Liberamente ispirato a "Vite che non sono la mia" di Emmanuel Carrère, il nuovo film del regista francese racconta la storia di un incontro, anzi, di più incontri: quello tra il Giudice Claire e Céline, la madre di una compagna di classe di sua figlia, "strozzata" dal debito contratto con le società di credito; quello tra Claire e Stéphane, Giudice come lei, disincantato, ma che saprà farsi coinvolgere nella battaglia per difende Céline e per denunciare gli abusi del credito al consumo; quello tra Claire e la malattia (e la maniera in cui essa arriva a ridefinire le priorità della sua esistenza); e infine, quello tra Claire e sé stessa, con i suoi sentimenti, le sue paure, le sue angosce.
Come dice Lioret: "Scopro che nei miei film è presente in filigrana una stessa tematica: la forza di un incontro che ci aiuta a superare noi stessi. Questo film mostra degli individui che si uniscono contro l'assurdità del mondo e che, nell'urgenza, fanno muovere le cose".
Tutti i nostri Desideri è anche un film, ovviamente, sul desiderio, o meglio, sui desideri: quelli che ci spingono ad agire, la forza motrice delle nostre decisioni e quelli indotti dalla società consumistica in cui viviamo, per esempio; e quelli intimi, inconfessati, indefiniti, ma non per questo meno autentici.
Un film che ha la forza di una denuncia sociale pur rimanendo interamente dentro al racconto intimista delle vicende dei personaggi; un film che parte dal di dentro, ma che sbuca sfuori, oltre lo schermo, fino al cuore dello spettatore.
Una recensione più approfondita - sempre mia - la trovate qui, come sempre su MENTinFUGA.
Buon fine settimana a tutti. :-)
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