Secondo me il fatto che la Coop svenda gli agnelli a metà prezzo, al di là della tristezza del considerare individui al pari di oggetti - ma questo lo sapevamo già! - è un fatto positivo: significa che c'è un considerevole calo nelle vendite.
Chi svende è perché non vende. Per cui si prova ad abbassare il prezzo.
Infatti nel mondo occidentale si assiste a un'inversione di tendenza rispetto al culto della carne che c'è stato dal dopoguerra in poi: prima era considerata uno status symbol in quanto solo i ricchi potevano permettersela e per l'americano medio - scrive Rifkin in Ecocidio - potersi permettere la grigliata in giardino con gli amici era considerato un punto di arrivo, di svolta, di benessere raggiunto; adesso invece la popolazione benestante si volge al biologico e al vegan - l'ho visto con i miei occhi in California e nei quartiere bene di New York - mentre più ci si avvicina alle periferie povere e più si ritrovano fast food a ogni angolo.
Il mito della carne sta tramontando. Lentamente, ma inesorabilmente.
Per chi se lo fosse perso, qui il mio racconto del viaggio negli USA da un punto di vista antispecista.
2 commenti:
COOP è in buona compagnia L'agnello si svende ovunque. ESSELUNGA lo ha proposto al 40% e poi al 50%. Vedrai che il giorno prima di Pasqua lo metteranno in regalo dentro l'uovo...
ESSELUNGA vende anche la testa confezionata nel cellophane. C'è da svenire a guardarla.
Mangiare agnello diventerà presto una rarità, fatte salve certe zone d'Italia. Peccato che ci si commuova soltanto per un cucciolo ovino e non per il resto degli animali.
La mente umana è complicata...
Sì, è vero che purtroppo al momento ci si commuove solo per gli agnellini, però tante persone hanno iniziato il loro percorso verso il veganismo e l'antispecismo partendo dalla riflessione sull'ingiustizia di macellare una singola specie. Me compresa. Da qualche parte si deve pur cominciare. L'empatia ha strade tutte sue. O, come dici tu, la mente umana è complicata. ;-)
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