Per quanto sia stato scritto nel 1906, è un libro tristemente attuale.
L'invettiva contro il sistema capitalista, presente in tutto il testo, ma esplicita negli ultimi capitoli, spiega con parole semplici e con enorme lucidità il meccanismo che ne è alla base e che stritola una moltitudine enorme di individui senzienti, logorandone anima e corpi.
Packingtown, il quartiere dei macelli di Chicago, è reale e simbolico al tempo stesso: si nasce e si finisce tutti alla catena di smontaggio. Ma le cose potrebbero cambiare, purché si prenda consapevolezza e ci si attivi. In un sistema diverso tutti potremmo lavorare una sola ora al giorno. Perché il resto del tempo che ci viene succhiato è impiegato a produrre beni non necessari e tutti i servizi inerenti.
Certo, è doloroso constatare oggi, a più di un secolo di distanza, come - nonostante il romanzo all'epoca sia stato accolto con fervore e abbia suscitato molto scalpore - non solo le cose non siano affatto cambiate, ma siano addirittura peggiorate; questo perché certamente, se un libro può aprire gli occhi, non basta certo acquisire dentro di sé la consapevolezza per lottare contro l'oppressione e il dominio. Quello è un primo passo. Poi bisogna impegnarsi, giorno dopo giorno.
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