giovedì 23 agosto 2012

Maltrattamento degli animali


Intendiamoci una volta per tutte su cosa si debba intendere per "maltrattamento". 
Ogni tanto salta fuori qualche video - girato quasi sempre  da attivisti infiltrati, qualche volta da membri del personale che decidono di licenziarsi poiché si scoprono incapaci di sopportare un simile lavoro - a documentare episodi di sadismo, violenza, percosse, privazioni ecc.; tutti fatti che avvengono nei vari allevamenti, mattatoi ecc. ad opera di "sadici" inservienti che infieriscono sui poveri animali. E ogni volta video del genere suscitano grande sdegno e scalpore, non solo tra i difensori dei diritti degli animali, ma anche tra chi continua a considerare "normale" e lecito mangiare la carne (o il pesce, le uova, il latte, vale a dire tutti i "prodotti" dello sfruttamento animale).
Un paio di anni fa ci fu ad esempio il caso di quell'allevamento di bovini in Ohio: un video mostrò scene di inaudita violenza sui poveri animali e tutto il mondo si scosse. Ovviamente l'imprenditore di turno si giustifica asserendo di non essere al corrente del fatto che nel suo allevamento avvengano o siano avvenuti simili episodi, quindi si provvede a denunciare ed allontanare il singolo (o i singoli) responsabile, magari si paga un'onerosa multa e tutto continua più o meno esattamente come prima. Talvolta tali allevamenti, in seguito alle proteste ed indignazione pubblica, vengono chiusi, ma il sistema di allevamento e sfruttamento continua indisturbato altrove, fuori dall'occhio delle telecamere.
Ieri è stato diffuso un altro video girato all'interno di un altro allevamento, ancora una volta negli Stati Uniti, più precisamente in California (ricordiamo che dagli USA proviene la percentuale maggiore di carne esportata in tutto il mondo); girato da attivisti animalisti, anche qui le immagini che si vedono sono raccappriccianti: mucche incapaci di reggersi in piedi, mucche con arti piegati a causa dell'eccessiva immobilità, sofferenti di prolassi all'utero e con le mammelle deformate a causa dello sfruttamento intensivo cui sono sottoposte per la produzione del latte, mucche tirate per la coda, pungolate con bastoni elettrici, prese a calci e... non voglio soffermarmi su altri particolari (il video non lo metto, ma chiunque vuole potrà trovarlo sui principali quotidiani online o su FB. Suppongo anche LaVeraBestia provvederà ad inserirlo).

Allora, è arrivato il momento di chiarire una cosa, anzi due: quelle sevizie non sono affatto l'eccezione, episodi simili - ovviamente tenuti all'oscuro delle telecamere, quindi all'oscuro del mondo, del consumatore ignaro (ma ignaro mica tanto, oggi, con i mezzi di informazione a disposizione, ignaro è chi vuole continuare ad esserlo) - avvengono quotidianamente. Gli animali sfruttati oltre ogni limite spesso non ce la fanno nemmeno a reggersi in piedi, durante i trasporti verso i mattatoi svengono, crollano letteralmente gli uni sugli altri, gli si rompono gli arti e gli inservienti che se ne occupano, un po' per questioni di tempo - il servizio per rendere il massimo di denaro deve essere velocizzato e reso efficiente al massimo, esattamente come in una catena di montaggio -  non stanno tanto ad usare le maniere gentili (tanto è "merce" destinata al macello, no?), per loro si tratta semplicemente di oggetti ed è anzi la loro psiche ad effettuare quello spostamento percettivo tale da far sì che gli animali vengano considerati tali, solo come cose; si tratta di una vera e propria difesa della mente altrimenti svolgere mansioni del genere tutto il santo giorno sarebbe intollerabile. Anche il vivisettore che opera per forza di cose sarà necessario che si illuda che l'animale non soffra, oppure che si convinca di far ciò per un bene superiore (ma quale bene superiore potrà mai giustificare la sofferenza di altri esseri? Forse che il loro dolore è minore di quello che si pretenderebbe di curare?). Così un animale recalcitrante, un animale che non cammina velocemente come dovrebbe (e se non cammina velocemente è perché ha perso l'uso ottimale degli arti a causa della lunga immobilità e per le condizioni in cui viene tenuto) viene preso a calci, punito, strattonato, pungolato, irriso, deriso, umiliato, picchiato, violentato e così via.
Chi di voi si illude che simili comportamenti crudeli e violenti siano l'eccezione (eccezione che sarà prontamente denunciata e poi condannata) si sbaglia. L'eccezione sta nel diffondere il filmato. Un fatto, questo sì, piuttosto raro perché nei mattatoi, negli stabulari dove si effettua la sperimentazione animale, negli allevamenti non si permette a nessuno di entrare e girare video. Qualche giornalista ottiene raramente il permesso (e ovviamente sarà facile in quell'occasione mostrare che tutto si svolge per il meglio), ma provate voi a chiedere di visitare uno qualsiasi di questi posti (specialmente gli stabulari dove si effettua la sperimentazione animale ed i mattatoi) e vedrete cosa vi verrà risposto. Quindi l'eccezione è la diffusione del video, ma non certo il maltrattamento in sé, che è pratica quotidiana.

E qui veniamo al secondo punto, ossia su cosa si debba infine intendere per maltrattamento, superando quali limiti è lecito parlare di maltrattamento.  Vi sbagliate di grosso se pensate che esso consista solo ed unicamente in azioni di arbitraria sporadica violenza da parte di alcuni inservienti particolarmente sadici. Vi sbagliate se pensate che maltrattare significhi esclusivamente prendere a calci, a bastonate, pungolare elettricamente. Violenza è tutto ciò che viola la vita dell'altro. Fisicamente e psicologicamente. Maltrattamento è anche soltanto tenere un animale costretto ad una vita innaturale, chiuso dentro un box senza la possibilità di correre libero nei prati, di uscire all'aria aperta, di muoversi, di vivere secondo quelle caratteristiche di specie che gli sono proprie. Pure se la mucca da latte venisse ogni giorno accarezzata anziché essere picchiata, già il sempre stare lì, rinchiusa, costretta ad essere ingravidata artificialmente - e, una volta partorito il vitellino, separata da lui (con grande disperazione di entrambi, disperazione documentata: sia la mucca, che il vitellino piangono per giorni e giorni dopo la forzosa separazione) - già questo soltanto ("soltanto"? Ma chi può dire "soltanto"?" Anche il solo costringere un animale in gabbia è atto di inaudita violenza, enorme e grave!) è sufficiente per poter parlare di maltrattamento. 
Se qualcuno vi tenesse chiusi in una gabbia, vi sfruttasse, in attesa comunque e sempre di essere macellati, come definireste la vostra esistenza? Ed il comportamento di chi vi costringe a ciò? Non vi sentireste un pochino maltrattati?

Il maltrattamento comincia nel momento esatto in cui un animale da allevamento (da macello o per la produzione del latte, uova ecc.) viene al mondo. La sua è una non-vita. Il maltrattamento è l'unica realtà della sua non-esistenza che egli potrà mai conoscere. 
Come impedire tutto ciò? Smettendo di mangiare gli animali e di considerarli come oggetti. Sostenendo una sperimentazione farmacologica e ricerca alternative, comprando abiti ed accessori in materiali non derivati dallo sfruttamento animale. Informandosi. Divenendo consapevoli.

Quindi a me fanno solo ridere quei titoli che inneggiano a caratteri cubitali: "scoperti e rivelati episodi di maltrattamento grazie ad un video che mostra come... ". 
Il maltrattamento è insito nella semplica parola "allevamento", "macello", "sperimentazione animale". 
Ovunque ci giriamo c'è maltrattamento degli animali. Ovunque. Nelle piazze dove si vedono i cavalli trainare le carrozze per turisti, nelle vetrine dove sono esposti abiti ed accessori in pelle, nelle farmacie ove si vendono farmaci sperimentati sulla pelle di esseri indifesi, nei supermercati dove si vendono i loro corpi fatti a pezzi.
Maltrattamento è tutto ciò che concerne lo sfruttamento.
Non fatevi ingannare, non esiste uno sfruttamento etico, è un ossimoro. E, soprattutto, lo sfruttamento del vivente NON è necessario, se non a chi ci guadagna sopra.
E mi fanno ridere le attuali dichiarazioni della McDonald's a non rifornirsi più in quell'allevamento della California di cui sopra. 
Forse la McDonald's - ed i suoi consumatori - credono che invece gli animali negli altri allevamenti - ma destinati comunque tutti al macello - facciano una vita migliore? Ma come si può avere la faccia così tosta? Semplice. Lo richiede la dura legge del mercato. Mentire, negare la verità, spacciare l'orrore come cosa buona e sana. Tanto prima o poi, a forza di continuare a ripetere gli stessi slogan menzogneri, la gente finirà per crederci.
Così anche stavolta ci sarà chi crederà che la McDonald's è una multinazionale etica perché compra carne proveniente solo da quegli allevamenti e mattatoi in cui gli animali vengono trattati bene. Ma allevamenti e mattatoi (e stabulari per la sperimentazione animale) in cui gli animali sono trattati bene non esistono. In tutti vi è maltrattamento, violenza, orrore, sfruttamento.

6 commenti:

Sascha ha detto...

Mi é veramente piaciuto questo post. E sono sempre piú contenta di essere quasi-vegan.

Rita ha detto...

Ciao Sascha, mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Lo so che sei quasi-vegan, vengo spesso a leggerti :-)
Quando lo sarai diventata del tutto ti chiederai come avrai potuto non diventarlo prima. Io mi sento proprio tanto meglio anche fisicamente, ad esempio da quando ho eliminato latte e latticini non ho più mal di testa (prima ci soffrivo spesso). A parte gli innegabili vantaggi per la salute, l'aspetto più meraviglioso è sapere che davvero ti sei proprio tirata fuori dal sistema che sfrutta gli animali. O che almeno stai facendo di tutto per boicottarlo.

de spin ha detto...

Anche io Sasha ci ho messo un po' a fare il salto a vegan, e ora mi chiedo come mai abbia aspettato tanto.

Da un punto di vista logico essere "solo" vegetariani per motivi etici è praticamente assurdo: nei latticini e nelle uova c'è la stessa violenza che nella carne e nel pesce.

Eppure molti vegetariani esitano, come ho fatto pure io in passato.
Pare che il latte contenga morfina, e questa potrebbe essere una delle cause.

Alessandro Cassano ha detto...

Totalmente d'accordo.
Trovo disgustoso il fatto che ci si indigni per una ragazzina down condannata in iran (leggasi "essere senziente ma incapace di agire") e poi si vada allegri a divorare cadaveri macinati da Mc Donald's.

Martigot ha detto...

Concordo con tutte le tue riflessioni.
Il punto è che, al di là degli episodi terribili di cui veniamo sporadicamente a conoscenza, come quelli che hai qui riportato (e che non sono ahimé eccezioni), la verità è che è proprio sbagliata l'idea di allevare animali per mangiarli, e disporre così delle loro vite.
Purtroppo in molte persone è ancora radicata l'idea che mangiare carne non sia poi eticamente sbagliato se gli animali da cui proviene sono stati tenuti bene, allevati bio, nel "rispetto della specie". Così magari passeranno alla carne bio, abbracceranno lo slow food, come se mangiare quegli animali( che pure avranno avuto un'esistenza più degna dei loro sventurati simili dei grandi allevamenti industriali, non dico di no), fosse lecito, non così sbagliato.
Quando invece il principio, bio o non bio, rimane sempre lo stesso. Che esseri viventi sono stati allevati unicamente per essere uccisi e finire sul nostro piatto.

Rita ha detto...

@Despin, Alessandro, Martigot

Grazie per i vostri commenti ed osservazioni aggiunte, con le quali ovviamente concordo totalmente.

Che vi devo dire? Speriamo che almeno certe notizie servano a far accendere quella lampadina nella testolina di sempre più persone così che riescano finalmente a vedere tutto l'orrore connesso allo sfruttamento degli animali.