La storia ufficiale ricorderà sempre la data odierna per il crollo delle due torri e per il golpe cileno.
Pochi si ricorderanno della morte di una mamma: Daniza, uccisa dal Ministero dell'Ambiente e dalla regione del Trentino Alto Adige dopo essere stata braccata per un mese.
Eppure, come suggerisce Elsa Morante sul finale del suo romanzo più famoso e più bello, La storia, oltre i fatti ufficiali ci sono anche quelli di tanti singoli: storie di persone che mai verranno narrate o ricordate; persone che hanno subìto la storia ufficiale, ma che pure, a loro insaputa, hanno contribuito a tesserne la trama.
Daniza, come il piccolo Useppe della finzione letteraria, è una vittima della Storia, una vittima che, a differenza di altre, mai verrà commemorata.
“Ora nella mente stolida e mal cresciuta di quella donnetta, mentre correva a precipizio per il
suo piccolo alloggio, ruotarono anche le scene della storia umana (la Storia) che essa percepì
come le spire multiple di un assassinio interminabile. E oggi l’ultimo assassinato era il suo
bastarducccio Useppe. Tutta la Storia e le nazioni della terra s’erano concordate a questo fine; la
strage del bambinello Useppe Ramundo”
2 commenti:
E'stata uccisa da chi prima ha presi i finanziamenti per gli orsi e poi non li ha piu'voluti. A 70 anni dalla nascita della Repubblica avere ancora le regioni a statuto speciale e'ridicolo. Anzi, tragico.
Verissimo.
Ma anche il ministero dell'Ambiente sarebbe potuto intervenire ricordando che, al di là dello statuto autonomo, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato, anche quella delle regioni autonome. Invece non ha mosso un dito.
Complici tutti, ministero e regione.
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