giovedì 6 ottobre 2016

Disumano? No, solo troppo umano.


Pensiamo a quanto spesso usiamo il termine "disumano" per indicare qualcosa di orribile, di incredibilmente crudele, di particolarmente sadico compiuto verso qualcun altro.
Eppure, a ben guardare, dovremmo usare proprio il termine umano, anzi, troppo umano, giacché si tratta sempre di comportamenti, pratiche e azioni messi in atto da qualcuno della nostra specie.
Ciò che ci fa sentire superiori, speciali e quindi legittimati a dominare, sfruttare e compiere azioni spregevoli spacciandole per normalità è proprio quella sostanza che costituisce l'abisso che ci separa dagli altri animali - un insieme di racconti, credenze e mitologie frutto di una narrazione collettiva che è poi la storia della nostra cultura.
Solo riavvicinandoci al mondo animale da cui proveniamo, saltando dentro quell'abisso per risalirne nudi, al netto di ogni sovrastruttura culturale, ritrovandoci dunque gli animali che tutti siamo, potrebbe farci diventare di nuovo capaci di comprendere l'orrore che avvolge e annienta gli altri animali o chiunque di volta in volta sia paragonato a loro al fine di poterlo impunemente schiavizzare o uccidere.

4 commenti:

Rita ha detto...

Secondo te chi si rimpinza di grigliate e burgers nel mondo occidentale sta morendo di fame?

Leggiti Ecocidio di Rifkin e scoprirai che la fame nel mondo esiste anche a causa degli allevamenti che sprecano risorse e terreni che potrebbero essere coltivati per sfamare direttamente mezzo mondo.

Rita ha detto...

La tua argomentazione mostra una fallacia.
Io non parto affatto dal concetto di natura amorevole giacché la natura è necessità e basta.
Ma gli allevamenti sono un prodotto culturale, non della natura.

La nostra specie non è carnivora come i felini, siamo carnisti infatti, ossia vittime di una precisa ideologia che si chiama carnismo (www.carnism.org per approfondire, il termine l'ha coniato una psicologa statunitense che si chiama Melanie Joy, autrice anche del libro "Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche").
Possiamo vivere benissimo senza sfruttare animali. Il fatto che lo abbiamo fatto in passato in condizioni storiche diverse non giustifica quello che facciamo oggi.

UnUomo.InCammino ha detto...

Il problema è l'innaturale.
Il disumano è un termine senza senso.
Tutta la Natura si basa su diversità, competizione intraspecie, selezione naturale e in questo anche sulla predazione.
Le persone sono troppo artificializzate, quindi innaturali. Anche l'antispecismo è una delle patologie di questa artificalizzazione.
Solo un cittadino tecnoartificializzato può pensare che sia disumano il proucurarsi del cibo animale.
Infatti, uno dei principi dell'ecologia profonda non è l'antispecismo e altri divertimenti del genere, ma il fatto che dovresti uccidere personalmente ciò che mangi.

UnUomo.InCammino ha detto...

> Leggiti Ecocidio di Rifkin e scoprirai che la fame nel mondo esiste
> anche a causa degli allevamenti che sprecano risorse e terreni
> che potrebbero essere coltivati per sfamare direttamente mezzo mondo.

No
1 - La fame nel mondo esiste da sempre ed esiste da sempre anche in Natura.
2 - le comunità umane insostenibili per impronta ecologica soffrono la fame quando non riescono a prendere risorse (anche cibo) dall'esterno del proprio territorio e/o a conferire all'esterno i rifiuti che producono.
3 - L'ecologia è eticamente giusta e prevede la fame come meccanismo di riequilibrio di una popolazione cresciuta eccessivamente. Non ha nulla a che fare con la "giustizia" ammalata della morale ugualista, anche quella antispecista.