Mi piace definirmi animalista perché innanzitutto siamo animali anche noi appartenenti alla specie homo sapiens, e poi perché sono orgogliosissima di combattere una battaglia così altruista e fondamentale come quella per la liberazione dei non umani dal nostro dominio.
Non si tratta di fare del paternalismo, ma i non umani sono veramente alla totale mercé nostra poiché incapaci di affrancarsene con gli strumenti a loro disposizione.
Negoziano, lottano, si ribellano, si esprimono, certo, ma sia perché ci fa comodo non ascoltarli, sia perché non ne siamo capaci, è evidente che da soli non possono farcela.
E poiché sono in assoluto i più abusati di tutti, io sono fiera di aiutarli, di combattere per loro e insieme a loro.
Fiera di essere animalista, ossia per gli animali.
Non abbiate paura di usare questo termine, non abbiate paura di esporre al mondo le ragioni degli animali.
Non pensiate mai e poi mai che questa sia una battaglia minoritaria o meno degna di essere combattuta di altre.
Ci proveranno, ci proveranno in tutti i modi a dirvi che ci sono "cose più importanti per cui combattere", ma voi abbiate sempre il coraggio di rispondere che non esiste al mondo nulla di più importante di quella di combattere per chi non ha voce.
5 commenti:
quel che dici alla fine è verissimo, Rita. e ogni tanto fa tanto bene ripeterlo (e ripeterselo) :)
Grazie Giovanni. :-)
Ti ho menzionato nell'ultimo post. ;-)
segnalo questo libro interessante
file:///Users/macbookair/Documents/documenti%20sandra/I%20filosofi%20e%20gli%20animali:%20i%20ragni%20di%20Spinoza%20e%20le%20mosche%20di%20Leibniz.webarchive
Jonuzza
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=15553
mi sa che così è meglio
Jonuzza
Grazie Jonuzza, prendo nota! Sembra interessante!
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