"L'azione dei media è quella di far accadere le cose piuttosto che di darne conoscenza."
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, 1964
Recuperato un testo acquistato la scorsa primavera presso un centro sociale per una serata NoTav in cui era ospite Erri De Luca. Si chiama "Nemico Pubblico" e racconta la storia (VERA, perché quella raccontata dai media è stata costruita per creare un mostro) di Marco Bruno, il ragazzo che "osò" (il mio "osò" è ironico, anzi, sarcastico) chiamare "pecorella" un poliziotto armato fino ai denti, col volto coperto, chiamato a svolgere il proprio "dovere" di disperdere - usando gas (tossici, del tipo vietato nell'EU), manganelli e forza bruta - i manifestanti che avevano bloccato l'autostrada.
Perché Marco è stato dipinto dai media come un mostro? Ovvio, perché dopo il caso avvenuto il giorno precedente dell'altro ragazzo, Luca, che per difendere la valle era salito sul traliccio elettrico e poi era caduto - rischiando la vita (109 giorni in ospedale), a causa dell'inseguimento delle forze dell'ordine fatto senza mettere in sicurezza il posto, senza chiamare i vigili del fuoco, senza rete di protezione ecc. - c'era bisogno di soffocare la crescente simpatia e sostegno popolare al movimento NoTav e quale occasione migliore del discorso di Marco, riportato tagliato e monco della parte finale, per farlo apparire come un movimento violento, irrazionale ecc.?
Caso vuole che in questi giorni stia leggendo anche "Finalmente la liberazione animale!" di Malanie Joy e trovo che ci sia una continuità tra i due movimenti, seppure specifici e diversi, continuità quanto meno da ravvisare nei metodi che il sistema (e i media) adotta per reprimere qualsiasi istanza e movimento che si opponga allo status quo.
Uno dei metodi più usato ed anche più efficace per distruggere un movimento, dice la Joy, è quello di farne apparire i rappresentanti come degli invasati, violenti, irrazionali o, nel caso degli animalisti, come delle mammolette ultrasensibili che si lasciano intenerire dagli animaletti graziosi anziché occuparsi di problemi più seri.
Credo sia importantissimo sapere quali metodi e strategie adotta il sistema per difendere il proprio status quo, non di meno che migliorare i nostri.
Quindi consiglio la lettura di entrambi i testi.
P.S.: Nemico pubblico non è in vendita presso i canali ufficiali, ma circola durante le serate organizzate per raccontare il movimento NoTav e credo che ovviamente si possa ordinare attraverso i siti di informazione dello stesso. Da antispecista, l'unico appunto che mi sento di fare a Marco è quello di aver usato un nome comune di animale per rappresentare vizi e squallide rappresentazione di potere tutti umani; appunto che rivolgo anche al sottotitolo del testo Nemico pubblico ("pecorelle, lupi e sciacalli"). Ma so, almeno così si legge nel testo, che tale critica gli è già pervenuta da antispecisti interni al movimento NoTav.
5 commenti:
A me quel tipo ha infastidito, non credo che abbia fatto buon gioco ai no-tav, anzi.
E'chiaro che è difficile, se non impossibile però fare arrivare la verità attraverso i mass media tradizionali. Poi in questo paese basta millantare la creazione di posti di lavoro che l'opinione pubblica si beve qualsiasi cosa, però la TAV a casa loro certo non la vorrebbero.
Ciao Sara, ti ricopio il commento che ho scritto anche su FB a una persona che più o meno ha fatto la tua stessa osservazione.
"... leggi il libro e vedrai che l'immagine dei poliziotti e dei Notav che ne esce è assai diversa da quella dipinta dai media. Quel giorno i manifestanti, dopo il caso di Luca caduto (perché spinto sempre più in alto dalle forze dell'ordine) dal traliccio, avevano occupato l'autostrada, erano una cinquantina di lavoratori che avevano approfittato della pausa pranzo per andare a salvare la loro terra. Si trovano davanti poliziotti in assetto da guerra, col volto coperto e senza nemmeno il numero identificativo, pronti a sparare gas tossici ad altezza uomo (e leggi poi cosa hanno fatto dopo, ché di queste cose i giornali e le tv non parlano; un anticipo: caccia all'uomo fin dentro il paese, vetrine di una pizzeria spaccate perché la proprietaria era chiusa dentro per la paura e non riusciva a trovare le chiavi, caviglie spaccate a una signora e manganellata e altro ancora), poliziotti che sì eseguono il loro dovere, (ma chiediamoci allora da che parte stiamo, se di quello "doveroso" dello stato che distrugge un'intera vallata o di quello che difende la propria terra dagli abusi del capitalismo), ma che anche usano la forza e la violenza. E di fronte a un uomo armato fino ai denti, col volto coperto, cosa vuoi che sia se un ragazzo a volto scoperto, che dice il suo nome e cognome, lo chiama "pecorella"? Ma scherziamo? Non c'è proporzione tra le due cose. Peraltro tutti i media hanno tagliato la parte finale del suo discorso in cui alla fine dice al poliziotto: "e comunque non siete voi il nostro problema, alla fine vi vogliamo bene". Questo libro è stato scritto proprio per raccontare la verità perché la storia dei manifestanti che aizzano e provocano la polizia NON esiste, è stata una costruzione tutta mediatica. I manifestanti lì hanno ben altro cui pensare che provocare i poliziotti... come se a noi animalisti ci dicessero che aizziamo i poliziotti, quando invece è ovvio che i nostri problemi e i nostri "nemici" sono altri. Quindi prima di esprimere un giudizio bisogna informarsi bene. Non credere ai media, che falsificano e costruiscono le notizie solo per difendere lo status quo. Tutto il PD è a favore della Tav, pensa un po'... e i giornali cosa vuoi che dicano? Cioè, c'è un poliziotto armatissimo, col volto coperto, con casco, manganello e tutto, e di fronte un ragazzo disarmato, a volto scoperto che gli dice (per la rabbia di quello che sta accadendo e lui lo spiegherà bene dopo) due parole, peraltro sarcastiche, non violente, e i media lo dipingono come un mostro, come un feroce terrorista? Ma scherziamo?"
Dici che ti ha infastidito? Di più del vedere un poliziotto armato col volto nascosto e senza numero identificativo? Di più del sapere che poco dopo quello stesso poliziotto, insieme ad altri, probabilmente avrebbe tirato gas tossici ad altezza uomo e manganellato manifestanti disarmati? Di più di quello che stanno facendo in quella valle?
Peraltro, ripeto, il ragazzo alla fine ha aggiunto "il problema comunque non siete voi, vi vogliamo bene".
Vorrei vedere se venissero a distruggere il posto in cui vivi tu e dopo anni di lotta per difenderlo ti trovassi di fronte poliziotti in assetto da guerra. Una frase sarcastica, seppure arrabbiata, ci può stare. Ricordiamo che il ragazzo era disarmato, a volto scoperto e ha dichiarato le sue generalità.
P.S.: il cattivo gioco ai NoTav non è stato lui a farlo, bensì la stampa, che ha strumentalizzato ad arte la vicenda. Tanto che tutta la valle è stata solidale con lui. Ma invece ha ricevuto minacce anonime, anche contro suo figlio e la sua compagna, per via di come i media lo hanno rappresentato, dipingendolo come un mostro ed esaltando il poliziotto che sarebbe stato "eroico" nel non reagire. Reagire a cosa? A un "sei una pecorella"? Ma scherziamo?
Ciao Rita
da qui http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=13512 si accede al racconto della storia di marco bruno della val susa che mira a smontare i meccanismi della narrazione tossica.
Grazie Emmeggì. Ti sono ancora debitrice di un commento al tuo pezzo sulla maternità, abbi pazienza... :-)
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