mercoledì 18 settembre 2013

Orgoglio macellaio




Dicono di avere abolito i sacrifici animali!

Soltanto il rito hanno abolito: li sterminano ininterrottamente, illimitatamente, senza bisogno: il sacerdote si è fatto industria


(Guido Ceronetti - Il silenzio del corpo)



Non c'è niente di peggio del voler provare a rivestire di una patina "culta" la barbarie dello sfruttamento e sterminio degli animali.

Ma forse dovremmo gioirne: è il sistema che sta reagendo, che ancora una volta sta tentando di "normalizzare" l'orrore istituzionalizzato. 

Come sempre è la semplice squallida logica del marketing che va in onda, travestita da pornografica spettacolarità.

5 commenti:

Emmeggì ha detto...

Ciao Rita
questa volta non mi trovo del tutto d'accordo, nel senso che credo che questo modo di approcciarsi al consumo di carne sia proabilmente quello realmente più consapevole e "naturale", dove perlomeno una parte del processo è a contatto con l'Animale e all'(ab)uso che se ne fa. Tu vedi, e io comprendo, l'atto di sfruttamento specista, ma c'è un piano diverso, che non è una patina, ma è un'insieme di emozioni, simboli, vissuti, cultura che possono generarsi in questo tipo di "incontro" (hai scritto "culta", coniando un termine nuovo che probabilmente è ancora più azzeccato di quello che volevi dire). Il problema è che i macellai dovrebbero vedere (e crddo che ben pochi lo facciano) anche l'altro piano, quello dello sfruttamento animale, quello dell'asservimento della Vita, dello strappare un essere, per di più un Mammifero, al suo mondo.

InLeagueWithSeitan ha detto...

Mamma mia.
Il "rispetto per gli animali" tanto decantato dai macellai m'ha sempre lasciato allibita.

"Ma forse dovremmo gioirne: è il sistema che sta reagendo, che ancora una volta sta tentando di "normalizzare" l'orrore istituzionalizzato. " ESATTO, anzi, pare proprio che voglia conferirgli un certo onore e lustro, visto che fanno diversi riferimenti al fatto che in passato, a macellare gli animali, erano i capi religiosi dei villaggi.

Alessandro Cassano ha detto...

Nauseante legittimazione di un olocausto.
Se un pedofilo cercasse di spacciare per arte le sue molestie sui bambini, il mondo intero si indignerebbe...

Rita ha detto...

Ciao Emmeggì, sai, ho capito che spesso noi (dico noi in quanto specie umana) tendiamo a giustificare le nostre azioni attraverso dei racconti ideologici che ci siamo costruiti nel tempo, quando in realtà tutto è molto molto più semplice.
Nell'atto di macellare un animale c'è solo l'atto di macellare un animale. Tutto il resto è sovrastruttura antropologica e culturale. Di cui, arrivata a un certo punto della mia vita, ho deciso di voler fare a meno.

Ormai quando parlo di antispecismo riduco tutto al nocciolo, all'essenziale perché credo che alla fine - al netto di tutte le chiacchiere - le cose essenziali da dire sono due o tre.

Esistono altri esseri senzienti che condividono con noi questo pianeta. In quanto specie con il logos e con una capacità di pensare il pensato (sembra un gioco di parole, forse lo è, in effetti, a pensarci bene, lo è) abbiamo costruito nel tempo questa ideologia che giustica lo sfruttamento e la violenza. E per giustificare l'ingiustificabile ci abbiamo messo in mezzo i riti religiosi, la filosofia, e tremila teorie costruite ad hoc.

Penso che più che di prendere contatto con l'animale appena macellato e le sue viscere, le persone abbbiano invece semplicemente bisogno di prendere contatto con il maiale VIVO, palpitante di vita, di emozioni, di pensieri, di gioia e voglia di esistere.
Perché ci scommetterei che se su quel palco il macellario che declama - inzozzandoli di sangue - i versi del sommo poeta, avesse portato un maiale vivo e vegeto e lo avesse sgozzato lì davanti a tutti, facendogli sentire le loro urla, allora forse almeno un sussulto avrebbe smosso l'indifferenza degli spettatori. ;-)

Un abbraccio.

Rita ha detto...

@ SuperCoven, Alessandro

Mi sembra di assistere allo stesso tentativo di nobilitare la corrida o la caccia...