Mi è difficile pensare a un film in cui
gli animali non siano presenti, qualche volta protagonisti assoluti,
altre co-protagonisti – magari nel ruolo di fedeli compagni; altre
ancora a rappresentare e simboleggiare le varie condizioni
dell’esistenza e i rapporti interpersonali (amicizia, fedeltà, ma anche
solitudine, subordinazione, sfruttamento); più spesso sono quei
“presenti-assenti”, corpi privati del loro diritto a vivere, o meglio,
ciò che ne rimane dopo il processo della catena di s-montaggio che li ha
trasformarti in bistecche, salsicce, hamburger. E sì, perché gli
animali sono presenti nelle nostre esistenze anche quando e dopo – con
atto arbitrario legittimato da una cultura antropocentrica che ha fatto
dell’uomo metro e misura di tutte le cose e ha prodotto nei secoli
differenze ontologiche – aver negato la loro.
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