Non esistono nemici da abbattere, ma solo animali umani e non umani da
liberare. Considerando lo specismo non più come un pregiudizio morale,
ma come il risultato effettivo della consolidata prassi dello
sfruttamento del vivente che prosegue pressoché indisturbata da migliaia
di anni, non avrebbe molto senso imputare al singolo la responsabilità
delle proprie scelte individuali (alimentari, di vita ecc.) in quanto
queste si formano e consolidano all’interno di un paradigma sociale che
ne dirotta in parte o totalmente l’orientamento. Detto in altri termini,
è la società che condiziona l’individuo a compiere determinati atti
ritenuti più o meno legittimi in seno alla cultura nella quale si viene a
trovare, condizione questa che rende vano e persino dannoso
l’atteggiamento di chi aggredisce o colpevolizza il singolo il quale,
agendo al riparo di consuetudini e leggi consolidate, non si interroga
sulla legittimità delle stesse.
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