Le notizie in sé non sono mai neutre. È il modo in cui vengono date che direziona la loro interpretazione e ricezione. Il modo di comunicarle, ossia le parole, le immagini, persino il posizionamento sullo schermo, o sulla pagina, la scelta dei caratteri, la grandezza del font, il sottotitolo, il tipo di narrazione scelta, la scelta di un preciso aggettivo sono tutti fattori che contribuiscono a far capire alcune cose e non altre. E poi le ellissi, cioè quello che si è volutamente scelto di non dire, ma rimane solo accennato, un'allusione, un'insinuazione, un invito al dubbio. E quello che non si dice affatto, che quindi non esiste perché se di un fatto non si dà notizia, è come se non fosse mai esistito nelle menti dei più.
Poi ancora, c'è la retorica. La retorica del dolore, che è quella che funziona più di ogni altra cosa perché è come se prendesse l'attenzione del lettore e la sbattesse lì, in mezzo ai pianti, al dramma, ai lutti, ai morti e infine ne centrifugasse la capacità critica fino a farla diventare uno straccio.
Quando il lettore legge cose come: "muoiono soli, non gli possiamo nemmeno tenere la mano perché sono infetti" (che poi mi pare una stronzata perché se un paziente lo puoi intubare, gli puoi fare prelievi, gli puoi fare la flebo ecc., non vedo perché, usando i guanti, non gli puoi tenere anche la mano mentre muore) o vede immagini di persone intubate, la sua attenzione finisce tutta lì; entra in gioco la parte istintiva, primordiale e si crea il panico. Succede la stessa cosa di quando in una sala affollata qualcuno urla "c'è una bomba!": il panico, il fuggi fuggi, corpi che calpestano corpi, raziocinio azzerato.
Ora, vi invito a ricordare tutte quelle volte in cui abbiamo letto inesattezze, falsità, stupidaggini, ad esempio, prendo un argomento a caso, sul veganismo. A tutte le volte in cui abbiamo letto "muore bambino vegano perché fortemente denutrito" e poi, approfondendo, abbiamo scoperto che in realtà non era nemmeno vegano, e che era morto per tutte altre cause. Però nel frattempo la notizia ha fatto il suo lavoro, il titolone acchiappa-clic (le testate giornalistiche hanno come primo obiettivo guadagnare e guadagnano con i soldi che ricevono dagli sponsor, ossia dalle pubblicità, in base al numero di clic) ha ottenuto il clic previsti ed eventuali smentite, se saranno pubblicate, saranno posizionate in fondo pagina, diventeranno un piccolo trafiletto invisibile che nessuno noterà.
Perché vi racconto questo? Ma niente, è solo uno sfogo, un bisogno di condividere l'immensa amarezza che provo nel vedere persone prima sempre molto critiche nei confronti degli organi di stampa ufficiale, ora pendere dalle labbra di ogni articolo, di ogni video, di ogni foto, anche se magari modificata.
Improvvisamente la stampa è diventata verità. Ed esiste un'unica verità. Perché si muore e allora con questa paura di morire ci possono dire e fare qualsiasi cosa.
Ci possono pure multare se scendiamo al parco sotto casa per prendere una boccata d'aria, o se andiamo al supermercato senza mascherina e guanti (anche se non è scritto da nessuna parte l'obbligo di indossarli), ci possono insultare se andiamo a lavoro o a fare la spesa in nome dello slogan "restate a casa!".
Non dovrebbe esserci il bisogno di specificarlo, ma lo faccio comunque perché conosco la facilità con cui si fraintendono tanti post: non sono negazionista o complottista, questo virus esiste ed è un virus molto contagioso e a causa del quale muoiono tante persone o comunque soffrono, hanno sintomi pesantissimi ecc., ma la retorica del dolore, il modo in cui vengono date certe notizie, l'enfatizzazione su alcune cose e la mancata chiarezza su altre e soprattutto il regime di polizia attualmente instaurato in Italia per cui ti multano pure a fronte di norme inesistenti e l'assoluta mancanza di senso di alcune norme sono tutti aspetti su cui non voglio chiudere gli occhi.
Per esempio lo sapete che stanno preparando una legge che sembra istituisca uno scudo penale per proteggere anche i direttori generali della Sanità, talora nominati con l'appoggio della politica?
Una Sanità pubblica che negli ultimi anni è stata depauperata, come scrive anche Micro Mega, rivista non certo di destra, da Zingaretti, a tutto vantaggio della sanità privata, in particolare cattolica.
E a proposito di Zingaretti, mi domando anche perché non debba avere alcuna responsabilità politica, dopo che a febbraio, per l'esattezza il 27 - quindi ben DOPO la dichiarazione dello stato di emergenza emanato il 31 gennaio e pubblicato il giorno successivo in gazzetta ufficiale - è andato a Milano, già uno dei noti focolai epidemiologici, facendosi fotografare mentre prendeva l'aperitivo in mezzo ad altre persone e pubblicando poi la foto sul suo profilo instagram, invitando a fare altrettanto.
Di questo non si parla. Però è tutto un dagli addosso al runner, al vecchietto sulla panchina al parco, da solo, a chi si sposta di cento metri per andare in un supermercato meno costoso rispetto a quello più vicino. Il tutto sempre condito dalla solita retorica del dolore.
Ho fatto solo un esempio, uno tra i tanti, ma invito ad approfondire, in questo momento più che mai, su quello che leggiamo - o che non leggiamo.