- Non è una novità che per gli animali cui si dà un nome, di cui si racconta una storia, che quindi hanno un passato e un'identità, si provi maggior empatia rispetto a tutti gli altri che sono solo dei numeri.
Cecil il leone, esattamente come Daniza l'orsa o come Alexandre il giraffino sono entrati nell'immaginario collettivo in quanto individui (come dovrebbe esser per tutti gli altri). Per questo la vicenda delle loro morti ha colpito particolarmente anche le persone che solitamente se ne fregano della questione animale.
È giusto o sbagliato parlarne? Giusto, ma sarebbe bello se le loro immagini scalfissero il velo dell'abitudine, della tradizione, della cultura specista e del dominio che legittima lo sterminio di tutti gli altri loro simili - invisibili - morti nell'indifferenza. Non dico che essi debbano diventare dei simboli, ché sarebbe l'ennesima strumentalizzazione agita e perché dobbiamo ricordarcene in quanto singolarità, ma che dovremmo estendere i nostri discorsi fino a includere tutta la massa invisibile e senza nome.
- Le trasmissioni televisive recitano titoli come "vegani contro onnivori". Una semplificazione e banalizzazione di una questione ovviamente molto più ampia e complessa. Il titolo giusto dovrebbe essere: persone che lottano contro un sistema che giustifica la violenza sugli individui senzienti.
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