A proposito di antivivisezionismo: oltre al discorso etico dovremmo essere in grado di portarne avanti uno politico che evidenzi quanto sia sbagliata la difesa a oltranza di un metodo scientifico incapace di mettersi in discussione e che quindi finisce per diventare dogma (non molto diverso da quello religioso).
Dovremmo lottare altresì per abbattere quella deferenza che troppo spesso manifestiamo nei confronti di chi si fa portavoce - non già autorevole, ma addirittura autoritario - di un mondo scientifico chiuso all'esterno e impermeabile a qualsiasi critica o osservazione di tipo politico; mondo che diventa così una sorte di enclave autoreferenziale slegata dall'etica e sorda agli appelli di una comunità che si evolve e chiede cambiamenti.
La scienza non può affrancarsi da tutto il resto: etica, cambiamenti culturali, progresso sociale e politico.
Un'altra cosa che dovremmo combattere è l'uso strumentale e retorico dei bambini malati per far leva sulle emozioni del popolo, nonché la falsa opposizione "o il topo o il bambino": falsa perché non è uccidendo un topolino - in realtà ne vengono uccisi a migliaia solo per la ricerca fine a sé stessa (che non ha un obiettivo specifico), per esperimenti inutili e per le pubblicazioni - che si salverà un bambino e perché semplicemente le cose non stanno in questo tipo di rapporto. Gli altri animali non sono nostri nemici dalla cui uccisione dipenderà la nostra vita.
P.S.: sulle analogie tra un certo tipo di scienza dogmatica e la religione scrissi questa riflessione tre anni fa, in occasione dell'occupazione dello stabulario di farmacologia di Milano.
2 commenti:
La Scienza deve studiare la sua storia.
Perfetto. Ho letto una frase da qualche parte (dio mio son sempre così, ma un po' di memoria in più a Natale me la potrebbe portare?!?!)
che lo esprime molto bene.
La cercherò, tornerò e la scriverò!
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