Cari allevatori, il problema - per voi! - non è come chiamiamo i prodotti vegetali, ma il fatto che sempre più persone capiscano che si può vivere benissimo senza mangiare animali e derivati.
Che si chiami bevanda di soia o latte di soia, la verità è che l'industria del latte è in crisi comunque e non lo è perché le persone si confondono e prendono per sbaglio il latte di soia, ma perché hanno SCELTO di non finanziare più la schiavitù degli animali.
Tenetevi pure le vostre diciture. A proposito, in una nota si legge: “La denominazione latte è riservata esclusivamente ai prodotti della secrezione mammaria normale, ottenuti attraverso una o più mungiture, senza alcuna aggiunta o sottrazione”.
Ecco, già che ci siete, dovreste aggiungere alla definizione - per esser più precisi, visto che ci tenete tanto - anche questa dicitura: mungitura che si pratica dopo aver separato il vitellino dalla mucca - considerato uno scarto e quindi mandato al macello - sottoposta a cicli continui di inseminazione e parto fino a che sarà in grado di produrre latte per un certo profitto, dopodiché, quando la produzione calerà causa sfinimento organico, sarà mandata al macello; stessa sorte toccherà alle vitelline.
Chissà, forse noi vegani dovremmo esigere che sulle confezioni di latte, pardon, di secrezioni mammarie, si spieghi proprio questo.
P.S.: E comunque in nessun prodotto di origine vegetale c'è scritto veramente latte o formaggio, bensì "bevanda a base di", bevanda di soia", "preparazione vegetale" e via dicendo.
Nel linguaggio comune parlato, invece, si dice, per praticità, latte di soia, cappuccino di soia, formaggio veg. Ma la linguistica ci insegna che è praticamente impossibile imbrigliare il parlato, a meno che non intervengano divieti puniti severamente. Cosa tipica dei regimi dittatoriali.
P.S.: E comunque in nessun prodotto di origine vegetale c'è scritto veramente latte o formaggio, bensì "bevanda a base di", bevanda di soia", "preparazione vegetale" e via dicendo.
Nel linguaggio comune parlato, invece, si dice, per praticità, latte di soia, cappuccino di soia, formaggio veg. Ma la linguistica ci insegna che è praticamente impossibile imbrigliare il parlato, a meno che non intervengano divieti puniti severamente. Cosa tipica dei regimi dittatoriali.
5 commenti:
ottima risposta, Rita! da cindividere al volo (e infatti, ho condiviso).
tra l'altro, nella loro definzione di latte come SECREZIONE MAMMARIA, si calano le brache: il re è nudo, ecco che cosa è il 'latte'! non è un seGreto, ma un seCreto.
tra l'altro: senza aggiunte o sottrazioni? Falso: con l'aggiunta di un vitello, che viene sottratto alla madre (e ucciso) e nascosto al consumatore (ingannato)
Già, ci sarebbe molto altro da dire, ma la sintesi è che gli allevatori hanno paura di perdere il loro prezioso business.
Reazioni del tutto prevedibili. La Joy direbbe che dovremmo gioirne. Alla fine sono segnali positivi.
Ti ringrazio, come sempre, per la condivisione.
sono d'accordo. alla fine prendi contromisure solo contro qualcuno che temi abbia realisticamente la forza e la possibilità di danneggiarti.
Comunque questi grandi esperti dovranno anche chiedere ai dizionari di aggiornarsi http://www.treccani.it/vocabolario/latte/
E' una sentenza così bizzarra che non si può fare altro che essere d'accordo con Melany Joy.
Il latte animale si sta arrampicando sugli specchi.
Se si aggiunge poi, che verranno fatte delle eccezioni per latte di mandorle o altri prodotti, diventa evidente che questa mossa non è per evitare la confusione ai consumatori, ma per cercare di intralciare la concorrenza.
Che dire del latte detergente?
E dovremmo forse cambiare anche nome alla nostra galassia?
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