A volte sono stanca. Stanca dell’indifferenza, dell’ottusità, degli sguardi che ti scivolano addosso con fastidio, delle frasi stupide e prive di logica, dell’egoismo, della fretta, dell’aggressività, dei “no grazie” e a volte persino dello scherno.
A volte sono stanca di stare tante ore in piedi a reggere un cartello o di farmi chilometri per partecipare a un evento.
A volte sono stanca di sentirmi fare sempre le solite domande e di ripetere, ormai quasi a memoria, le stesse risposte.
A volte sono stanca delle provocazioni e degli insulti e dei tentativi delle persone di aggredire per difendersi dai sensi di colpa.
A volte sono stanca della mole di dolore che ti frana addosso all’improvviso quando realizzi che tu sei solo un testimone della sofferenza altrui, ma che in quel preciso momento, e anche dopo, anche adesso, non puoi fare nulla per alleviarla.
A volte sono stanca perché l’attivismo è un impegno che grava costantemente sulla coscienza e sulla testa, prima ancora che sulle gambe. Quando si finisce un presidio, un banchetto, una manifestazione e si torna a casa, quelle immagini di animali massacrati, schiavizzati, umiliati continuano a rimanere davanti agli occhi e non è facile voltare pagina e mettersi a fare una cosa qualsiasi. Specialmente quando si protesta in certi luoghi dove gli animali sono presenti e dove puoi sentire i loro lamenti, le loro grida, annusare la loro sofferenza, ma sai anche che non puoi fare nulla, almeno sul momento, per liberarli.
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2 commenti:
Auguri
Grazie Erika. :-)
Ti sei ricordata... che carina. :-)
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