Noi attivisti e chiunque si interessi agli animali ci concentriamo soprattutto sul dolore e sofferenza psicologica che provano gli altri animali perché, giustamente, chi vuole sfruttarli è la prima cosa che nega, ossia che siano in grado di rendersi conto, che soffrano ecc.;
però penso che si debba fare un passo avanti e aggiungere alla famosa domanda di Bentham "possono soffrire?", anche "possono gioire, provare emozioni, sentimenti, stringere relazioni, fare esperienza del mondo?".
Infatti, oltre a farli soffrire, è di tutto questo che li priviamo. Neghiamo loro di essere autori e soggetti della loro stessa vita. E per loro stessa vita si intende quella che loro, liberamente, vivrebbero secondo le caratteristiche etologiche specie-specifiche, non quella che noi pensiamo debba essere giusta per loro.
Altrimenti, restando focalizzati sul solo dolore, poi ti inventano specie capaci di non sentirlo e il problema è risolto. Ci stanno già lavorando (potete leggere la notizia qui).
Ma l'abominio più grande non è tanto o soltanto infliggere dolore a qualcuno, ma privarlo della sua esistenza e di fare tutto ciò che farebbe liberamente nella sua vita.
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