Tempo che precede la Pasqua, tempo di campagne contro il massacro degli agnellini e capretti. Ricordo brevemente che vengono uccisi a 21 giorni di età, quando sono ancora lattanti, dopo esser stati brutalmente strappati alla madre (e del resto qualsiasi strappo di tipo affettivo non può che esser brutale).
Nei social sto leggendo, come ogni anno, post che inneggiano contro l'ipocrisia della chiesa e della religione evidenziando quanto sia paradossale festeggiare la resurrezione di Cristo con un massacro di innocenti.
Secondo me il discorso della resurrezione ecc., insomma la parte prettamente religiosa, non c'entra più molto, nel senso che la prescrizione religiosa (peraltro ebraica, nemmeno cristiana) nel tempo si è secolarizzata e oggi l'agnello si mangia per tradizione culinaria (come il panettone a Natale, per dire), e non per stretta osservanza al dogma.
Non lo mangia solo chi va in chiesa ed è religioso, ma anche gli atei o quelli che credono però non sono praticanti.
Quindi facciamo sì informazione, ma come sempre; la chiesa, una volta tanto, non c'entra più di tanto. Vero che in questo periodo aumenta in maniera significativa il numero degli agnelli e capretti uccisi, ma nel rispetto della tradizione e non del precetto religioso.
Per cui rivolgiamoci a tutti, non solo ai credenti o a chi va a in chiesa.
La religione semmai ha ben altra e più gravissima colpa, quella di aver effettuato e rafforzato nel tempo (tutt'oggi) la divisione ontologica tra noi e gli altri animali, ma questo è un altro discorso più culturale/filosofico.
Altresì fuorviante è parlare di "sacrificio" in quanto il termine contiene ancora una marcata valenza semantica legata alla religione ed ha a che fare con la volontà della vittima di immolarsi (concetto peraltro già appartenente alle culture pagane e precolombiane); molto diverso dal massacro sistematico dell'industria della carne che uccide agnelli solo per profitto economico e specula sulle tradizioni per aumentare le vendite (un po' come succede per tante altre feste anche non religiose, come la festa della donna ecc..).
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