giovedì 6 novembre 2014

Domande che non necessitano di molte risposte


Ultimamente mi sento in imbarazzo a rispondere alla domanda: "come mai sei vegana?".
Cioè, ma c'è bisogno che ti faccia i disegnini dei macelli?
Sì, sì, sto facendo del sarcasmo. Lo so. In realtà c'è bisogno eccome di spiegarlo perché la gente non mette in discussione pratiche consolidate nel tempo considerate normali, naturali e necessarie. E rimosse dalla sfera emotiva per autodifesa. 
Solo che a volte ho come la sensazione di parlare a vuoto. Ogni mia parola sembra finire in un gorgo per poi essere inghiottita dal nulla. 
Però, paradossalmente, è proprio in momenti come questi che riscopro il valore dell'attivismo pratico, concreto, del lottare per salvare anche soltanto una vita. Che forse è l'unica possibilità che ci sarà mai concessa. 

2 commenti:

Sara ha detto...

l'industria alimentare produce polpette di tutte le fogge, a forma di palline, di stelle, di pupazzi, tutto per far dimenticare il sangue e la morte da cui ha origine quel prodotto.

Edo ha detto...

Sì! Come per le patate: spicchi, listarelle, ondine, crocchette e faccine sorridenti...

(È un argomento serio, argomentiamo seriamente suvvia...)

[Uff, oggi son acido, chiedo scusa.]