lunedì 25 febbraio 2019

Capitalismo e specismo non sono sinonimi

Quando si parla di vittime e sfruttati del capitalismo mi pare che si faccia un po' di confusione.
I pastori sardi, per quanto in misura modesta, sono comunque lavoratori autonomi, imprenditori, piccoli allevatori che si tramandano l'attività spesso di generazione in generazione o che l'avviano di spontanea volontà su un territorio dove tale attività è radicata. 
Queste persone non sono vittime, né sfruttate. Che poi sia un'attività che oggi presenti dei problemi in termini di ricavo, quindi di reddito, è un altro discorso. 
Ma in nessun modo possono essere paragonate ad altre persone di altre situazioni.
C'è differenza ad esempio tra il pastore autonomo sardo e l'immigrato assunto come manodopera dal grosso allevatore del nord per pulire la merda di migliaia di maiali ammassati dentro gli allevamenti intensivi per pochi spicci al giorno.
Sebbene in misura nettamente diversa, l'immigrato in questo preciso contesto è uno sfruttato, una vittima del capitalismo globale, ma, posso affermare con assoluta certezza, sarebbe ben felice di cambiare lavoro se solo gliene venisse offerta l'opportunità. A differenza del pastore sardo che è ben attaccato alla sua attività - che definisce tradizionale - e che non vuole cedere, non vuole riconvertire o dismettere, ma che anzi difende con le unghie e con i denti appellandosi a concetti quali appunto tradizione, lavoro, territorio e via dicendo, in pratica difendendo quanto di più conservatore ci possa essere nella nostra società. Gli stessi concetti che usa il grosso allevatore. Quindi, la differenza è solo sull'entrata di denaro e sul fatto che il grosso allevatore sfrutti anche le persone umane, la cosiddetta manodopera, oltre agli animali, ma entrambi sono imprenditori sulla pelle di vite altrui, quindi rappresentanti di quel dominio che si vorrebbe combattere. 
Il pastore esprime sempre una forma di dominio. Non sarà un capitalista, ma è oppressore nei confronti degli altri animali. Ora, considerarlo meno oppressore solo perché non è capitalista, significa tenere in considerazione minore gli altri animali rispetto agli umani. Come se il fatto di sfruttare anche la manodopera umana fosse più grave che non sfruttare solo gli altri animali. Come se il capitalizzare la pelle degli animali, ossia metterla a profitto, fosse meno grave.

Essere antispecisti significa in primis schierarsi con gli altri animali e di riflesso essere anticapitalisti. Ma non essere anticapitalisti in primis e poi includere un'attenzione anche agli altri animali perché in questo modo li si fa restare sempre comunque sullo sfondo ponendo in primo piano sempre e comunque gli umani. Da cui discendono appunto discorsi come quello di sopra, ossia che il pastore sardo sarebbe uno sfruttato solo perché almeno non è capitalista.

Leggo cose sinceramente imbarazzanti, del tipo meglio un anticapitalista onnivoro che un vegano capitalista: entrambi non hanno nulla a che fare con l'antispecismo. Il primo perché se si mangiano gli oppressi e ci si schiera con i pastori sardi semplicemente non si è antispecisti. Il secondo perché un veganismo svuotato delle sue istanze più radicali è solo una dieta. Ma, ad ogni modo, dominio e capitalismo non sono sovrapponibili perché il dominio è agito ed è sempre stato agito anche in contesti e società non capitalistiche. Le società rurali e pastorizie esprimevano già un dominio. Nella Grecia classica le società arcadiche esprimevano già forme di dominio sugli altri animali. Anche se non si trattava di capitalismo.
Capitalismo e dominio non sono sovrapponibili. 
Capitalismo e specismo non sono sovrapponibili.
Il pescatore di una piccola isola, per quanto faccia la fame, esprime comunque dominio sugli animali e specismo. Ora, stigmatizzare solo il capitalismo, ma non il dominio in ogni sua forma, non è antispecismo. Stigmatizzare il capitalismo, ma non riconoscere lo specismo come forma peculiare di oppressione sugli animali non umani non è antispecismo. È solo appunto anticapitalismo. Anticapitalismo miope perché non solo non tiene conto delle vittime non umane, ma non le riconosce nemmeno come soggetti.

P. S.: c'è anche chi farebbe ricondurre la nascita del capitalismo alle prima società stanziali alla fine del neolitico. Ma a maggior ragione allora, in tal senso, pure i pastori sarebbero dei capitalisti.

12 commenti:

Erika ha detto...

Io penso che ci siano quattro priorità tutte importanti: diritti degli animali ( animalismo), diritti degli animali umani ( diritti umani e civili ), diritti del pianeta ( ecologia ), io poi essendo antiabortista metto anche i diritti dei feti ( piaccia o no anche loro sono animali ).

Rita ha detto...

Ora pubblico anche una cosa sulle intersezioni. Chiarisco meglio cosa penso.

So che sei antiabortista, ma la legge sull'aborto è prevista nei mesi in cui ancora il cervello non è formato e come sai un individuo è tale se ha un suo cervello e un sistema nervoso, altrimenti è solo un ammasso di cellule.

Un embrione a poche settimane dal concepimento non è un feto. La donna ha il diritto di decidere se portare a termine una gravidanza o no, altrimenti diventiamo autoritari come nelle società teocratiche patriarcali. Hai visto The Handmaid's tale?

Erika ha detto...

Forse volevi dire: non è completamente formato il cervello.... Ma comunque allora sorgerebbe il problema etico sull' esistenza delle persone in coma senza coscienza, sulle persone con gravi problemi cerebrali... Problema enorme ma guarda che molte donne sono costrette ad abortire contro la loro volontà da mariti, compagni o famiglia, ho letto tante testimonianze su forum internet in cui ragazzine disperate adolescenti volevano tenere il bambino ma i genitori non ne volevano sapere o donne anche mature che hanno abortito su ricatto del compagno della serie: o abortisci o ti lascio, come vedi questa legge alla fine deresponsabilizza l' uomo e lascia tutta la scelta alla donna e un diritto di abortire può tramutarsi in un dovere di abortire, qualcosa alla fine che siccome è legale può essere più facilmente imposto.

Rita ha detto...

Ovviamente non vede essere imposto, serve il consenso della persona. Allo stesso modo potrei dirti che senza legge sull'aborto a molte verrebbe imposto di portare avanti una gravidanza, e senza corretta informazione viene comunque imposto in modo indiretto, attraverso condizionamenti e retaggi religiosi. Le persone in coma senza coscienza sono un discorso a sé, in quel caso il cervello c'è, anche se ormai spento e comunque io sono a favore del testamento biologico. Nel caso di un embrione il cervello non è ancora formato.

Erika ha detto...

Mi fa meraviglia che in' animalista antispecista come te che difende quindi anche insetti formiche lumache e scarafaggi ( giustamente, infatti io ho addirittura adottato di non uccidere le zanzare ma condividere il mio sangue in maniera comunista :-) ) non difenda i diritti degli embrioni che già dopo pochi giorni hanno un cuore che batte, un cuore ma anche dei nervi suppongo, come non mi interessa il grado di intelligenza e di auto consapevolezza e coscienza di sé delle zanzare ( che rispetto in quanto esseri vi enti ) allo stesso modo non mi interessa il grado di sensibilità nervosa di un embrione ma lo rispetto in quanto organismo vivente, sia pure ancora allo stadio imperfetto ma del resto l' imperfezione esiste in tanti esseri viventi, o forse addirittura in tutti. Inoltre come i giansenisti indiani io non mangiò nemmeno le piante ( es. Cicoria, insalata, spinaci ecc ) ma solo frutti e ortaggi.

Erika ha detto...

Attenzione : l' aborto era difeso dai nazisti, gli stessi che portavano avanti politiche di eutanasia di massa sulle persone disabili fisiche e mentali.

Rita ha detto...

A me meraviglia invece che si voglia imporre alle donne di portare avanti una gravidanza.
Abbiamo già discusso di questo. Non cambio idea, tu non cambi idea. Possiamo accettare questa divergenza?

Erika ha detto...

Tranqui, TVB, ma non abortite ;(

Rita ha detto...

<3 tvb anche io.

Erika ha detto...

Grazie

Erika ha detto...

Scusa l' errore, mi riferivo al jainismo indiano, oltre a non mangiare animali loro non mangiano nemmeno le piante ma solo i frutti, la più intransigente etica alimentare assieme al fruttarismo

Erika ha detto...

Comprate frutta e ortaggi di qualità, altrimenti non riuscirete mai a fare un' alimentazione orientata al fruttarismo, io compro solo nei fruttivendoli o al mercato, non nella grande distribuzione.