domenica 2 settembre 2018

Sexage: se lo conosci, lo eviti

La cultura patriarcale si rafforza anche tramite la diffusione e mantenimento di espressioni apparentemente innocue. Per esempio quando si dice "darla", in riferimento a una donna, si ribadisce implicitamente il messaggio che essa, in questa società, non abbia che una cosa da poter dare, cioè il sesso. Difatti l'oggetto non è nemmeno specificato. "Datela!". Come a dire, cos'altro potrebbe dare una donna se non quella?

Ricordo che mio padre da ragazzina mi diceva: "stai attenta, i ragazzi in questo periodo della loro vita (ma forse avrebbe dovuto dirmi "gli uomini in generale per tutta la loro vita") cercano solo una cosa. Per quanto siano gentili ecc., è sempre e solo una cosa che vogliono". 
Ora, per quanto capisca le sue buone intenzioni di allora, ossia proteggermi, e per quanto questa cosa qui non abbia contribuito granché alla formazione della mia autostima di allora (il messaggio recepito era: se tanto cercano solo quello, che mi affanno a fare a diventare e fare altro?), se non altro mi rese abbastanza cosciente del modo in cui la società vede le donne e come questi modi vengano trasmessi di generazione in generazione, proprio all'interno della famiglia, tramite l'educazione.

Perché racconto questa cosa, chiamiamolo pure aneddoto personale? Non certo per parlare di me, ma come spunto per dire che il maschilismo e il patriarcato trovano i loro modi di sopravvivere innanzitutto all'interno delle dinamiche familiari, per poi trovare conferma all'esterno, nella scuola e società.

Se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo guardare ANCHE al privato, per poi portarlo all'esterno e farlo diventare politico. Per creare eserciti di donne consapevoli bisogna anche parlare di cosa avviene all'interno delle famiglie, di come ci si relaziona, delle cose che si dicono, di come vengono cresciuti maschietti e femminucce (anche con l'ausilio dei giochi differenziati), educati, repressi, ora in un modo, ora in un altro. 
Certamente l'educazione e la civiltà comportano sempre soppressione degli istinti, ma coloro che ne traggono maggior svantaggio sono le femmine perché vengono ancora cresciute e formate non già per diventare individui, ma appunto femmine, donne, la controparte maschile, che è il solo vero individuo che conta nella società.

P.S.: a scanso di equivoci, dato l'alto tasso di analfabetismo funzionale che purtroppo riscontro sui social, non sto mettendo in discussione la natura attrazione sessuale tra uomo e donna, ma la riduzione della donna al suo sesso. Concetto di cui da poco ho appreso esistere un termine: sexage. Cliccando sul nome vi rimando alla lettura dell'ottimo articolo che spiega cosa sia, dal blog Alle donne piace soffrire.

6 commenti:

Erika ha detto...

Fai un post sui migranti ;((

Rita ha detto...

Ne ho parlato qualche post sotto.

Rita ha detto...

http://www.ildolcedomani.com/2018/08/come-animali-al-macello.html

Erika ha detto...

Si lamentano tanto che l' Italia ha poche nascite e che non si sa chi pagherà le pensioni però poi rifiutano i migranti, strano vero????

Erika ha detto...

Loro accettano i neri si ma solo se sono occidentalizzati, invece io adoro gli africani che non rinunciano ai loro vestiti tipici bellissimi, alla loro cucina, alla loro lingua ecc

Rita ha detto...

Certo, l'unico modello di cultura accettata è quella del bianco maschio occidentale, tutto è in funzione al mantenimento del suo privilegio. O ti adegui, o vieni marginalizzato, sfruttato, fatto fuori. Tutto il resto costituisce alterità: donne, animali, natura, culture e popoli diversi.