“Viaggiare vuol dire comprendere, e l’unico modo per
comprendere il mondo è rendersi vulnerabile nei suoi confronti” (Paolo Susana)
“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma"
(Bruce Chatwin)
Paolo
Susana è un affascinante ragazzone di 51 anni che non soltanto ama la libertà -
e quell’inconfondibile ebbrezza nell’esperirla attraverso il viaggio -, ma
lotta per la libertà: la sua e quella di ogni altro individuo.
Per
questo motivo il 26 luglio del 2013 decide di partire insieme alla compagna Smilla,
dolcissima e riflessiva cagnolina adottata da un canile e sottratta a una
precedente vita di maltrattamenti e abbandoni, per attraversare, a bordo di un
sidecar, simpaticamente denominato “il Poderoso Ronzinante”, parte della nostra
penisola al fine di visitare rifugi e strutture che ospitano animali raccolti
dalle strade; lo scopo è duplice: non soltanto fornire un reportage a
testimoniare l’immenso lavoro dei volontari che si impegnano a offrire riparo e
cure ai tanti animali senza una
famiglia o a quelli che sono stati salvati da situazioni di maltrattamento, dai
macelli o altri vari non-luoghi di sfruttamento, ma anche sensibilizzare le
persone, strada facendo, sul triste fenomeno degli abbandoni e del randagismo
senza controllo che ne consegue, così come sull’ingiustizia della nostra
cultura antropocentrica e della sua ideologia che giustifica lo sfruttamento
degli animali non umani.
“Su
queste strade, complice la scarsezza del traffico e la mia acquisita maestria
nel condurre il Poderoso, mi sbizzarisco in numeri spettacolari di guida. Curve
su curve, saliscendi, paesaggi mozzafiato, finché troviamo una sterrata sulla
nostra destra e cominciamo a salire tra boschi di castagno e faggio. Guadi,
fango, pietre e pascoli ci accompagnano fino a un pianoro di vetta da dove
riempiamo gli occhi di cielo, monti e nubi minacciose.
L’istinto
mio nomade vorrebbe cercare un riparo per la notte, o magari costruirlo se non
c’è, ma l’agitazione di Smilla, che sente l’arrivo del temporale, unita al
fatto che comunque domattina ci aspettano a L’Aquila, mi fanno tornare a più
miti consigli e a rimandare le mie aspirazioni waldeniane. Scendendo verso
valle, penso che sublimerò scrivendo. In questo preciso attimo è nata la
volontà di riportare per iscritto le sensazioni di questo viaggio. Scriverò
dando voce alla natura e alla storia che in essa si incide. Scriverò come gesto
vivo. Scriverò come vigoroso atto d’amore verso la realtà e come espressione di
una totale esigenza di realtà.”
Continua su Gallinae in Fabula.
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