(Immagine realizzata da Andrea Festa)
Allegra famigliola con cucciolo di bassotto al seguito mezzo stordito per via delle "manipolazioni" poco accorte dei bambini piccoli. Mi fermo a osservare la scena.
Dico: "Che carino". La signora risponde: "Visto? Nuovo acquisto, lo abbiamo appena comprato, proprio ora, siamo giusto usciti dal negozio qui accanto".
Quella frase "nuovo acquisto, appena comprato" mi ha colpito come un pugno allo stomaco, mi ha fatto un effettaccio difficile a descriversi.
Possibile che ancora gli animali siano venduti nei negozi come oggetti e che una persona qualsiasi possa entrare e prenderli così come si prenderebbe un barattolo di pomodoro da uno scaffale?
Per carità, magari questo cucciolo starà benissimo e avrà una vita felice, gli avevano comprato pure un sacco di cose, cuccetta, trasportino, collarino ecc., ma il mio pensiero è andato inevitabilmente a tutti i cani rinchiusi nei canili, abbandonati, nati sulla strada, vittime di esperienze spesso traumatiche, cani che aspettano solo uno sguardo, una carezza, una seconda, a volte terza o quarta possibilità.
Gli animali nella nostra società ancora si vendono nei negozi e all'interno dei centri commerciali. Vendono uccellini nelle gabbiette, pesciolini in acquari minuscoli, gattini e cagnolini, rettili, esemplari di specie esotiche, topini, cavie, conigli, criceti, spesso senza nemmeno una casetta per ripararsi dagli sguardi delle persone. Se ne stanno tutto il giorno esposti alle grida, alle risate, alle occhiate curiose. A volte vengono presi, portati alla cassa e venduti. Se fortunati la loro destinazione sarà in una casa accogliente, altrimenti verranno scaricati, abbandonati, riportati indietro non appena diventati adulti. E andranno ad aggiungersi agli altri nei canili, nella migliore delle ipotesi.
Finché non capiremo che la vita non si compra, resteremo sempre un popolo - a prescindere dalla nazionalità e cultura di appartenenza - barbaro e incivile. La peggiore delle specie.
Gli animali non si comprano, si adottano dai rifugi o canili, gattili o attraverso i tanti appelli disperati.
Gli animali non si comprano, si liberano.
4 commenti:
Un 'pezzo' (come si dice in gergo, molto appassionato, Rita. Che bello! Dire che scrivi bene mi sembra oramai pelonastico, ma va comunque detto.
Mi riconosco in pieno in quel che scrivi, e spesso ho avuto a che dir parole con persone che invece non ci trovano nulla di strano a comprare animali, a fare centinaia o persino migliaia di chilometri pur di andare nell'allevamento 'serio' o 'giusto'.
Quelli che "è giuso pagare l'allevatore, perché si dà riconoscimento al suo lavoro di selezione della razza, per ottenere esemplari tipici, equilibrati e dalle caratteristiche garantite e conosciute". Quelli che parlare di cani in canile che aspettano "è fare sempre polemica,dai".
Nel mio piccolo, posso ben dire che i cani (e tutti gli altri-altri animali) sono INDIVIDUI, con carattere e personalità unica e irripetibile e irriducibile a qualsivoglia canone; che i cani adulti dal canile comprendono molto presto che sono in una nuova casa e famiglia, con un nuovo umano che presta loro attenzione; e che - infine - non c'è limite di età o di razza per continuare a voler conoscere, imparare (sto parlando dei cani).... e si potrebbe continuare coi pregiudizi odiosi e ipocriti che non stanno in piedi...
Io penso che la vendita di qualsiasi animale in negozi e centri commerciali dovrebbe essere proprio bandita.
Primo, perché non sono oggetti. Secondo, perché spesso non vengono tenuti in condizioni ottimali (anch'io ho visto purtroppo situazioni davvero tristi). E terzo, perché vengono venduti a chiunque, persone che magari non hanno alcuna idea di come sistemarli una volta a casa, o che li trascureranno, eccetera. Una vendita indiscriminata.
In passato ho comperato animali. Il mio primo criceto, tutti i porcellini d'India e il coniglio li avevamo presi in diversi "negozi di animali".
Oggi di certo mi rivolgerei ad un privato che ha dei cuccioli, come ho fatto con Clinty, oppure andrei presso qualche associazione che si occupa degli animali che mi interessano.
Riguardo cani o gatti di razza, però, penso che l'esistenza di allevamenti, se seri, sia accettabile.
Ovviamente canili e gattili sono pieni di animali in cerca di casa, e sì, adottare uno di loro è un gesto bellissimo (Hitch proviene proprio da un rifugio vicino a casa nostra).
E' anche vero però che le razze esistono, e se ci sono persone serie e appassionate che vi dedicano il loro tempo, io non ci vedo niente di male.
Come non vedo niente di male nel decidere di prendere un cane di una determinata razza, che abbia quindi determinate caratteristiche, fisiche, ma anche e soprattutto caratteriali, che sono proprio (o almeno il più possibile) quello che fa per noi. Forse è un discorso egoistico, ma io la vedo così.
Anche perché l'essere peloso che ho deciso di prendere appartiene proprio ad una determinata razza, così metto le mani avanti :-)
Che vi devo dire, me ne sono innamorata, e penso che per me, e per come è la mia vita, sia perfetto.
Posso dire, "a mia discolpa", che se mi fosse possibile avrei piuttosto adottato un galgos, essendo io una fan dei levrieri. Ma per varie ragioni logistiche ora come ora non posso (conto comunque di farlo in futuro).
Così alla fine, pensa che ti ripensa, rimugina e rimugina, ho scelto quell'altro peloso (non è l'afgano, ovviamente, anche se altrettanto capellone ma decisamente ridotto).
buona notte :-)
Ciao Giovanni,
grazie per il tuo bel commento e per i complimenti per la mia scrittura, sempre molto graditi. :-)
Ecco, hai aggiunto una riflessione importante: molte persone si rivolgono ai negozi perché vogliono il cane cucciolo e pensano di trovarlo solo lì; ignorano la bellezza del gesto di adottare un cane già avanti con gli anni, che magari ha trascorso tutta la sua vita in canile, senza mai fare una passeggiata, ricevere una carezza e che aspetta solo di essere accolto in una famiglia. Purtroppo si acquista il cane sempre per motivazioni egoistiche (per soddisfare se stessi o, peggio ancora, per fare la guardia ecc.) e mai per compiere un gesto realmente altruistico.
Ciao Martigot,
da un punto di vista antispecista la selezione della specie e la continuazione delle razze è un'aberrazione, è eugenetica, così come lo sarebbe quella della nostra specie, se venisse attuata. Non c'è differenza.
Capisco il discorso che fai sulle esigenze di adottare un animale con determinate caratteristiche anziché altre, ma dimentichi una cosa importante, a mio avviso: e cioè che prima ancora di essere appiattito sotto l'etichetta "razza", ogni cane è un individuo unico che sviluppa inclinazioni proprie a seconda dell'ambiente in cui è vissuto e degli stimoli che ha ricevuto. Per cui anche in canile si può trovare una grande varietà di individui che andranno incontro a soddisfare le esigenze che si cercano.
Poi rimane il discorso che ho fatto nel commento sopra: si decide di prendere un cane quasi sempre per motivazioni egoistiche, ossia perché serve un compagno di giochi, o un cane che faccia la guardia in giardino e raramente per compiere un gesto altruista, ossia per dire: ci sono tantissimi cani che soffrono in canile, doniamo almeno a uno di loro la vita che meriterebbe.
Io ad esempio ho adottato tanti gatti e credimi, tranne il primo di cui mi innamorai a prima vista - il dolcissimo Blake, che mi ha lasciata qualche mese fa - mai per esigenze mie, ma solo per toglierli dalla strada o da situazioni di pericolo. Capisco che non tutti sentano di votare così la propria esistenza agli altri animali, ma almeno sarebbe davvero bello se si cominciasse a considerarli come individui unici che meritano una seconda chance e non come esemplari da comprare.
Io non sono assolutamente d'accordo quindi con il concetto di "razza, il quale, ripeto, se applicato alla nostra specie ci farebbe, giustamente orrore, ma che continuiamo a considerare "normale" quando applicato agli altri animali. Questo perché da certi condizionamenti specisti è difficile liberarsi. Io so che tu sei una persona molto attenta e sensibile e sono sicura che forse non hai ancora avuto modo di riflettere sulla questione da una prospettiva veramente antispecista.
Non ti sto giudicando, anche io convivo con un cane di razza, preso da un allevatore dodici anni fa, quando in effetti ancora non avevo maturato una sensibilità antispecista, ma ero una semplice zoofila. Oggi non lo farei più.
Tutti siamo stati vittime di certi concetti, tutti abbiamo considerato gli animali in maniera sbagliata rispetto a come dovrebbe essere, tutti li abbiamo mangiati, ma dal momento in cui cominciamo a ragionare su certe questioni è bene andare fino in fondo, rifiutando anche quegli aspetti che ci sembrano apparentemente meno dannosi. Certo, rispetto all'orrore dei macelli, un allevamento di cani di razza ci sembra più accettabile, ma ripeto, è in gioco il concetto stesso dell'animalità che è tutto da rivedere. Non razze, ma individui.
Un abbraccio, anche ai tuoi compagni pelosi.
Posta un commento