specista, cioè non ne parla in modo critico, eppure in qualche momento qualche spunto viene fuori. Per esempio non è un caso che la protagonista a volte abbia delle allucinazioni in cui vede migliaia di ratti dentro la capsula insieme a lei, come se le immagini fossero un incubo ricorrente dovuto alla presa di coscienza. Poi a un certo punto c'è una rivelazione che ovviamente fa pensare e mettere in relazione la sua situazione con quella degli animali che hanno subito la stessa cosa, anche se il punto è sempre lo specismo, cioè il considerare orrorifiche alcune cose fatte su di noi, ma perfettamente lecite se fatte sugli altri animali.
Chi ha una sensibilità antispecista non potrà fare a meno di pensare per tutto il tempo alle migliaia, anzi, milioni, di piccoli animali chiusi dentro piccole teche di plastica o gabbiette senza sapere perché si trovano lì e senza alcuna possibilità di uscita, se non la morte.
Questa del film è una storia di fantascienza, ma per migliaia di animali è un incubo reale.
Oxygène ci porta a fare ovviamente anche tante altre riflessioni su chi siamo noi, come specie, e le nostre possibilità future. Ma la più importante dovrebbe essere quella etica perché se non siamo in grado di porci dei limiti, allora la risposta è che siamo semplicemente dei mostri.
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