La liberazione animale è un processo.
Assodato questo, non credo sia ragionevole pensare che tutti gli allevamenti chiudano per motivi soltanto etici.
Ci sarà una fase in cui inizieranno a chiudere gli intensivi a fronte dell'adeguarsi del mercato rispetto alla richiesta dei consumatori, ma, come dicevo giorni fa, l'ipotesi della semplice conversione da intensivo ad estensivo non è facilmente realizzabile.
Ogni allevamento, grande o piccolo che sia, dovrebbe acquistare terreni, dismettere capannoni, cambiare la pratica di produzione che non dovrebbe essere più automatizzata. Avete idea di quanto costerebbe ciò in termini di investimento?
E se intanto chiudesse la metà degli attuali allevamenti, pur non essendo affatto una vittoria, ma un passo intermerdio, morirebbe la metà degli animali di oggi. Noi vogliamo salvarli tutti, certamente, ma, - e qui torniamo all'inizio della mia sintetica riflessione - la liberazione animale non è un atto immediato, ma un processo lento e lungo.
Se potessi aprire tutte le gabbie oggi stesso, ma, al di là dei proclami stile slogan, non credo sia fattibile.
Quindi, un conto sono gli obiettivi, un altro le strategie.
E chiarisco meglio, per non dare adito a equivoci: qui non si tratta di essere favorevoli agli estensivi, ma di capire che, comunque la si pensi noi, la reazione del sistema probabilmente tenterà quella strada. Starà a noi rivendicare allora con determinazione - anzi, continuare come sempre - ciò che ci sta a cuore: la fine di ogni tipo di allevamento e di ogni forma di sfruttamento, dominio e uccisione degli altri animali.
La via dell'estensivo aprirà una falla: noi dovremo insinuarci lì.
Se potessi aprire tutte le gabbie oggi stesso, ma, al di là dei proclami stile slogan, non credo sia fattibile.
Quindi, un conto sono gli obiettivi, un altro le strategie.
E chiarisco meglio, per non dare adito a equivoci: qui non si tratta di essere favorevoli agli estensivi, ma di capire che, comunque la si pensi noi, la reazione del sistema probabilmente tenterà quella strada. Starà a noi rivendicare allora con determinazione - anzi, continuare come sempre - ciò che ci sta a cuore: la fine di ogni tipo di allevamento e di ogni forma di sfruttamento, dominio e uccisione degli altri animali.
La via dell'estensivo aprirà una falla: noi dovremo insinuarci lì.
2 commenti:
"E se intanto chiudesse la metà degli attuali allevamenti, pur non essendo affatto una vittoria, ma un passo intermerdio, morirebbe la metà degli animali di oggi." E' vero ma più che morirne la metà, ne nascerebbe la metà.
Continuiamo a pensare di salvare gli animali non facendoli morire ma quelli di allevamento sono macchine che vengono create apposta per andare incontro alla distruzione.
Lo scopo è di non creare queste macchine, di non fare nascere questi disgraziati che scontano la morte vivendo.
Vero.
Lo scopo è fermare la macchina incessante dello sfruttamento animale.
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