venerdì 15 novembre 2013

Spigolature (7)


Si può - ed è anzi doveroso farlo - discutere sul sistema che permette e crea professioni come quella del vivisettore, del macellaio ecc., ma rispetto a chi impugna il coltello, mi pare evidente che l'animale ha comunque meno scelta, è comunque il soggetto oppresso per eccellenza, colui che subisce il dominio in assoluto.

È per questo che continuo a pensare che l'oppressione degli animali non umani, per quanto connessa a quella degli animali umani, abbia una sua specificità (nei metodi e culturale, ossia che riguarda la maniera in cui noi comunque culturalmente ci consideriamo al di sopra degli animali non umani) di cui bisogna tener conto.

Siamo tutti oppressi, vero, ma l'animale non umano è soggetto oppresso per eccellenza in quanto non ha possibilità alcuna di ribellarsi al dominio. Quando ci prova (ci sono tanti casi di animali che tentano di fuggire dalle gabbie, di ribellarsi all'aguzzino, vedasi tentativi da parte degli animali nei circhi, negli allevamenti ecc.) il suo rimane comunque un tentativo quasi sempre fallimentare.
Gli animali non impugnano coltelli, né fucili (il che potrebbe essere una parafrasi de "Il maiale non fa la rivoluzione").

3 commenti:

Erika ha detto...

ci sono anche molti umani che non hanno alcuna possibilità di scelta e di opposizione, trovo triste fare le classifiche fra chi è più oppresso.

Erika ha detto...

E non è che gli animali sono migliori degli umani altrimenti ricadiamo sempre in uno sgradevole specismo.

Rita ha detto...

Non faccio classifiche Erika, dire che la forma di oppressione che riguarda gli animali non umani è diversa non significa stilare graduatorie di sofferenza o di dolore, ma solo rilevarne appunto uno specificità.