Puntualmente ogni tot mesi esce fuori l'articolo del furbone di turno convinto di diffondere chissà quale informazione asserendo che "I vegani non hanno nulla di etico perché consumano quinoa" (o avocado, anacardi, bacche di Goji ecc., insomma, cambia l'alimento esotico di turno, ma non il concetto, che è sempre lo stesso). Stavolta, sulla scia del famoso articolo di Matteo Leonardon pubblicato su The Vision ben tre anni fa e che purtroppo continua a mietere vittime (vittime di narrazioni ingannevoli e superficiali, di scarsa o nulla conoscenza della questione animale), è il turno di tale Rino Camilleri che titola "Perché i vegani non hanno nulla di etico" per il blog di Nicola Porro.
Stupidaggini sulla quinoa a parte (o avocado, o anacardi o bacche di Goji) - che non è affatto necessario mangiare per essere vegani perché per esser vegani infatti basta NON mangiare animali e derivati e non è scritto da nessuna parte che li si debba sostituire con la quinoa, alimento che peraltro è consumato anche dagli onnivori - si tratta del solito discorso di etica al ribasso in cui si tenta di inficiare una scelta etica spostando il focus del discorso dagli animali ad altro, tipo sulle implicazioni indirette degli allevamenti, per poi asserire che tale scelta non sarebbe totalmente etica. E certo, se anziché parlare di antispecismo, ci si mette a parlare di altro, tutto diventa opinabile.
Comunque sia, i vegani hanno fatto una scelta etica del massimo valore già semplicemente non mangiando animali e derivati e combattendo in vari modi il sistema che li vede solo come macchine produttive o prodotti essi stessi.
Questa scelta ha poi tutta una serie di benefici indiretti anche per il pianeta perché è cosa nota che gli allevamenti inquinano, consumano risorse idriche in eccesso, comportano deforestazione e distruzione di territori e non serve certo di essere un genio in matematica per capire che coltivando vegetali, legumi e cereali da destinare direttamente al consumo umano è mille volte più conveniente in termini di copertura dei fabbisogni alimentari che non prolungare la "catena" dovendo prima ingrassare animali per poi ucciderli e farli mangiare alle persone. E questo al NETTO di ogni considerazione etica di natura antispecista, che è l'unica cui dovremmo rispondere quando si parla di allevamenti giacché nulla può essere più grave dello sterminare sistematicamente milioni di individui senzienti al giorno.
Quindi, sì, la scelta dei vegani è indubbiamente più etica di quella di chi consuma corpi di esseri senzienti e lo è sotto ogni punto di vista.
Comunque queste obiezioni sciocche vengono fatte sempre perché anziché parlare di antispecismo (e di veganismo nel modo corretto) si parla di impatto ambientale ricorrendo agli argomenti indiretti.
2 commenti:
Anch'io volevo commentare l'articolo a cui fai riferimento, poi ho rinunciato: avevo la nausea.
Brava. Non avrei saputo scrivere meglio. Che ignobile opportunismo specista : questa gente cerca soltanto di trovare (incredibili) giustificazione ai propri comportamenti - carnisti - che sanno benissimo essere assolutamente sbagliati e ingiusti.
Esatto. Non solo non hanno alcuna intenzione di cambiare, ma devono anche denigrare chi ha fatto una scelta indubbiamente etica.
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