Sentire le persone che parlano del pollo, del maiale, del vitello, dei pesci, della gallina come se fossero prodotti alimentari mi provoca un dispiacere enorme.
Nell'espressione "mangio il pollo, il pesce, il maiale ecc." è contenuta una violenza incredibile. Si nomina l'animale, ma allo stesso tempo se ne cancella l'individualità trasformandolo in un referente assente. Assente a livello cognitivo poiché non lo si vede più, sebbene sia presente in tutta la sua concretezza, anche se ormai fatto a pezzi nel piatto, e quindi reso irriconoscibile, trasformato in prodotto.
Ci provoca orrore l'idea di fare a pezzi qualcuno, ma accettiamo questa sorte per milioni di individui senzienti, intelligenti, pieni di voglia di vivere, sensibili e curiosi.
Mangiare la fettina di vitella significa "fare a pezzi un vitellino", mangiare il salame significa "fare a pezzi un maialino" e così via.
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