Altro suggerimento: il documentario Embrace, sempre su Netflix.
Nato dall'idea di una fotografa canadese, Taryn Brumfitt, che dopo la gravidanza non accetta più il suo corpo e decide di fare un intervento chirurgico, ma poi cambia idea perché si rende conto che in questo modo avrebbe mandato un messaggio pericoloso a sua figlia e cioè che esiste un unico modello di corpo cui conformarsi e che i nostri, al naturale, non vanno bene, sono in qualche modo difettosi. Decide quindi di affidarsi a una personal trainer che la indirizza verso il mondo del fitness e in poco tempo raggiunge un perfetto fisico da bikini e vince anche un premio partecipando a una gara di body building femminile. Scopre però di non essere felice, di sentirsi ancora insicura e confrontandosi con le altre concorrenti - tutte con fisici invidiabili - realizza di non essere la sola a sentirsi così e quindi si rende conto che esiste un problema che ha radici molto profonde ed è la non accettazione dei nostri propri corpi.
Il bello accade quando decide di postare una foto sui social in cui mostra un "prima e dopo", ma all'inverso, cioè, non un'immagine che mostra la transizione da un corpo grasso secondo i canoni correnti a uno snello dopo una dieta o intervento, bensì quella di come era prima della gravidanza e quella di come è adesso. La reazione è esplosiva e l'immagine diventa virale in pochissimi minuti. Moltissime donne, ma anche uomini, reagiscono positivamente incoraggiandola e scrivendo cose come "era ora, questa è la verità, basta photoshop e diete estenuanti" e via dicendo, ma riceve anche commenti negativi e di body shaming.
Da qui decide di approfondire il discorso sui corpi femminili, su come la nostra percezione è modellata e condizionata dai media e su come moltissime donne, quasi la maggioranza, hanno un'idea negativa del proprio corpo e vivono ossessionate dal cibo, dalla paura di ingrassare o di essere poco sensuali, spendendo un mucchio di energie nel praticare attività fisica in modo estenuante e ossessivo e non per stare in salute e ricavare benessere fisico, ma al solo scopo di modificare il proprio corpo secondo un ideale quasi sempre irraggiungibile, così come anche spendendo un mucchio di denaro in interventi estetici e chirurgici. Intraprende così un viaggio in varie parti del mondo per incontrare persone che hanno proposto un'estetica diversa provando a combattere i canoni imperanti che propongono invece un solo modello (a sua volta soggetto a cambiamenti a seconda delle varie epoche storiche) e incontrando anche medici, psicologi e esperti a vario titolo che spiegano i danni causati da questi condizionamenti sociali relativi al corpo delle donne e anche su quanto sia facile entrare in spirali autodistruttive che aprono la porta a veri e proprie disturbi alimentari. Il mondo della moda mostra sulle passerelle e sulle riviste corpi anoressici, mantenuti così a forza di diete rigidissime ed esercizio fisico estenuante, oppure perché sono semplicemente corpi di ragazzine che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale e presentano caratteristiche da ragazzine. Questi corpi divengono di ispirazione comune e le persone comuni, anche le più intelligenti (non è questione di intelligenza o meno, questo è importante sottolinearlo) ne sono influenzate.
La cosa che più mi ha colpito, e mi ha colpito perché mi ci sono riconosciuta, è vedere come moltissime ragazze e donne trascorrono la loro esistenza odiando il proprio corpo, percependolo come brutto, deforme, pieno di difetti. Su questa percezione concorre moltissimo non solo il fatto che i media propongano corpi privi di difetti (corretti con photoshop o comunque malati, ossia sottopeso), ma anche l'educazione differenziata per le bambine che la fa crescere con il valore della bellezza, come se la bellezza fosse un valore significativo.
Ora, il punto fondamentale per me è farvi capire questa cosa: non solo è sbagliato promuovere un unico modello di bellezza femminile, ma è proprio sbagliato considerare come valore la bellezza.
Ma purtroppo è questo che ci viene trasmesso sin da quando siamo bambine, attraverso complimenti volontari o involontari. Ci dicono: che begli occhi, hai dei capelli fantastici, come sei alta, che belle gambe, come sei sensuale, come sei sexy, che bel sorriso e via dicendo. Anche tra noi donne, amiche, sorelle, quando ci incontriamo la prima cosa che ci diciamo è: "come stai bene, ti trovo benissimo, sei bellissima, stai bene con questo taglio di capelli, sei dimagrita ecc.". Tutto ciò ci fa crescere assumendo la bellezza esteriore come valore o comunque come caratteristica da tenere in considerazione.
Penso che raggiungeremo una vera parità di genere solo quando anche per noi donne i valori che contano saranno altri: l'intelligenza, la bravura nel fare certe cose, le varie capacità e non la bellezza o la dolcezza o la grazia o l'eleganza. E soprattutto quando lotteremo insieme per abbattere l'estetica misogina che ci costringe a odiare i nostri corpi al naturale e a spendere un mare di energie nel modificarli.
Penso che odiamo i nostri corpi al naturale perché è la nostra società che li odia, perché questo odio è frutto di una profonda misoginia. Le donne sono percepite come ornamento, come oggetti sessuali ed è per questo che ci viene continuamente ricordato che dobbiamo essere attraenti secondo certi canoni. Ma non siamo ornamenti, non siamo un paesaggio da ammirare e quindi al diavolo se non siamo come dite voi, se non ci vestiamo come dite voi, se non ci comportiamo come dite voi.
Lo so, noi stesse non ci piacciamo se non siamo in un certo modo e questo perché la società ha modificato nel profondo la percezione che abbiamo dei nostri corpi, del nostro viso. Io mi vedo brutta senza trucco, eppure so che è soltanto una percezione e, comunque sia, sono sempre io, non perderei valore come persona se anche mi ingrassassi o mostrassi le occhiaie.
I nostri corpi sono un mezzo, uno strumento che ci permette di correre, di camminare, di muoverci, di amare, e dobbiamo rispettarli e amarli per questo, al di là del loro aspetto estetico.
Nel documentario ci sono tantissimi spunti su tutte queste tematiche, poi sono sicura che ognuna di noi sarà colpita magari da una storia o da un aspetto in particolare.
Ve lo consiglio per iniziare a riflettere sul tema dell'estetica misogina e perché non si può parlare di femminismo senza dare ampio rilievo al modo in cui veniamo cresciute in quanto donne e sui valori e aspetti che ci dicono essere parte integrante della femminilità, quando in realtà sono solo frutto di una cultura ben precisa che vede le donne come ornamento e oggetti sessuali.
Pensate al tempo che spendiamo nel modificare i nostri corpi nel tentativo di renderli più attraenti secondo determinati canoni, a quanto buona parte della nostra mente sia monopolizzata dai pensieri sul nostro corpo, al bombardamento mediatico che ci mostra di continuo immagini di modelle e ci fa sentire insicure quando dobbiamo andare al mare, alle pubblicità per dimagrire, rassodare, contro la cellulite, le rughe, le occhiaie, le smagliature ecc., come se fosse un crimine mostrare questi aspetti naturali, naturalissimi, dei nostri corpi. Come se le occhiaie fossero il male, come se la cellulite fosse un crimine.
Bisogna iniziare a pensare ai nostri corpi come degli strumenti, certo bisogna averne una certa cura, ma per mantenerli EFFICIENTI, e non per renderli belli, luccicanti, lisci, sensuali. Per mantenerli in salute e non per sessualizzarli. Tutti i nostri corpi sono normali e naturali. Tutti.
Bisogna riscoprire il piacere di mangiare senza sensi di colpa e di fare sport perché ci fa sentire bene, aiuta a produrre endorfine e ci fa socializzare o stare a contatto con la natura, non perché ci fa bruciare tot calorie. So di persone che scelgono di fare determinati sport solo perché hanno letto che fanno bruciare più calorie di altri e non perché gli piacciono e vanno in palestra maledicendosi e odiandosi. Non va bene ragazze, non va affatto bene.
Non fate diete perché, ve lo dico per esperienza personale, vi porteranno a pensare tutto il giorno al cibo, vi renderanno nervosi, irascibili, vi faranno perdere il piacere di stare in compagnia e di uscire. Se smetterete di essere ossessionate dai vostri corpi, vedrete che le cose andranno meglio.
Non c'è una formula magica per arrivare a sentirvi bene nei vostri corpi, bisogna riflettere, approfondire. Magari potete cominciare guardando questo documentario, dà tanti input.
P.S.: no, non sono pagata da #Netflix, ma vista la pubblicità che gli sto facendo, forse potrebbe anche darmi qualcosina. :-D
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