Ieri un ragazzino di circa undici/dodici anni stava tentando di prendere a calci dei piccioni che se ne stavano per i fatti propri. Nel mentre i suoi amichetti stavano lanciando sassi per scacciarne via altri in un altro punto.
Non lo stavano facendo ingenuamente, ossia per gioco, per divertirsi a farli volare via come a volte fanno i bambini più piccoli, ridendo, ma con un certo sadismo e cattiveria.
Ovviamente l'ho fermato e redarguito dicendogli che queste cose non si fanno, che gli animali vanno lasciati in pace perché hanno tutto il diritto di vivere e di stare al parco, esattamente come lui.
Mi ha guardata con aria di sfida, dicendomi: "Perché no? Mi davano fastidio!".
Gli ho risposto che, a fino a prova contraria, era lui che stava dando fastidio a loro, e non il contrario.
A quel punto è corso via, insieme ai suoi amichetti.
Avrei voluto continuare a parlarci, serenamente, farlo arrivare a comprendere perché aveva sbagliato, ma non è stato possibile.
La cosa che mi ha lasciata perplessa è stata l'incredibile tono di sfida con cui mi ha risposto, lo sguardo fermo, deciso, per niente intimorito o in imbarazzo; e poi ovviamente il fatto che stesse appunto prendendo a calci degli animali indifesi. I piccioni, fortunatamente, sono volati via, ma se ce ne fosse stato uno ferito che non avesse saputo volare? E se non fossero stati piccioni, ma altri animali?
Perché un ragazzino di undici/dodici anni compie dei gesti intenzionalmente violenti? Come sono percepiti i piccioni nella nostra società? I genitori cosa dicono? Cosa c'era dietro quel "mi danno fastidio"? E, se anziché una donna come me, fosse stato un uomo a fermarlo e redarguirlo, avrebbe reagito diversamente? Mi avrebbe guardato con gli stessi occhi di sfida e risposto male?
Perché nessun altro degli adulti presenti ha detto niente?
Specismo, maschilismo, indifferenza. Quante cose grandi per stare dentro a un bambino di undici anni. Concetti ed ideologie che vengono interiorizzati e fatti propri senza rendersene conto. Appresi per imitazione, trasmessi culturalmente.
L'antispecismo è proprio di questo che deve occuparsi, ossia di cambiare radicalmente il nostro rapporto con gli altri animali. Non soltanto dello sfruttamento industriale, che è soltanto un effetto di questo insano rapporto di dominio.