Oggi a Villa Borghese c'è Piazza di Siena, una manifestazione equestre, così dicono.
In pratica si tratta di cavalli schiavizzati e domati costretti a esibirsi con in sella il loro padrone (qui il termine padrone ha senso perché di questo si tratta: se sei schiavo devi avere per forza un padrone).
La gente tutta contenta, felice, esultante, guai anche solo a dirgli che i cavalli non si dovrebbero sfruttare, scherzi, son nati per quello, gli piace, loro adorano saltare ostacoli, replicare posizioni forzate, camminare in un certo modo, obbedire obbedire obbedire... E guai se sbagli, cavallino bello, liscio, spazzolato, lavato per allietare gli occhi del pubblico, guai se non rispondi come si deve, frustrate sui fianchi a non finire perché l'esercizio richiede perfezione, del resto, tu, cavallo, libero non lo sei mai stato, sei nato e subito hai dovuto imparare quanto costa guadagnarti il fieno, sei costato così tanto, purosangue di razza specifica, figlio di, nato lì, di proprietà del tuo primo padrone che ti chiama amico, ma lo sei finché farai il compito per cui sei nato, finché renderai, e sappi che se per caso ti farai male, cosa abbastanza frequente, o se non risponderai come si deve perché sei stanco o perché un giorno ti prende il ghiribizzo di correre più piano o più veloce, insomma, al ritmo tuo, senza quelle briglie a frenarti o accelerarti, allora sarai punito, o venduto, a far lo schiavo in un maneggio, o chissà dove, passando di mano in mano di altri padroni. Ma nessuno di loro ti vedrà per quel che sei, un individuo che vorrebbe essere libero. Tutti studieranno, leggeranno, si informeranno, sapranno tutto su come domarti, su come farti correre più forte, su come far risplendere il tuo pelo al sole, su come farti crescere robusto e sano, ma nessuno ti vedrà mai veramente.
Quanta sofferenza celata, camuffata, quanto specismo invisibile, quanta banalità del male agita indisturbata davanti agli occhi di tante brave persone.
Guarda, guarda il cavallino come salta... Batti le mani, bambino, il cavallino è contento, è felice.
Il doppio addestramento comincia in tenera età, da una parte i cavalli domati senza pietà, dall'altra i bambini educati al dominio.
Oggi a Villa Borghese va in scena una delle manifestazioni più plateali e paradigmatiche dello specismo: invisibile, naturalizzata, perfino romanticizzata.
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