Devo ancora leggerlo e sarà sicuramente una bella storia, ma intanto una prima osservazione a caldo sul linguaggio specista di questo ultimo romanzo breve di McEwan che è una satira politica in cui all'innocuo insetto sono attribuite tutte le caratteristiche negative del caso.
Per narrare le nefandezze, la stupidità, la brama di potere che contraddistinguono le azioni di alcuni esseri umani si tirano in ballo sempre gli altri animali i quali, culturalmente, rappresentano già un insieme negativo di riferimento cui attingere. Questo è specismo. Lo sfruttamento degli animali si regge su quello simbolico, ha cioè bisogno di una cultura e di un immaginario condiviso per poter essere giustificato. Quindi combatterlo, anche a partire dal linguaggio - e dalle metafore, allegorie, analogie - è importante.
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