venerdì 12 aprile 2013

Quello che possiamo imparare dai Rom




E sempre proseguendo il discorso del post precedente (sul razzismo e la xenofobia), qui un articolo molto interessante, il cui titolo ho ripreso.
Anche sulla cultura rom sono stati scritti tanti saggi interessanti e illuminanti che bisognerebbe leggere per abbattere pregiudizi e preconcetti.
Ma, soprattutto, bisognerebbe avere la curiosità di guardare e osservare con la mente curiosa di apprendere qualcosa su una cultura che è sì diversa dalla nostra, ma pure molto affascinante.
L'altro giorno, per dire, sono rimasta toccata dalla gentilezza di una bambina rom che mi ha tenuta aperta la porta di un negozio mentre uscivo. Un gesto così spontaneo e immediato che mi ha fatto vergognare di essere italiana, visto che tanti miei connazionali spesso riservano ai Rom occhiate di disprezzo e di malevolo giudizio, bambini compresi.
Trovo anche che sia etnocentrico biasimare il fatto che i bambini rom non vadano a scuola in quanto l'istruzione scolastica - o meglio sarebbe definirlo "indottrinamento scolastico" - è un valore che appartiene alla nostra cultura, ma che non pretendo esportare come valore fondante universale. Ci sono tanti popoli che non hanno l'istruzione scolastica, ad esempio gli aborigeni australiani e gli Indios, perché basano la loro esistenza su un altro tipo di apprendimento, meno astratto e più empirico, più volto ad una comunione con la Natura e con la madre Terra.
Diamo per scontate troppe cose, che si debba e possa vivere solo attraverso i canoni che stabilisce la cultura occidentale.
 
È un discorso complesso, non certo esauribile o affrontabile in un semplice post (mi interessa soprattutto dare spunti utili per un'eventuale discussione), ma quanto vorrei che la si smettesse di giudicare una volta per tutte e solo si imparasse a osservare con curiosità e meraviglia.

6 commenti:

Emmeggì ha detto...

Sul mio blog campeggia da tempo la Bandiera della Nazione Rom...l'unica che mi piace! Raffigura una ruota che gira. Quale segno migliore?
Ho avuto alcune esperienze e amicizie con Rom, e ne sono rimasta molto colpito, mi hanno dato tanto anche se in poco tempo. Una cultura ancora legata alla voce (e alla musica!), al corpo, alle mani...I bambini poi sono meravigliosi. Pesti laboriose e giocherellone, di solito! Consiglio molto uno dei miei registi preferiti (di cui mai nessuno parla nemmeno sui "nostri" blog cinematografici...chissà perchè): Tony Gatlif, che è Rom e dei Rom ha saputo dire sempre in modo sensuale, magico e speciale. E poi la struggente Khorakhané di De andrè...

Emmeggì ha detto...

Dimenticavo...Sarò molto conciso e parziale, ma sul tema del relativismo etnoculturale, con me sfondi una porta aperta. Anche se, come dici tu, il tema è complesso perchè può coinvolgere nostri giudizi e valori morali importanti, io pendo più dalla parte del rispetto delle differenze culturali. E la cosa, soprattutto se vista velocemente e "da lontano", attraverso i reportage giornalisitici o le semplici "immagini-shock" può essere davvero complicata e difficile. Dall'altro lato credo sia utile promuovere chi, all'interno delle culture altre, porta avanti una visione più progressista e incline all'inclusione sociale e al superamento delle differenze di ceto, sesso, specie, ecc ecc. Esattamente come vale la pena farlo all'intenro della propria cultura.

Rita ha detto...

Grazie Emmeggì, mi rincuora questo tuo commento perché, appunto come si dice nell'articolo, purtroppo i Rom sono i più "odiati" da tutti e sempre a causa dei pregiudizi perché vorrei vedere quanti realmente conoscono la loro cultura o si sono presi la briga di approfondire.

Non conosco il regista che citi, allora me lo segno. :-)

Io anche mi sforzo sempre di rispettare le differenze culturali, ovviamente purché non discriminino e non siano violente nei confronti di altri viventi. Ovviamente, essendo antispecista, per me il rispetto di ogni individuo senziente viene prima di tutto, a prescindere da tradizioni e altro. Per cui non rispetterò la macellazione Halal o altri riti legati alla mattanza di animali. Nel senso che non sarò disposta a tollerarla solo perché fa parte di una religione e cultura che dovremmo rispettare a prescindere. Diciamo che come comune denominatore universale uso il rispetto dei viventi e relativamente a questo non faccio sconti a nessuno.

Emmeggì ha detto...

Capisco quel che vuoi dire. Penso che non si tratti di approvare o tollerare, ma di evitare di fare del colonialismo culturale per cui "senza se e senza ma" noi occidentali a livello di diritti saremmo più avanti di altri. I "diritti umani" nascono in una cornice storica a culturale specifica, e sono il prodotto di una società più individualista di altre (ad esempio quelle africane e mediorientali, generalizzando). Io non li sto conteastando, ma posso capire che in altri contesti (non solo geografici, ma anche storici piuttosto recenti) l'individuo abbia meno importanza e centralità. Quello che contesto sono le crociate culturali per le quali tutto un sistema (il più bersagliato da queste parti negli ultimi tempi è quello che citi tu) venga giudicato più arretrato, incivile, crudele del nostro, senza fare le dovute analisi e soprattutto senza guardarsi allo specchio. Ripeto, questo non vuol dire che il relativismo possa portare a condizioni di assenza di senso morale rispetto a qualsiasi evidenza, ma invece credo possa invece aiutare a produrre un atteggiamento culturale che si fonda sulla conoscenza, sul rispetto, sulla coesistenza e anche sull'integrazione, se possibile.

Rita ha detto...

Sì, sì, sono sostanzialmente d'accordo.
Mi pare che pure Masque tempo addietro aveva scritto qualcosa di simile e in particolare pubblicato la recensione di un saggio sempre sulla cultura rom. Ora vado a vedere. Vorrei veramente leggermi qualcosa. Mi affascina sotto tanti aspetti.

Rita ha detto...

Sì, infatti, mi ricordavo bene, questo qua:
http://neuroneproteso.wordpress.com/2012/01/21/rom-e-sinti-in-italia-tra-stereotipi-e-diritti-negati/