martedì 27 maggio 2014

Guerra tra poveri


Molte persone asseriscono di essere contro l'immigrazione non per razzismo o xenofobia, ma perché vedono il flusso di immigrati che arriva in Italia come un moderno fenomeno di schiavitù: un tempo i paesi europei e statunitensi andavano a prelevare gli schiavi direttamente sul posto, oggi invece li si fa arrivare qua per avere una forza lavoro a costo praticamente zero. 
La soluzione però, amici miei, non può e non deve essere quella di impedire alle persone di spostarsi e di andare a vivere dove accidenti gli pare, bensì quella di impedirne lo sfruttamento. In poche parole, se non si vuole forza lavoro a costo zero che, sono d'accordo, è schiavismo, bisogna contrastare chi la consente e la provoca, non chi ne è vittima. La consentono le leggi italiane, la consentono le varie ultime riforme del lavoro, la consente il mercato globale e la delocalizzazione. 
Io non capisco come si possa prendersela con il poveraccio che viene sfruttato per un tozzo di pane (accusandolo di abbassare anche il costo del lavoro degli italiani) e non con l'imprenditore delinquente che si permette di pagare manodopera tanto poco. 
Come in Ladri di biciclette succede che siamo così scemi da farci una guerra tra poveri e sfruttati, anziché unirci per lottare contro i veri responsabili dello sfruttamento. 
Questa è follia. 
La soluzione non è: mandare via gli immigrati, ma il padrone che li sfrutta.

6 commenti:

Cavaliere oscuro del web ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Cavaliere oscuro del web ha detto...

Purtroppo molti non si rendono conto della situazione. Il sistema nei secoli ha generato solo odio tra poveri, mentre l'élite mondiale, continua ad arricchirsi sulle spalle di tutti.
In queste ore la crescente ascesa in Europa di quei partiti filo-nazisti mi preoccupa un po'e non promette nulla di buono.
Siamo sempre alla solita e retorica domanda, ma la storia non ha mai insegnato niente.
Saluti a presto.

Rita ha detto...

Preoccupa anche me. :-(

Saluti a te, a presto.

Anonimo ha detto...

sei troppo avanti .... o troppo indietro. allo sfruttamento non ci sarà mai fine
Jonuzza

Rita ha detto...

Può darsi Jonuzza, però io non smetto di lottare comunque. Il senso dell'etica per me è fare una cosa perché si sa che è giusto farla, a prescindere dalla certezza degli esiti.
A molti sembra un atteggiamento poco pragmatico (spendere tante energie in battaglie che al 99% per cento sembrano fallimentari), ma non si può mai sapere, la storia è particolare, balzi in avanti ci sono stati, così come indietro. L'unico vero dubbio che ho è se la specie umana sia geneticamente portata a prevaricare i deboli (però ci sono teorie che invece asseriscono il contrario, ossia che avremmo un innatismo etico, ossia una normale propensione a stare con gli altri in quanto animali sociali e che solo le società sbagliate, erette sul senso di colpa e rimozione del passato, ne impediscono la corretta evoluzione) o se dipende solo dal sistema in cui siamo nati e cresciuti.
Ci sono poi gli studi di Milgram e Zimbardo che invece lasciano poca speranza poiché dimostrano che alcune persone sarebbero geneticamente portate a rispondere ad ordini dall'alto, anche se sbagliati, quindi costituzionalmente incapaci di scegliere autonomamente il giusto, insomma, di teorie che lasciano poco spazio alle illusioni ce ne sono diverse, eppure smettere di credere e di lottare che potremmo un giorno vivere senza più potere degli uni sugli altri e prevaricazioni mi sembrerebbe veramente insensato, come arrendersi senza averci nemmeno provato.
Il problema vero è che si aspetta sempre che siano gli altri a fare le rivoluzioni (che siano di pensiero o di altro genere, non necessariamente armate), mentre tutti nel nostro quotidiano, anche con pochi gesti dirompenti, potremmo rompere molti schemi che ci tengono incatenati al sistema.

Un saluto, a presto. :-)

Anonimo ha detto...

sì è giusto lottare per questo, è l'unico eroismo che mi
piace
Jonuzza