Stanotte non riuscivo a dormire perché sembrava che lo stadio intero si fosse trasferito sotto casa mia, fatto sta che un pensiero tira l'altro e mi sono ritrovata a riflettere sul concetto del rispetto della scelta personale così tanto propugnata dai carnisti.
Spesso questa frase salta fuori non appena si scopre che si sta parlando con una persona che non mangia animali. Come a voler mettere le mani avanti. Come se la sola presenza di qualcuno che ha fatto una scelta simile facesse vacillare le proprie certezze. Ed è così infatti.
Ora, mi domando, se veramente siete certi del fatto che mangiare animali sia normale e naturale, perché ci tenete così tanto ad avere anche la nostra approvazione? Perché è questo che cercano i carnisti: l'approvazione socialmente indiscussa. Un'approvazione che sentono venire meno.
Ciò dimostra che il mangiare carne non è tanto un convincimento rafforzato da solide basi logiche, scientifiche e argomentazioni inoppugnabili, quanto una credenza culturale popolare basata su luoghi comuni e pregiudizi. Un'ideologia invisibile tanto forte quanto appunto rimane invisibile, ma facile a incrinarsi non appena la si evidenzi come tale.
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