mercoledì 9 maggio 2012

Cecità della Fede


Forse non vale la pena commentare questo post di Costanza Miriano, a lei ispirato, come scrive, da Camillo Langone (il che già non promette bene), mi sono detta. Chiaro esempio di "cecità" umana, a dispetto della luce divina di cui l'autrice del suddetto si sentirebbe invece ammantata, ma poiché invece tale pensiero riassume abbastanza diffusamente anche quello della chiesa cattolica, direi che un paio di considerazioni le merita.
Innanzitutto vorrei dire alla signora Costanza Miriano, giornalista RAI, madre di quattro figli, che la compassione verso ogni essere senziente, al di là delle nebulose indicazioni che si evincono dalla Bibbia - e nebulose proprio perché soggette alle più svariate interpretazioni a seconda della tesi che si intende propugnare, quando invece non prese specificamente alla lettera, sempre secondo la tesi che in quel momento si intende sostenere - sarebbe insegnamento buono e utile. Ma in fin dei conti è giusto che ognuno insegni e trasmetta alla propria prole la propria visione del mondo, tra cui, evidentemente, l'assoluta certezza dell'autrice del pezzo in esame che Dio abbia creato tutte le altre specie affinché noi ce ne cibassimo - ah, già, ma non è certezza, è Fede, mi ricordano.
A dire il vero io, se fossi la Miriano e ci tenessi proprio tanto ad entrare nelle grazie di Dio, ad onorarlo e rispettarlo ecc., qualche dubbio sull'interpretazione del suo volere me lo farei venire. Insomma, tanto per fare un piccolo esempio, non sarei tanto convinta che il comandamento - uno dei più importanti direi - "non uccidere", voglia intendere, assai riduttivamente, di non uccidere solo gli esseri umani, escludendo tutti gli altri esseri senzienti appartenenti alle altre specie animali. In fin dei conti il comandamento dice  proprio "non uccidere", e poiché non si può che uccidere un essere vivente, tra cui gli animali, allora forse a me un piccolo dubbio verrebbe e, con questo dubbio, piuttosto che finire all'inferno - luogo della cui esistenza la Miriano è altresì certa - magari mi atterrei al principio generale del rispetto di ogni creatura vivente senziente.
Pensi un po' se si sbagliasse, cara Miriano! Certo, magari mi sbaglio anche io e Dio esiste veramente, e di certo ai suoi occhi apparirei come una peccatrice - se questo Dio fosse il Dio dipinto da voi cattolici - ma almeno non mi sarei macchiata dell'abominio più grave, ossia quello di aver contribuito - nel momento dell'acquisita consapevolezza del danno - allo sfruttamento ed uccisione di altri esseri senzienti.
Comunque sia io non ragiono da cattolica che determinata la propria condotta in base ad una lista di comandamenti, quindi, senza addentrarmi a criticare le sue convinzioni religiose, mi limiterò a criticare il suo pezzo portandolo in un campo più neutro: ossia quello comune e condiviso, almeno voglio sperare, della semantica.
Attenendomi quindi al testo oggettivo da lei scritto, cara Miriano, a questo punto continuo a rivolgermi direttamente a lei, innanzitutto la inviterei a prestare attenzione ai termini che usa, il che, visto che lei è giornalista e scrittrice non dovrebbe risultarle poi così difficile; lei scrive: "Non provo quindi quella commozione profonda, quel vibrante trasporto parareligioso che ha chi descrive le peripezie degli animali da allevamento.".
Ora, alla voce "peripezia" io leggo, su vari dizionari: "vicenda rischiosa, complicata o disavventura imprevista".
Quindi ne dovrei dedurre che secondo lei lo sterminio sistematico e sistemico di miliardi di esseri senzienti al giorni sia solo una "disavventura imprevista"?
Ah, ma forse lei voleva usare tale termine nell'accezione letteraria più estesa secondo cui "peripezia" starebbe a significare "ribaltamento improvviso, per così dire avventuroso, della situazione"? Beh, pure in questo caso il termine, se applicato agli animali da allevamento, davvero non regge; non si ha infatti nessun ribaltamento di prospettiva, visto che miliardi di questi esseri senzienti vengono fatti nascere ed allevati con un'unica prospettiva possibile: quella di finire nel suo piatto, e in quelli di persone come lei.
In merito poi alle condizioni in cui vengono allevati gli animali, anziché definirli "peripezie", la inviterei, sempre prendendosi un nanosecondo di vacanza dall'indignazione per l'aborto, a meglio documentarsi ed informarsi, mica per altro, ma giusto per sapere esattemente di cosa si sta scrivendo.
Quindi direi che non ci siamo proprio. No, no; il termine "peripezia", da lei adottato immagino per dare un tocco di simpatia e di "ironia" al suo pezzo - non voglio infatti credere che lo si sia adoperato in maniera intellettualmente disonesta o quale mero artificio retorico per sminuire e depotenziare il valore della vita di miliardi di esseri senzienti - risulta completamente inappropriato.
Direi poi di sorvolare sul fatto che lei, nell'osservare un altro essere vivente senziente, ci veda solo "cibo che cammina", in fin dei conti non è colpa sua se non riesce a provare un'empatia estesa agli animali non-umani, peccato che però, ci scommetto, lei si indignerebbe assai se un uomo dicesse che nella tal donna ci vedesse solo un corpo da sfruttare sessualmente. Si tratta infatti della medesima distorsione di ricezione dell'altro, accolto non per le sue qualità inerenti, ma considerato esclusivamente come mezzo per soddisfare le proprie pulsioni. Nel primo caso si tratta della soddisfazione del palato, nel secondo del proprio organo riproduttivo. In ogni caso è interessante notare come l'altro venga ridotto a cosa, ad oggetto, a puro mezzo di soddisfacimento corporale (mi domando se lei si renda minimamente conto di quale totale annullamento della complessità dell'altro vi sia in questa riduzione che vi vien effettuata). 
Inoltre lei afferma che la sua capacità d'indignazione la riserva tutta per l'aborto. Senza entrare nel merito della questione aborto, ossia se un embrione appena abbozzato possa considerarsi vita o meno, ma ammettiamo pure di sì e di volerla salvaguardare, non capisco come rinunciando a mangiare gli animali o fermandosi un attimo a riflettere sul valore inerente della loro vita si potrebbe in qualche modo interferire con la posizione anti-abortista. Una presa di posizione assolutamente non inficia o preclude l'altra. Noto allora che lei ricorre, probabilmente a sua insaputa, al solito - trito e ritrito - sofisma del "meno peggio" per giustificare quel che è invece ingiustificabile. Poiché ci sarebbe qualcosa di più importante - e c'è sempre - di cui occuparsi, nel frattempo infischiamocene di tutto il resto. Che importa se miliardi di esseri senzienti vengono sterminati ogni giorno, ci sono i bambini in Africa che muoiono di fame. E poiché massacrare un animale è sicuramente meno peggio di massacrare un bambino, allora giustifichiamolo pure. E facciamoci pure dell'ironia sopra, ma sì. Cara signora Miriano questo cosiddetto "sofisma del meno peggio" è un trucchetto retorico davvero molto prevedibile e qualunquista. Certamente c'è da indignarsi per una gran quantità di fatti, soprusi, violenze, abusi che avvengono nel mondo, ma prenderne alcuni, eleggendoli a priorità assoluta, per giustificarne altri non è proprio la maniera migliore per manifestare solidarietà verso il creato. Infine, e intendo proprio sul finale, nella sua chiosa conclusiva, lei cade in un corto circuito davvero ingenuo; afferma che la carne degli animali che cucina ha "il sapore della superiorità dell'uomo sul creato". Peccato che confonda l'effetto con la causa, generando un corto circuito dal quale è difficile uscire. L'uomo non uccide gli animali in virtù di una legittima superiorità, bensì questa superiorità è il risultato semmai di una mera azione di costante sopraffazione che egli, in maniera del tutto illegittima, esercita sugli animali. È il mero uso della forza e l'arroganza di una visione viziata da un antropocentrismo cattolico che fa dire all'uomo "io sono superiore agli animali", e non una differenza sostanziale tra una specie privilegiata e tutte le altre che gli sarebbero indifferenziatamente inferiori. Le ricordo quindi, cara Miriano, fuori da ogni visione rigorosamente biblica, che l'uomo nasce animale tra gli animali e proprio antropologicamente, storicamente, socialmente non si è sempre sentito "superiore" alle altre specie. Questa presunta superiorità è il risultato di un sistema che da secoli e secoli si basa sullo sfruttamento sistematico di uomini ed animali, facendone il meccanismo base su cui si regge tutto l'ingranaggio socio-economico; un sistema che ha di fatto ridotto l'altro diverso da noi, l'animale, ad essere inferiore, ma non perché biologicamente lo sia, bensì come risultato di un nostro comportamento che di fatto ne ha decretato arbitrariamente questo stato. È l'uso costante della forza e della sopraffazione che ha reso di fatto l'animale inferiore. Legittimare questo sfruttamento significa quindi legittimare l'uso della forza e della sopraffazione sui più deboli. Alla faccia della carità cristiana! 
La superiorità dell'uomo sull'animale è quindi esclusiva di una visione tipicamente teocratica, una visione in cui solo l'uomo sarebbe detentore dell'anima; una visione in cui, e proprio in virtù di questa presunta anima, ci si arroga il diritto di sterminare, sfruttare, schiavizzare, uccidere altre specie. Beh, se dev'essere l'anima il pretesto per uccidere, allora preferisco venderla al diavolo e finire all'inferno! 
Se davvero cara Miriano lei è convinta di possedere un'anima illuminata dalla grazia divina, immortale, conferitale da un essere superiore, perché, anziché ricorrervi a pretesto di un esercizio di arroganza e sopraffazione sulle altre specie, non la indirizza nel virtuoso obiettivo dell'accoglimento e rispetto di tutti i viventi?
Sia chiaro, a me non dà fastidio che lei continui a vedere nella meraviglia di un essere senziente "cibo che cammina", o meglio, non è questo il punto.  Io trovo semplicemente intollerabile che si continui a giustificare il massacro di miliardi di creature adottando le più improbabili giustificazioni. Addirittura per diritto divino. Quando, se l'esistenza di Dio e della sua volontà non è certo fatto empiricamente e scientificamente assodato, lo è però la sofferenza di un essere vivente che desidererebbe solo poter vivere da libero il "dono" della propria vita. Il cui valore, inerente, è indiscutibile.

13 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Un post impegnativo! Ti sei destreggiata bene, e con buonsenso, su tematiche sdrucciolevoli. Per chiarezza, posso dire che la signora in questione sbaglia. Nell'Antico Testamento, nella condizione "originaria", all'essere umano è concesso cibarsi esclusivamente di vegetali, solo dopo il "diluvio", sembra appaia la concessione di cibarsi anche di animali e questo a causa della "durezza di cuore". Credo che un corretto sviluppo interiore sia in grado di condurre una persona a recuperare l'originaria "condizione" da intendersi come un traguardo.
Purtroppo, la confusione riguardo il potersi cibare di carni animali nasce da una cattiva lettura di passi del Nuovo Testamento, laddove la questione, invece, verte su tematiche incentrate sul ciò che è puro ed impuro, e la risposta, come al solito, trascende l'orizzonte del cibo per spostarsi sulla qualità della vita e sulla risposta che l'uomo offre partendo dal suo agire.
Un altro fatto. La Bibbia, come altre "sacre scritture" è redatta con linguaggio cifrato e performante. Insomma: non è spendibile nell'immediato e, quando assimilata, permette di crescere, formarsi per un fine: la Vita nel rispetto totale del creato intero.
Buona serata.

Rita ha detto...

Ciao Massimo, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio pezzo. In effetti non è stato facilissimo scriverlo perché non volevo cadere nello scontro credente V ateo o agnostico.
Non sta a me esprimere alla Miriano le mie perplessità sull'esistenza del Dio cattolico e sul suo volere, ma sminuire così altri esseri senzienti solo perché lei ci vede "cibo che cammina" e definire le loro terrificanti condizioni di schiavitù negli allevamenti, delle "peripezie", questo mi sembrava assolutamente ingiusto e degno di una risposta.
Anche io so che nel Vecchio Testamento c'è un passo in cui si invita l'uomo a cibarsi dei frutti della terra e del resto la struttura fisiologica dell'essere umano non è certo quella di un predatore (non ha denti acuminati, mascella prominente, artigli ecc.); che poi lo sia diventato, predatore, nel corso della sua evoluzione, è stato solo grazie alle sua scaltrezza intellettiva che ha reso possibile il ricorso alla fabbricazioni di utensili ed armi per cacciare. L'uomo si è evoluto intellettivamente e questo gli ha consentito, di fatto, di dominare il pianeta. Ma nasce animale tra gli animali.
E comunque, come dici giustamente tu, al di là delle interpretazioni dei vari passi della bibbia (che poi, mi domando come mai invece quando ci si trova la parola "schiavi" allora la si giustifica facendo ricorso alla vetustà del testo, mentre in altri casi è giusto prendere alla lettera interi versi), il messaggio cristiano dovrebbe essere di amore e rispetto per tutto il creato. Come faccia un cattolico fervente come la Miriano (ed altri come lei che scrivono nel suo blog) a non comprendere questo concetto così elementare, lo trovo curioso.
Guarda, mi voglio mettere nei panni di un credente, uno che davvero crede che l'uomo possiede un'anima immortale mentre gli animali no, ma può essere una giustificazione valida per farli soffrire e per ucciderli? Sono creature che comunqe esprimono volontà, desideri, interessi, che percepiscono dolore, piacere. Possibile che l'anima debba diventare l'elemento imprenscindibile della carità e compassione?
Buona serata a te, e grazie per il tuo, come sempre, bel commento.

P.S.: la questione di ciò che sarebbe puro ed impuro nel Nuovo Testamento poi esprime proprio concetti di discriminazione a monte. Anche la donna, così come gli animali, se non erro è considerata impura nei giorni del ciclo. Questo a basterebbe a far capire come una tale concezione sia da considerarsi del tutto superata, e come possa e debba esserlo anche quella relativa all'impurità degli animali.
Ah, un'altra considerazione: se gli animali sono davvero impuri, perché cibarsene? Sempre la Miriano, in un altro post, scrisse: "provo ribrezzo per tutti gli animali, tranne quelli che finiscono nel mio piatto".
Mah.

Maura ha detto...

Ciao, Biancaneve.
Prima di leggere il tuo favoloso pezzo mi sono letta i commenti lasciati dai lettori della "cara" Miriano sul suo blog a seguito dell'aberrante post prodotto..
Noto che di nebbia ce nè parecchia nella testa delle tante persone che si arrogano il diritto di disporre dell'esistenza di altri esseri viventi, considerati schifosamente di serie b perchè "semplicemente" animali...
Rilevo un commento interessante: “ma il vero cristiano potrebbe occuparsi anche solo di pregare che sarebbe già tanto”.
Io aggiungo che esso, quando cerca di mettere in pratica ciò che con difficoltà crede di capire dalla lettura della bibbia, fa solo danni, perchè non è obbiettivo nell'interpretazione; un esempio scandaloso lo hai riportato anche tu, riguardo uno dei comandamenti che recita " non uccidere".
Mica è specificato chi, eppure il cristiano ha deciso che la specie di riferimento doveva essere la sua...
Vorrei che esistessero ancora i disosauri, vorrei che l'uomo vivesse da fuggitivo tutta l'esistenza, cercando di sottrarsi in tutti i modi a questo insaziabile predatore, costretto a nascondersi e a vivere costantemente nel terrore!

Buona notte, amica mia.

Rita ha detto...

Ciao amica mia, ti rispondo in quasi diretta, ero qui che stavo giusto guardando qualche video da "La Vera Bestia" che testimonia le terrificanti condizioni in cui vengono trattati gli animali con l'idea di sceglierne uno (uno a caso, tanto raccontano tutti la medesima storia di dolore, prigionia e morte) per aggiungerlo qui sotto, visto mai la Miriano volesse spendere qualche secondo a guardarlo. Ma poi pensato che non lo farebbe, lo ha detto chiaro e tondo che il suo impegno è tutto rivolto ad onorare Dio e ad aiutare le persone (come se poi rispettare anche gli animali significasse rinunciare a Dio o all'amore verso le persone... questa deve essere solo una sua deduzione).

Beh, ho visto un video con dei maiali, ho visto i loro occhi, ed ho pensato che per guardare queste creature e vederci solo "cibo che cammina" vuol dire che si dev'essere proprio tanto insensibili, altro che amore verso Dio.

Sì, i commenti sotto a quel post li ho letti anche io, alcuni davvero aberranti, roba da avere proprio una fede talmente accecante da non far scorgere tutto il resto. Ad esempio che uccidere un essere animale è un atto gravissimo perché si priva un essere vivente della propria libertà e vita. Ma suppongo che per siffatti cattolici sia sbagliato solo ciò che la chiesa ritiene sia peccato. Uccidere gli animali non è peccato, quindi è cosa buona e giusta.
Che tristezza!

'notte a te. Un abbraccio e grazie per il tuo sentito commento.

P.S.: credo che la Miriano sia creazionista, quindi non crede che siano esistiti i dinosauri. :-D

Maura ha detto...

Basterebbe che si guardasse allo specchio:)

Rita ha detto...

Si guarda e si vede come creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Nega la sua animalità, mi pare ovvio. Parla infatti, nel medesimo post, a proposito della caccia, della lotta dell'uomo con la natura. E non sa che l'uomo è natura.

Volpina ha detto...

Se davvero Dio dice che chi non mangia animali commette peccato contro il Suo volere, che inferno sia.

Rita ha detto...

Volpina, saremo in ottima compagnia. Ci ritroveremo tutti tra noi. :-)

de spin ha detto...

Davvero difficile lasciare un commento a questo tuo ottimo post.
Già considero la fede paleontologia del pensiero umano.
Non intendo offendere nessuno, ma ciò che vedo è che la fede è un atto di fuga, nonchè un atto di arroganza.
Fuga, perchè il mistero della vita può far paura, ma va affrontato. E per affrontarlo non ci si può accontentare di risposte già pronte e stampate in un manuale di istruzioni, che si chiami bibbia o corano.
Arroganza, perchè ci si arroga di conoscere cosa sia il divino sulla base di ridicole proiezioni mentali.

Vorremmo (vorrebbero) che ci fosse un dio a nostra (loro) immagine esomiglianza; un dio che mangia bistecche e cotechini, che va a pesca e allo zoo; un dio cieco egoista e sanguinario; un dio crudele insensibile e stupido.

Già la fede in essa, la vedo così.

In questo caso che ci proponi, però, c'è qualcosa che va oltre la già abbastanza deprimente normalità.
Qui c'è patologia mentale. Sadismo fanatico. Delirio e abbruttimento.

Forse un uomo di Neanderthal sarà stato, e dico forse, legittimato a vedere in un Mammuth del cibo che cammina.
Osare dire certe cose, ed osare dire che provengono da dio, ci porta ad un'era pre-preistorica, il punto più basso della consapevolezza umana.

Ho letto qualche frase qua e là sul blog di questa signora. E' una persona malata di protagonismo, estremamte egoica, molto furba ed allo stesso tempo assolutamente stupida.
La cosa che colpisce è che una persona malata e poco intelligente come costei riesca ad avere un certo seguito di pubblico.

La disperazione della condizione umana può giungere a livelli così elevati? Evidentemente sì. Anche il nazismo cercava giustificazioni del proprio agire nell'esoterismo.
Le loggie segrete e le mafie commettono crimini atroci ma si appellano sempre a dio. Stessa cosa le varie sette, comprese quelle sataniche.

Triste dover condividere questo splendido pianeta con esseri così squallidamente involuti.

Rita ha detto...

Caro De Spin, a me ciò che ha colpito in primo luogo della signora Miriano è proprio la sua ostinata cecità nel non voler riconoscere la meraviglia della vita animale.
Mi domando come faccia una donna che spesso e volentieri parla della maternità e dell'amore per i propri figli a vedere negli agnellini, nei vitelli, nei maiali, ad esempio, solo "cibo che cammina".
E, avendola letta altre volte, vi ho scorto una disperazione totale nella sua fatica del vivere che riesce ad esorcizzare e sublimare solo nell'amore per questo Dio.
Spende tutta la sua indignazione per l'aborto, ma accetta tranquillamente che altri esseri senzienti possano essere privati della loro vita.

Ovviamente sulla religione, la fede, la bibbia, la pretesa di poter interpretare e conoscere il divino la penso esattamente come te. Purtroppo l'essere umano ha talmente tanta paura della morte o, semplicemente, come dici tu, del mistero della vita, che è disposto a credere a qualsiasi promessa di eternità.
Grazie per il tuo bel commento. :-)

Rita ha detto...

Ciao Alex,
benvenuta sul mio blog intanto. :-)
Passerò sul tuo nel pomeriggio allora, lasciando il mio commmento.
Buona giornata.

Delia ha detto...

Il blog di Costanza Miriano...maschilismo, omofobia...se dici qualcosa che non piace a Costanza il commento verrà immediatamente cancellato, né se né ma, IMMEDIATAMENTE. Che squallore.

Rita ha detto...

Ciao Delia,
lo so, lo so, in quel blog ci scrivono e commentano solo persone rigorosamente in linea con il pensiero di un certo cattolicesimo conservatore. Io commenti non ne ho mai lasciati perché sapevo di questa cosa che tanto li cancellano. L'admin peraltro è il marito della Miriano. Quindi, a che pro perdere tempo. Quella è gente che ragiona per dogmi e a suon di Vecchio Testamento, meglio lasciar stare.
Squallore, già.
Grazie per essere passata qui. :-)
Buona giornata.