Possiamo dire di essere abbastanza soddisfatti del risultato che abbiamo ottenuto ieri.
Una delegazione di tre persone è stata ricevuta da alcuni funzionari del Ministero dell'Ambiente, tra cui l'avv. Paolo Grasso, vice-capo di Gabinetto.
Hanno ascoltato con vivo interesse le nostre ragioni, che poi sono quelle di Daniza e i suoi cuccioli.
Quindi ci hanno consigliato di fargli pervenire quanto prima una relazione tecnica, redatta e firmata da esperti dei vari settori, in cui effettivamente si dichiari la non pericolosità dell'orsa nei confronti dell'uomo, l'impossibilità dei cuccioli di poter sopravvivere all'inverno se la loro madre venisse catturata e venissero così loro sottratte le necessarie cure parentali, un protocollo da seguire per insegnare (e sensibilizzare) alle persone che si addentrano nei boschi come comportarsi ai fini di una convivenza con la fauna selvatica nel rispetto di quest'ultima e senza che vi siano pericoli per l'uomo.
Abbiamo interpellato (e stiamo interpellando) vari esperti, etologi ecc. che a breve ci faranno pervenire le loro relazioni; appena pronte le consegneremo. A quel punto al Ministero non avranno altre scuse per non ritirare l'ordinanza di cattura dell'orsa.
L'incontro ci è parso positivo, ci hanno ascoltato con molta apertura e si sono dichiarati pronti a ricevere consigli dagli esperti su come gestire il reinserimento degli orsi al meglio.
Ancora grazie a tutti per il sostegno e la presenza di ieri.
Nell'occasione abbiamo consegnato anche una lettera, a nome di liberi cittadini, diretta al Ministro dell'Ambiente, di cui una copia regolarmente protocollata e consegnata all'Ufficio smistamento posta ministeriale e un'altra consegnata brevi manu ai funzionari che ci hanno ricevuto.
Il testo integrale qui di seguito:
"Onorevole Ministro Gian Luca Galletti,
ci siamo riuniti in data odierna di fronte al Ministero da Lei presieduto per chiederLe di fare quanto in suo potere al fine di revocare l’ordinanza di cattura dell’orsa Daniza poiché, come dichiarano moltissimi esperti in materia, non esiste motivazione valida per temere l’incolumità degli abitanti trentini e dei turisti ed anzi, la convivenza tra orsi e uomo, ove ci fosse opportuna educazione e informazione, apporterebbe alla comunità benefici di vario tipo.
Ci permettiamo pertanto di sottolineare alcuni punti chiave, affinché Lei abbia la possibilità di compiere l’unica scelta saggia possibile intesa tanto nell’interesse della fauna selvatica (nello specifico: Daniza e i suoi cuccioli), che dell’uomo.
- Daniza ha semplicemente messo in atto un’azione di legittima difesa contro l’incauto cercatore di funghi e non ha quindi dimostrato un comportamento anomalo che la qualificherebbe come animale dannoso e pericoloso; l’orsa ha agito infatti come avrebbe fatto qualsiasi altra madre, umana inclusa, ovvero allontanando dai propri piccoli colui che costituiva un potenziale pericolo; se fosse stata sua intenzione ucciderlo (gli animali non umani hanno intenzionalità dei propri gesti) avrebbe potuto farlo, ma non l’ha fatto, dimostrando così le sue attenzioni affatto aggressive, ma di natura esclusivamente difensiva.
Non è certo nostra intenzione colpevolizzare la persona che, anziché avvertire della sua presenza in anticipo, (dando modo a mamma orsa di fuggire con i piccoli) o tornare indietro ha preferito nascondersi e fermarsi a spiare i cuccioli, ma nemmeno possiamo accettare che per un errore umano e conseguentemente a un progetto messo a tavolino dagli umani (il reinserimento degli orsi nei boschi del Trentino) debbano essere gli animali non umani a farne le spese.
- I cuccioli di orso rimangono con la madre fino a oltre i due anni età, periodo durante il quale apprendono da lei le tecniche di caccia, arrampicamento sugli alberi, ricerca di ripari adatti per la notte e per il freddo... in poche parole, tutto ciò che è loro necessario per la sopravvivenza; considerando che al momento hanno soltanto otto mesi è impensabile credere che possano farcela a sopravvivere da soli, soprattutto ora che la stagione estiva è ormai alle porte e che in quelle zone farà presto molto freddo. Non sono in grado di procacciarsi il cibo, né di capire dove e come rifugiarsi; fatto ancora più grave: la perdita così precoce della madre gli provocherebbe un enorme trauma emotivo e conseguente spaesamento e depressione. L’etologia è concorde nel dichiarare il profondo attaccamento dei cuccioli di orso alla madre quando sono ancora così piccoli.
Separarli dalla madre, significherebbe, in altre parole: condannarli a una lunga agonia, fisica e psicologica, e morte quasi certa.
- Rinchiudere un animale selvatico in uno spazio ristretto rappresenta un’enorme forma di crudeltà, oltre che un gesto che qualifica noi, appartenenti alla specie homo sapiens, come arroganti e incapaci di assumere una prospettiva più avanzata rispetto ad un ottuso antropocentrismo. Alla luce di nuovi studi multidisciplinari sull’animalità –Animal Studies – è stato dimostrato come gli animali non umani che con noi condividono il pianeta non possano essere considerate figure sullo sfondo, da sfruttare in maniera indiscriminata per un esclusivo tornaconto a misura dell’umano, ma sono portatori di un’ infinità molteplicità di vista sul mondo, non meno pregnanti e significativi del nostro. Sono individui senzienti. Oggi le nuove discipline filosofiche e politiche stanno pertanto rifiutando ed abdicando all’idea che l’animale umano e le sue peculiarità genetiche siano l’unico parametro da adottare e di cui tener conto per decidere di come stare al mondo e relazionarsi in e con esso.
Il caso di Daniza è emblematico in questo senso: la sua esistenza, di cui arbitrariamente abbiamo già deciso una volta in relazione al progetto Life Ursus, ora sta per essere calpestata perché qualcuno, cioè alcuni appartenenti alla specie umana, ha deciso essere poco gradita. Tutto ciò rappresenta un’enorme mancanza di rispetto nei confronti delle altre specie, dell’Alterità nella sua forma più manifesta. L’atteggiamento di discriminazione morale di un individuo solo perché appartenente a un’altra specie da quella dominante e il mancato rispetto delle sue caratteristiche specie-specifiche (noto come specismo, discriminazione che oggi viene dibattuta in tutto il mondo) è quello che noi oggi mettiamo in discussione.
- Vorremmo altresì far notare che ad oggi il più alto numero di incidenti avvenuto nei boschi è causato dall’attività venatoria: solo durante la stagione 2013/2014 – per un totale di 60 giorni di caccia – sono state ferite, in alcuni casi anche gravemente, 80 persone e 25 sono morte. Incalcolabile invece il numero di animali, spesso appartenenti a specie in via d’estinzione, cui è stata tolta la vita.
Dunque ci parrebbe assolutamente prioritario abolire un’attività che provoca così tanti incidenti e non catturare un animale selvatico dal comportamento perfettamente normale.
Vogliamo essere propositivi e fornirLe degli spunti di riflessione:
- In città ci sono delle regole da rispettare. Nessuno tenterebbe di attraversare una strada trafficata senza aspettare il verde pedonale. A meno che non si voglia mettere a rischio la propria incolumità.
Lo stesso va fatto quando ci si immerge nella natura, che sia mare aperto, alta montagna o sentieri boscosi.
Si fa attenzione a dove si mettono i piedi, ci si sposta cautamente, si è consapevoli che si potrebbero fare incontri con animali selvatici.
In questo caso ci si allontana, oppure si fa rumore per assicurarsi che sia l'animale stesso a scappare. Si tratta di mettere in atto regole di buon senso e di educazione civica.
Se Daniza ha sfortunatamente ferito lievemente un cercatore di funghi che non ha messo in atto le normali regole di comportamento in ambienti selvatici, la soluzione giusta non può essere quella di rimuovere il problema, ma di prepararsi affinché la prossima volta che si ripresenti si sappia come comportarsi; detto in altre parole: se in città passassi col rosso e mi investisse un’automobile, la soluzione non potrebbe essere quella di eliminare le macchine, bensì quella di ribadire quale dovrebbe essere il comportamento corretto da adottare quando si attraversa la strada.
In moltissimi paesi del mondo ed europei gli orsi vivono tranquillamente nei loro boschi (orsi anche di mole decisamente più grande, come il grizzly, sottospecie dell’orso bruno che vive in nord America) senza che questo venga percepito come un “problema” o un pericolo per l’uomo; al contrario, l’ambiente, l’ecosistema tutto, compresi noi, nonché il turismo e l’economia beneficiano di questo connubio naturale tra animali selvatici e presenza dell’uomo. A patto che si mettano in atto quelle poche sagge, di comune buon senso, regole civili di convivenza e rispetto degli animali selvatici che vivono liberi nel loro habitat (come sempre dovrebbe essere!).
Dovrebbe esistere al riguardo una informazione precisa e dettagliata da fornire sia ai residenti che ai turisti ai quali potrebbe essere distribuita negli alberghi ove alloggiano. Inoltre, essendo gli orsi muniti di radiocollare, si potrebbero emanare dei bollettini giornalieri, come si fa per le condizioni del mare utili ai naviganti, nei quali comunicare la presenza degli orsi e quindi la necessità di stare lontani da quei luoghi.
Negli Stati uniti vi sono intere aree destinate agli animali selvatici, dove dei cartelli informano che si entra in quelle aree a proprio rischio e pericolo e si è anche soggetti a sanzioni.
Dato che il territorio è molto vasto e il progetto Life Ursus prevede la presenza di massimo 60 orsi (soglia non ancora raggiunta, sembra ve ne siano 45) sicuramente sarà possibile andar per funghi o in escursione nelle zone in quel giorno libere.
Le chiediamo pertanto di dare un esempio di civiltà e conoscenza delle moderne teorie sulla coesistenza uomo e natura selvatica nel pieno rispetto di quest’ultima.
Come è stato dimostrato ampliamente: se la natura può fare a meno dell’uomo, non altrettanto può dirsi del contrario; quindi, che si abbia cura e rispetto del pianeta che ci ospita e di tutti i suoi abitanti, altri individui senzienti che vi vivono e che non hanno meno diritto di noi solo perché appartenenti ad una specie diversa dalla nostra.
Non possiamo ridurre ogni spazio a un’enorme proprietà privata controllata e a nostro uso e consumo.
Finiamo questa lettera ricordandoLe che moltissime personalità politiche e non, nonché la maggior parte della popolazione italiana si è espressa contro la decisione di catturare Daniza e separarla dai cuccioli. Quelle che Lei ha, in una nota di ieri apparsa sui media, definito “polemiche delle associazioni animaliste” sono invero proteste a gran voce e precise richieste. Peraltro, non c’è affatto bisogno di definirsi “animalisti” per ritenere come profondamente ingiusta la decisione di catturare Daniza.
Se tale decisione sfortunatamente non venisse revocata, siamo sicuri che il Trentino Alto Adige perderà molto del suo turismo, e noi, come paese, faremo una pessima figura agli occhi del mondo.
Firmato
Liberi Cittadini Indignati"