Come già fatto altre volte in passato, ribadirò il mio pensiero:
non approvo nessun tipo di governo perché il governo è uno strumento di chi detiene il potere e i privilegi. Che poi ogni tanto ci siano concessioni apparentemente democratiche è solo per dare un contentino. Ma alcuni diritti, così come vengono concessi per dare il contentino, vengono anche tolti quando non conviene più. Vedasi diritti dei lavoratori ora completamente e nuovamente azzerati. Vedasi conquiste femminili continuamente sopraffatte da una mentalità ancora maschilista e sessista. Vedasi i nuovi (nuovi?) fascismi e razzismi ora tornati in auge perché le persone che non hanno una visione ampia della complessità del mondo hanno paura di perdere il loro orticello.
Se non si lavora per cambiare la cultura di fondo, alla radice, quindi per smantellare qualsiasi logica votata al dominio e all'oppressione di chi, di volta in volta, conviene sfruttare per il profitto, cambierà tutto per non cambiare niente (come si racconta ne Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa).
Mi dicono che dovrei andare a votare perché la democrazia e il diritto al voto sono una cosa grande e i nostri antenati hanno combattuto per ottenerli.
Io invece penso che la democrazia in sé sia solo uno strumento, ma in una società capitalista malata (e già mettere insieme nella stessa frase capitalismo e malattia è pleonastico), quindi fondata sul dominio e sullo sfruttamento del vivente, votata al solo profitto e manipolata - in sostanza, in una dittatura invisibile e soft, ossia dove l'individuo ha l'illusione di essere libero e di poter scegliere - diventa uno strumento anch'essa di potere per mantenere lo status quo. Una democrazia in uno stato corrotto è una democrazia corrotta.
In tal senso, non è affatto sinonimo di volontà popolare o di società libertaria.
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