Il X Agosto di Pascoli è uno degli esempi più fulgidi di espressione artistica (in questo caso poetica) riuscita.
Il poeta astrae dal suo dolore personale (la morte del padre) una riflessione dapprima particolare (la morte della rondine e dei suoi rondinini), e poi universale (il dolore cosmico).
Il dolore intimo, quello particolare e quello cosmico si fondono così in tre immagini sovrapposte e distinte che però sono al tempo stessa l'una metafora dell'altra.
Le vicende personali di ognuno diventano interessanti solo quando appunto riescono ad elevarsi a riflessioni più universali ed esistenziali. La differenza tra un un'opera d'intrattenimento e un'opera d'arte è tutta qui, in fondo (sì, poi c'è il discorso della forma, ma per me forma e contenuto non sono mai davvero distinti. Se non c'è forma non c'è nemmeno contenuto. O meglio, la forma esprime il contenuto; e quello della polisemia, che però è implicita nel movimento di astrazione dal personale all'universale.).
Un'altra opera perfettamente riuscita in questo senso è Melancholia di von Trier in cui la depressione (malessere privato) e il dolore cosmico si fondono in una tragedia che diventa l'una metafora dell'altra.
X Agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d'un pianto di stelle lo innondi
quest'atomo opaco del Male!
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