Vorrei che tutte le persone che si adoperano nell'attivismo facendo anche banchetti in strada dedicassero cinque minuti a guardare questo video.
La mia riflessione è questa: inizialmente l'allevatore non sembra sentire ragioni; cambia atteggiamento nel momento in cui l'attivista gli introduce anche l'argomento, apparentemente indiretto, della devastazione e della fine ormai prossima del pianeta a causa del consumo di carne. A quel punto si sente coinvolto e direttamente implicato nel danno che, egli stesso, con il suo stile di vita e lavoro, sta producendo. Un danno reale, ormai non più discutibile.
Penso che la cosa migliore da fare sia sempre capire chi si ha davanti, magari facendo qualche domanda introduttiva del tipo "lei che lavoro fa?", "convive con degli animali?" ecc., e poi tarare le proprie argomentazioni di volta in volta.
Spesso, nel dialogo, ci si trova davanti a un muro. Un muro che sembra imbattibile, ma in realtà la breccia c'è sempre, basta solo scovarla e introdurcisi. In questo caso, per l'allevatore, era quella del pianeta. Non gli importava nulla degli animali, ma si è sentito tirato in causa quando l'attivista gli ha parlato del pianeta. Ha cambiato voce, sguardo e si è rilassato, non sentendosi più attaccato, ma parte di una problematica più ampia in cui TUTTI siamo coinvolti.
Ora, dal nostro punto di vista ovviamente gli animali non vanno uccisi perché sono soggetti della loro stessa vita e non è giusto schiavizzarli, dominarli, considerarli risorse e questo dovrà restare sempre l'argomento principale di ogni nostro racconto e la motivazione forte della nostra battaglia. Però il nostro punto di vista non deve restare solo il nostro, noi dobbiamo riuscire a dialogare, a far capire a tutti che non si tratta di una scelta personale, ma di una scelta necessaria e giusta, eticamente inattaccabile, almeno per chiunque ci tenga a definirsi persona civile e rispettosa. Dobbiamo coinvolgere le persone nel nostro ragionamento, ma senza farle sentire giudicate e colpevoli. Dobbiamo far capire che siamo tutti coinvolti, tutti sulla stessa barca, altrimenti sembrerà che noi siamo i giusti, loro quelli sbagliati e alzeranno tutte le difese possibili sentendosi giudicati. Quindi, far capire che gli allevamenti e lo sfruttamento animale nel loro complesso sono parte e concausa della devastazione del pianeta, dell'inquinamento, della deforestazione, del surriscaldamento del pianeta ecc. può aiutare a far sì che si riesca a stabilire un contatto tra noi e l'interlocutore apparentemente menefreghista - o sinceramente menefreghista - riguardo la vita degli altri animali. Una volta avuto il contatto, una volta individuata la crepa nel suo muro, una volta che avrà abbassato le sue difese psicologiche, sarà più facile parlare di tutto il resto.
Siamo tutti coinvolti, anche noi che abbiamo già smesso di mangiare animali perché se non useremo tutti i mezzi a disposizione sarà come se non facessimo abbastanza, restando su un piedistallo di purezza ideologica.
Nessun commento:
Posta un commento