mercoledì 18 gennaio 2012

Chiesa e Animali: del perché non posso essere cattolica (insieme ad altri mille motivi)

Ieri sera mi sono imbattuta in questo articolo pubblicato lo scorso luglio su La Bussola Quotidiana; per chi non ne fosse a conoscenza, La Bussola Quotidiana è un quotidiano cattolico d’opinione (così dagli autori stessi esattamente definito), il quale, alla voce “chi siamo”, risponde come letteralmente riporto tramite copia-incolla:
Un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, che vogliono offrire una Bussola “per orientarsi tra le notizie del giorno”, tentando di offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti: certi che l’esperienza cristiana è in grado di abbracciare e rispettare pienamente la dignità dell’uomo. Non abbiamo posizioni ideologiche da difendere, fossero anche cattoliche: nel fluire quotidiano delle notizie vogliamo difendere e promuovere una concezione dell’uomo adeguata alla sua dignità. Per questo nessun aspetto della realtà ci sarà estraneo: dalla politica alle relazioni internazionali, dalle emergenze sociali all’economia, dalle espressioni culturali allo sport, tutto sarà giudicato cercando di cogliere nel particolare della cronaca il destino di ogni singolo uomo.

Tale premessa è doverosa per spiegare la fonte dell’articolo verso il quale avverto un preciso dovere civico di replica, non solo in quanto persona che si erge in difesa dei diritti degli animali, ma anche in quanto donna laica che imbattendosi in alcune inesattezze scientifiche avverte il dovere civico di volervi rimediare.
Ho combattuto, combatto e sempre combatterò contro ogni forma di oscurantismo. Specialmente quando questo conduce a discriminare altri esseri viventi, in nome di dogmi, libri sacri, errate cognizioni medico-scientifiche e quant’altro possa permettere e condurre alla vittoria della superstizione sulla scienza e all’oscuramento di fatti empiricamente dimostrabili a favore di altri che rimangono invece solo il frutto della fede e non possono essere in alcuna maniera dimostrati.
Sia chiaro: io non mi pongo contro la libertà di ognuno di voler credere in chi vuole, ma contro tutti coloro che in nome di un qualcosa che non può essere empiricamente dimostrabile pretendono di far discendere un’unica verità e in nome di questa presunta e in nessuna maniera dimostrabile verità, nei secoli hanno perseguitato, giudicato, torturato, condannato, bruciato, ucciso e oggi continuano a giudicare, condannare moralmente e a voler mettere bocca politicamente, ad esempio, tanto per dirne una, sui gusti sessuali di ognuno (prossimamente infatti vorrei replicare anche a un altro articolo, sempre trovato su La Bussola Quotidiana, in cui si condanna l’omosessualità e si osteggia il matrimonio tra persone dello stesso sesso, poiché, secondo la chiesa, causerebbe gravi disordini sociali... come no, e infatti in Olanda, Inghilterra e Spagna dove invece il matrimonio tra omosessuali è permesso tutti i giorni ci sono casi di grave scompiglio sociale... ma per favore!), e persino sull’accresciuta attenzione che buona parte della popolazione sta riservando alla questione dell’antispecismo.
Tuttavia, per non annoiare troppo i miei quattro (pochi, ma buonissimi!) lettori, cercherò di essere breve, sintetica ed essenziale, riportando e soffermandomi solo su alcuni punti salienti:

1) (...) L’uomo, per contro, pur essendo onnivoro-carnivoro (...).

Come ho già avuto modo di scrivere qui sopra, è scientificamente e antropologicamente provato che l’uomo non ha la struttura fisica di un predatore carnivoro: denti poco acuminati, ampiezza della bocca di misura nettamente inferiore rispetto a quella degli animali carnivori, lunghezza dell’apparato digerente molto più vicina a quella degli animali erbivori, mani prensili adatte a raccogliere frutti, mancanza di unghie affilate e robuste ecc., incapacità di correre ad una velocità tale da inseguire, catturare ed uccidere prede se non con l’ausilio di armi, come è avvenuto in seguito all’evoluzione tecnologica; l’essere umano nasce quindi come frugivoro (come molti primati), solo in seguito si è dovuto adattare a diventare onnivoro ed in extrema ratio, carnivoro. L'uomo è carnista, ossia continua a mangiare carne per tradizione, cultura, ideologia.

2) Non conosco nello specifico il pensiero di padre Bianchi, ma ho avuto occasione di sentire quello di padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, il quale cita il pensiero classico della Chiesa: gli animali sono "animati", ma la loro anima non è immortale.

Ammetto e confesso che il mio primo impulso è stato quello di lasciarmi andare a una sonora risata, se non fosse che la gravità di una così seria asserzione non lo consente.

Gli animali sono “animati”. Ma che significa “animati”? Anche un giocattolo è animato, anche una macchina telecomandata è animata, anche un peluche è animato, ma credo che non ci sia nessun bisogno di spiegare la differenza che passa tra un giocattolo e un vero animale, giusto? Non vorremo mica tornare alla vecchia teoria seicentesca di Cartesio secondo la quale gli animali sarebbero delle macchine prive di coscienza le quali agirebbero solo in base a un meccanismo che potrebbe essere paragonabile a quello degli orologi? Non vogliamo mica credere a questo che scriveva Cartesio, vero?:

[...]È pure assai notevole che sebbene molti animali in alcune loro azioni dimostrino più industria di noi, tuttavia non ne mostrano alcuna in molte altre: cosicché, ciò che essi fanno meglio di noi non prova che hanno ingegno—ché in tal caso ne avrebbero più di noi e ci supererebbero in ogni attività—, ma piuttosto che essi non ne hanno affatto, e che è la Natura che agisce in loro, secondo la disposizione dei loro organi, così come si osserva che un orologio, pur essendo solo composto di ruote e di molle, conta le ore e misura il tempo più precisamente di noi con tutta la nostra prudenza.[…] dopo l'errore di quelli che negano Dio [...] non ve n'è altro che allontani di più gli uomini deboli dal giusto cammino della virtù che immaginare che l'anima delle bestie sia di natura uguale alla nostra e che, di conseguenza, non dobbiamo temere nulla, né nulla sperare dopo questa sta vita, come le mosche e le formiche;[…] - René Descartes; Discorso sul Metodo.

Comunque, a leggere attentamente, forse si potrebbe evincere che l’autore dell’articolo, riprendendo la posizione ufficiale della chiesa, non intende negare che gli animali abbiano un’anima, solo che, questa, non sarebbe immortale, come invece è quella degli esseri umani che sono fatti a immagine e somiglianza di dio.

Questo dice e asserisce lui (il giornalista de La Bussola Quotidiana). Lo sa lui. Egli sa. Egli conosce. O meglio la chiesa, della quale questo giornalista cattolico (ma un giornalista, per poter essere definito tale, non dovrebbe essere super partes?) si limita ad abbracciare dogmi e teorie.
Io trovo tutto ciò di un’arroganza senza pari. Ammesso e non concesso che esista un’anima e che sia gli animali che gli esseri umani l’abbiano, comunque sia, secondo la chiesa, quella degli animali non sarebbe immortale. Sulla base di quale dimostrazione empirica si possa affermare cio, è il caso di dire che solo dio lo sa.

La scienza invece stabilisce l’esistenza del cervello, organo in grado di elaborare tutte le informazioni ad esso giunte attraverso i cinque sensi. L’anima, concetto e termine assai arcaico, altro non sarebbe che la somma di tutte queste sensazioni, emozioni, percezioni, elaborazioni, ovviamente con vari gradi di complessità.
Tra cervello degli animali e cervello degli esseri umani (animali anch'essi) ci sono sì differenze, ma che non presuppongono minore o maggiore complessità. Semplicemente ogni specie ha un'intelligenza evolutiva diversa.
E cosa c’entra l’immortalità in tutto questo? Essendo il cervello un organo di pura materia, mi pare ovvio che con la fine del corpo fisico è soggetto anch’esso a perire, spegnersi, decomporsi. Questo insegna la scienza. Se poi un qualche tipo di attività energetica dovesse casomai proseguire e rimanere, ammesso e non concesso, non vedo perché il discorso non dovrebbe valere anche per il cervello degli animali. Stessa sostanza.
Animali umani e non, sotto la pelle, siamo fatti della stessa medesima sostanza (per citare un romanzo molto bello di Michel Faber il cui titolo è proprio “Sotto la Pelle”).
Abbiamo gli stessi occhi per vedere e piangere, la stessa bocca per mangiare ed esprimerci - sebbene con linguaggi differenti -, lo stesso naso per odorare, le stesse orecchie per sentire, gli stessi arti per muoverci, nuotare o volare - sebbene differenziabili per numero - gli stessi polmoni per respirare, lo stesso cuore per pompare sangue e mantenerci vitali, la stessa pelle - sebbene di colore diverso e ricoperta o meno di peli o squame che siano - e infine lo stesso cervello per elaborare le informazioni e i messaggi giunti tramite gli organi sensoriali. Non vedo perché a fronte di tante similarità solo una cosa dovrebbe invece essere diversa, e cioè questo presunto concetto di anima degli esseri umani che dovrebbe essere invece diverso e superiore ed in grado di restare immortale mentre quello degli animali non lo sarebbe.
La posizione della chiesa è pretestuosa e indimostrabile. E di un’arroganza mostruosa. 

3) Gli animali allevati sono stati "da sempre" il surrogato della caccia (e della pesca), oggi sempre più necessari anche per evitare la distruzione del sistema naturale…  con 7 miliardi di persone da sfamare.

Ammetto che anche qui ho dovuto tenere a bada il mio impulso a cedere a una sonora risata.
Ma signori miei, miei cari lettori, ma lo sapete che è invece esattamente l’esatto contrario di quanto va affermando l’autore dell’articolo?
Ora, senza stare a snocciolare i tanti testi che si occupano di geografia economica e politica e di politica dell’ambiente in cui si afferma appunto il contrario (un’efficace sintesi del tutto la trovate comunque su “Ecocidio” di Jeremy Rifkin, da me più volte già citato), vi basti fare un semplice calcolo: quanti vegetali deve poter mangiare un bovino per mettere su un chilo di peso? Le fonti mi dicono più o meno 15 kg di vegetali. Ovviamente un bovino, un maiale (che mangia cereali ed altro), un pollo (che, idem, mangia cereali), un ovino (mangia erba) prima di poter essere macellati devono poter mettere su diversi kg. Quindi il totale dei vegetali o cereali che devono mangiare aumenta proporzionalmente. Quante persone sarebbe invece possibile sfamare direttamente con tutti quei quantitativi di cereali e vegetali? Lo sapete che nei paesi cosiddetti del terzo mondo è in atto un grosso processo di desertificazione e deforestazione proprio a causa dell’ingente quantitativo di terreni che vengono usati per far pascolare i bovini e per coltivare cereali e vegetali destinati alla loro alimentazione? Ma non sarebbe meglio destinare quei cereali direttamente alla gente che muore di fame? Anche perché poi tutti questi bovini, ingrassati nei paesi del terzo mondo, verranno invece destinati ai paesi ricchi industrializzati.
Lo sapevate che nel 1982, quando ci fu quella famosa carestia in Etiopia di cui parlarono tutti i media e per cui si prodigarono anche molti gruppi e cantanti rock raccogliendo fondi con i loro dischi, in realtà tantissimi terreni - che potevano essere coltivati a riso, soia ed altri legumi e vegetali per sfamare milioni di gente - furono invece convertiti a terreni per la coltivazione di prodotti per sfamare i bovini?
Queste cose non le dico io, non lo dice un dogma di un testo arcaico, lo dicono fonti autorevoli, con tanto di letteratura e bibliografia in proposito.
Quindi se c’è un qualcosa che sta distruggendo il sistema naturale non è la conversione all’alimentazione vegetariana e la coltivazione dei vegetali, cereali, legumi destinati all’alimentazione umana, che invece sarebbe l’unico passo auspicabile per migliorare le sorti del nostro pianeta, ma, al contrario, l’allevamento - intensivo e non - degli animali e lo sfruttamento del terreno per alimentarli.
Inoltre le deiezioni dei bovini producono CO2, una delle principali cause dell’effetto serra  e del surriscaldamento del pianeta.
Quindi l’affermazione dell’articolista è del tutto errata, sotto qualsiasi profilo la si voglia analizzare.

Mi fermo qui, sebbene, come potrete immaginare, abbia tantissime altre cose da dire.
Mi limiterò ad aggiungere un’ultissima informazione per rendere il quadro maggiormente comprensibile.
Curiosità ha voluto che volessi informarmi su chi fosse l’autore dell’articolo, tale Giuseppe Bertoni.
Vi metto il link al suo curriculum vitae, qui:
A voi le ovvie conseguenze su quanti e quali interessi abbiano giocato a favore del suo articolo, oltre all’ottenebramento di una mente votata ai principi più retrivi ed oscurantisti della religione cattolica.
Cosa strana, la chiesa è sempre pronta a condannare ogni intromissione della scienza in ciò che riguarda la riproduzione dell'essere umano (contraria alla fecondazione assistita, ad esempio), ma quando si tratta di mettere a punto strumenti di biotecnologia - dei quali sembrerebbe occuparsi Giuseppe Bertoni - ogni scrupolo etico viene prontamente messo da parte.

Chiudo poeticamente riportando (lo so che siete stanchi, se mi avete letto fin qui, ma vi prego di fare un piccolo sforzo ancora, ché ne vale davvero la pena), uno dei pezzi più toccanti della storia della letteratura: un estratto da La Pelle di Curzio Malaparte.

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Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. Tornai a casa a notte alta, mi buttai sul letto, col viso verso la porta socchiusa.
Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, e lo chiamavo a lungo, gridando. All’alba corsi nuovamente per le strade deserte, fra le mute facciate delle case che, sotto il cielo livido, parevano di carta sporca. Non appena si fece giorno, corsi alla prigione municipale dei cani. Entrai in una stanza grigia, dove, chiusi in fetide gabbie, gemevano cani dalla gola ancora segnata dalla stretta del laccio del chiappino. II guardiano mi disse che forse il mio cane era rimasto sotto una macchina o era stato rubato, o buttato a fiume da qualche banda di giovinastri. Mi consigliò di fare il giro dei canai, chi sa che Febo non si trovasse nella bottega di qualche canaio?
Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell’Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all’Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro.
Nel pomeriggio tornai all’Università, entrai nella Clinica Veterinaria. Il cuore mi batteva, non potevo quasi camminare, tanto ero debole e oppresso dall’ansia. Chiesi del medico di guardia, gli dissi il mio nome. II medico, un giovane biondo, miope, dal sorriso stanco, mi accolse cortesemente e mi fissò a lungo prima di rispondermi che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarmi.
Apri una porta, entrammo in una grande stanza nitida, lucida, dal pavimento di linoleum azzurro. Lungo le pareti erano allineate l’una a fianco dell’altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato.
Sottili fili di acciaio, avvolti intorno a quella stessa sorta di viti di legno che negli strumenti musicali servono a tender le corde, tenevano aperte le labbra di quelle orrende ferite: si vedeva il cuore nudo pulsare, i polmoni dalle venature dei bronchi simili a rami d’albero, gonfiarsi proprio come fa la chioma di un albero nel respiro del vento, il rosso, lucido fegato contrarsi adagio adagio, lievi fremiti correre sulla polpa bianca e rosea del cervello come in uno specchio appannato, il groviglio degli intestini districarsi pigro come un nodo di serpi all’ uscir dal letargo. E non un gemito usciva dalle bocche socchiuse dei cani crocifissi.
Al nostro entrare tutti i cani avevano rivolto gli occhi verso di noi, fissandoci con uno sguardo implorante, e al tempo stesso pieno di un atroce sospetto: seguivano con gli occhi ogni nostro gesto, ci spiavano le labbra tremando. Immobile in mezzo alla stanza, mi sentivo un sangue gelido salir su per le membra: a poco a poco diventavo di pietra. Non potevo schiuder le labbra, non potevo muovere un passo. Il medico mi appoggiò la mano sul braccio, mi disse: “coraggio”. Quella parola mi sciolse il gelo delle ossa, lentamente mi mossi, mi curvai sulla prima culla. E di mano in mano che progredivo di culla in culla, il sangue mi tornava al viso, il cuore mi si apriva alla speranza. A un tratto, vidi Febo.
Era disteso sul dorso, il ventre aperto, una sonda immersa nel fegato. Mi guardava fisso, e gli occhi aveva pieno di lacrime. Aveva nello sguardo una meravigliosa dolcezza. Non mandava un gemito, respirava lievemente, con la bocca socchiusa, scosso da un tremito orribile. Mi guardava fisso, e un dolore atroce mi scavava il petto. “Febo” dissi a voce bassa. E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. “Febo” dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito.
Il medico mi si avvicinò, mi toccò il braccio: “Non potrei interrompere l’esperienza” , disse, “è proibito. Ma per voi… Gli farò una puntura. Non soffrirà”.
Io presi la mano del medico fra le mie mani, e dissi, mentre le lacrime mi rigavano il viso: “Giuratemi che non soffrirà”.
“Si addormenterà per sempre”, disse il medico, “vorrei che la mia morte fosse dolce come la sua”.
Io dissi: “Chiuderò gli occhi. Non voglio vederlo soffrire. Ma fate presto, fate presto!”.
“Un attimo solo” disse il medico, e si allontanò senza rumore, scivolando sul molle tappeto di linoleum. Andò in fondo alla stanza, apri un armadio.
Io rimasi in piedi davanti a Febo, tremavo orribilmente, le lacrime mi solcavano il viso. Febo mi guardava fisso, e non il più lieve gemito usciva dalla sua bocca, mi guardava fisso con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Anche gli altri cani, distesi sul dorso nelle loro culle, mi guardavano fisso, tutti avevano negli occhi una dolcezza meravigliosa, e non il più lieve gemito usciva delle loro bocche.
A un tratto un grido di spavento mi ruppe il petto: “Perché questo silenzio?”, gridai, “che è questo silenzio?”.
Era un silenzio orribile. Un silenzio immenso, gelido, morto, un silenzio di neve.
Il medico mi si avvicinò con una siringa in mano: “Prima di operarli”, disse, “gli tagliamo le corde vocali”
.

60 commenti:

Maura ha detto...

è meraviglioso leggerti, scrivi benissimo...
a supporto di quanto segnali riguardo le deiezioni degli animali ed il loro produrre co2, c'è una teoria che sostiene che siano state proprio queste ultime in quantità esponenziale data la mole dei loro produttori, a creare a lungo andare l'effetto serra che li a portati successivamente all'estinzione.

Giorgio Cara ha detto...

Direi che c'è poco da aggiungere; se non che nel medesimo articolo c'è un'altra chicca, ove vien riportata l'opinione (sì, perché di mera opinione si tratta e non certo di "verità" come vorrebbero affermare i cattolici) - e come tale, quindi, discutibile e di fatto discutibilissima - di tale Cardinale Caffarra che, cito l'articolo, "ammonisce: «Non c’è infine una reciprocità vera e propria fra l’uomo e l’animale […] perché l’animale non ha diritti"...
Che altro dire? L'inconciliabilità di certe posizioni, che bene hai definito frutto di oscurantismo, con il pensiero moderno è stridente; rabbrividisco al pensiero di una religione che da duemila anni onora incessantemente la memoria di un singolo messo a morte, il Cristo, e condanna ideologicamente - e quindi nella prassi quotidiana dei fedeli - miliardi e miliardi di creature animali a esser prive di ogni difesa se non - citando ancora l'articolo - i limiti obiettivi del "dominio/uso dell’uomo" (sic!); limiti che immagino, starebbe al Magistero, cioè sostanzialmente ad un libro arcaico o, ancora, a prassi e opinione che su tale libro arcaico si sono formate nei secoli, indicare. Senza considerare menomamente la sensibilità, l'affettività, l'intelligenza di cui gli animali sono capaci e - principalmente - ignorando totalmente - il dolore che gli stessi animali, esattamente come l'uomo, possono sperimentare e che, grazie al perdurare di certe posizioni supportate da certi individui, continuano a provare.
Di fronte a certe esternazioni verrebbe davvero voglia di chiedersi quali interessi si vogliono proteggere, se di carattere ideologico o più precisi. Mi sembra che, nello specifico, Biancaneve abbia mirabilmente inquadrato la questione.
Insomma - e finisco - come ricordava il cattolico Andreotti, "a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina".

Dinamo Seligneri ha detto...

Sono d'accordo con Maura, e volevo dirglielo alla prima utile, ovvero che Rita scrive proprio bene, si fa tirare a volte la coperta da certi temi perché la toccano sul vivo... tipo colla Chiesa deve essere come me che qualsiasi cosa dica il papa o chi per lui io sono in disaccordo a prescindere, anche se dicesse di devolvere l'ottoper1000 sul mio conto dormente...

bello il pezzo di Curzio, uno dei nostri grandissimi del novecento.

ciao

Rita ha detto...

@ Maura
Grazie per i complimenti. :-)

Non so della teoria di cui accenni, il fatto che le deiezioni dei bovini producano co2 comunque è scientificamente provato ed anche che l'emissione di questo gas favorisca il surriscaldamento globale. Comunque è un gas eccessivo che viene immesso nell'atmosfera, un gas che non dovrebbe essere prodotto in simili quantità.
Ma come al solito quando si tratta di far soldi l'uomo non si fa scrupoli di calpestare animali ed altri uomini e di danneggiare il pianeta stesso in cui vive.

Rita ha detto...

@ dinamo

Ringrazio anche i te per i complimenti sulla mia scrittura. :-)
E' vero che a volte mi lascio prendere un po' la mano quando si tratta di affrontare argomenti che mi appassionano (nel bene e nel male).
E dici bene, io del papa parlerei male a prescindere, in quanto istituzione proprio, diciamo che quello che ho sempre pensato del vaticano - e tutti i suoi anessi e connessi - è che sia un cancro in seno allo stato italiano.
Sono stanca di sentirlo esprimersi contro omosessuali, ambientalisti, animalisti, divorzio, aborto, coppie di fatto e tutto ciò che dovrebbe esclusivamente riguardare gli affari della politica interna o estera del nostro paese laico. L'Italia è uno stato laico. Punto.
Poi, guarda caso, il vaticano sembra essere a favore del nucleare. Chissà com'è.
E questo ICI (o IMU che sia) lo vogliono pagare sì o no?
Quello che penso della religione cattolica in generale, credo ormai sia abbastanza chiaro a tutti. :-D

Rita ha detto...

@ giorgio

Rimane ben poco da aggiungere al tuo bellissimo ed esauriente commento.
In effetti quel pezzo finale dell'articolo in cui si afferma - anzi, si ammonisce - in maniera apodittica che gli animali non hanno diritti ha colpito molto anche me, ma ho sorvolato perché essendomi io invece sempre espressa a favore dei diritti di quest'ultimi mi sembrava di specificare una cosa ovvia.
In effetti però sarebbe giusto ricordare che dal punto di vista del diritto gli animali (almeno quelli d'affezione e in certa misura anche quelli d'allevamento) i diritti ce li hanno eccome: è vietato abbandonarli, maltrattarli, ucciderli senza un valido motivo (poi vabbè, io vieterei a prescindere qualsiasi tipo di uccisione, comunque mi attengo a ciò che per il momento è sulla carta)e ci sono precise leggi che regolamentano la maniera in cui l'essere umano dovrebbe rapportarsi a loro, senza abusarne ecc..
Quindi anche quell'ultimo pezzettino dell'articolo, al pari degli altri sopra che ho riportato è intenzionalmente volto ad oscurare fatti e verità scientificamente attestate.
La chiesa cattolica è oscurantista, c'è poco da fare.

Anonimo ha detto...

la chiesa cattolica è un cancro che infetta mente e spirito, ma a suo modo è un'organizzazione geniale, soltanto l'invenzione del peccato originale merita il premio nobel.
una volta tentai di vedere un documentario sui campi scuola cristiani negli stati uniti, jesus camp. aberrante, dovetti interrompere la visione perché il mio cervello non riusciva a digerire così tante idiozie contemporaneamente, comunque, a un certo punto intervistano una donna, madre di due bambini, che sostiene quanto segue:

i bambini non andavano a scuola, ma era lei stessa a far da insegnante perché nelle scuole non veniva insegnato il creazionismo e i bambini venivano derisi (giustamente, oserei dire).

infine la perla: dato che dio ha donato il creato all'uomo è giusto che l'uomo si prenda ciò che gli serve, tanto c'è sempre dio che provvede.

con gente del genere com'è possibile che l'umanità, un giorno, possa essere migliore?

Milo

Rita ha detto...

@ Milo

Che dire? Davvero non ho parole.
Ma sai che alcuni creazionisti sostengono che i dinosauri non sono mai esistiti e che qualcuno ne ha disseminato i resti solo per confondere e falsificare la verità?
Con gente del genere come si può ragionare? Non si può.

Sempre su La Bussola Quotidiana - sempre che tu abbia la pazienza di andare a leggere, e mi rendo conto che per leggere simili idiozie serva un fegato grosso così - inserendo sull'opzione "cerca" la parola animalismo troverei altre splendiche "chicche".
Non ti dico poi cosa potrai leggere cercando la parola omesessualità: secondo la chiesa l'omosessualità sarebbe una malattia, al pari della depressione o dei disturbi alimentari dalla quale si può guarire. Pare che esistano anche dei centri cosiddetti "riparatori" in cui si insegna la - letterale - Cristoterapia che aiuterebbe a guarire da simile "disturbo".
Insomma, con gente così che nega la scienza, che pretende di far passare una verità scritta su un libro, che asserisce di essere in contatto di dio e che poiché dio ha detto che il creato è stato messo a disposizione dell'uomo allora mangiando gli animali si onorarebbe dio, come si può pensare di ragionare seriamente?
E' gente che ha completamente abdicato alla ragione per seguire un dogma del tutto indimostrabile.

Ma poi almeno fossero brave persone che non fanno male a nessuno... e invece giudicano, condannano, oscurano le verità scientifiche, mistificano, inventano e se solo avessero ancora il potere temporale chissà cosa farebbero.
Su alcuni blog e siti cattolici io ho letto persino che la condanna a morte di Giordano Bruno sarebbe stata giusta e che seppure le teorie di Galilei poi si sono dimostrate giuste comunque all'epoca è stato giusto dichiararle eretiche perché non c'erano gli strumenti per attestarne l'esattezza scientifica. Ma ti rendi conto della follia? E invece per attestare l'esistenza di dio che prove scientifiche ci sarebbero?
Mah, certa gente ti fa venire veramente il sangue amaro.

E'un'organizzazione geniale sotto alcuni aspetti sì, un'organizzazione di immenso Potere.

Massimo ha detto...

Bello il pezzo di Malaparte!
La Pelle, capolavoro del 900

La cosa mostruosa è che non solo le deiezioni dei bovini aumentano il CO2 nell'atmosfera ... ma anche le nostre!
7 miliardi di buchi di c**o funzionanti a ritomo continuo sono una catastrofe per l'ecosistema.
Colpa della Chiesa, con il suo "crescete e moltiplicatevi, seguita a ruota da islamismo e induismo. Figli a frotte che crepano di fame, ma tanto Dio ce penza. La follia umana tocca vette prodigiose ...
Chiesa Cattolica: una associazione per delinquere.
Se vogliamo avere un futuro dobbiamo diminuier di numero e smettere di mangiare animali ...
Non la vedo facile, ma è l'unica.
E' sempre un piacere leggerti.

Massimo ha detto...

Refusi a palla, ma tanto se capisce ...
Ciao

Martigot ha detto...

Mi associo ai complimenti per la tua scrittura. Sempre bello trovare persone che amano scrivere e sanno farlo con chiarezza :)
Sul post, concordo assolutamente con le tue considerazioni. Io non riesco a capire come la Chiesa possa arroccarsi ancora su certe posizioni, incurante dei cambiamenti della società e della nuova sensibilità su vari temi. Sugli animali, bè, che dire, chiunque abbia avuto il privilegio di dividere la propria vita con un animale, qualunque animale, penso sappia bene che un'anima ce l'hanno eccome. E' su certi esseri umani che avrei i miei dubbi.
Bellissimo, infine, il pezzo letterario che hai riportato. Vergognosamente non lo conoscevo, ma vedrò di rimediare perché mi sembra davvero qualcuno che vale la pena di leggere.

Rita ha detto...

@ Massimo

Eh sì, bello il pezzo di Malaparte, vero? Anzi, straordinario. Sai cos'è, che procede, procede riga dopo riga raccontando una serie di orrori uno dopo l'altro, e poi ha quella chiusa, quella breve frase finale "gli tagliamo le corde vocali" che davvero arriva peggio di un pugno allo stomaco.
D'accordo con te che al mondo siamo troppi. Troppi. E la chiesa che si ostina a volerci far riprodurre all'infinito (conosci quel tipo, tale Langone, teocon che scrive - scrive? Sarebbe più appropriato dire che "delira" - su Il Foglio e che recentemente ha detto che per aumentare la natalità in Italia, sarebbe meglio che le donne non studiassero, perché, a suo dire, l'istruzione, l'università, il lavoro femminile ecc. impedirebbero poi di fare figli).

La chiesa associazione a delinquere? Io lo sostengo da una vita. Istituzione criminale.

"Se vogliamo avere un futuro dobbiamo diminuier di numero e smettere di mangiare animali ..."

Guarda, io la mia parte la sto facendo: come sai sono vegetariana e figli non ne ho voluti. :-D

Grazie, è un piacere leggere anche i tuoi commenti. :-)

Rita ha detto...

@ Martigot

Sono proprio felice di aver riportato quel pezzo tratto da La Pelle, così che anche chi non lo conosceva abbia potuto leggerlo.
Nemmeno io conosco bene Malaparte a dire il vero, comunque La Pelle è un capolavoro.
L'ho voluto riportare anche perché Malaparte fa un'analogia bellissima tra Cristo in croce e i corpicini di quei poveri cagnetti.
Ecco, la chiesa si dovrebbe vergognare di come considera e tratta gli animali.
Stanno sempre a baciare i crocifissi e poi con i loro dogmi contribuiscono a mettere in croce ogni giorno migliaia di innocenti.

Un saluto.:-)

Dinamo Seligneri ha detto...

Ragazzi, io non credo che limitare le nascite, regolarle sia una soluzione di alcun tipo. Anzi, mi sembra un metodo che non si regge in piedi. E creerebbe disparità, ingiustizie e altre cose poco piacevoli. Tanto ci pensa il riassetto economico-sociale e culturale quindi a far scendere il numero dei nati, assieme alla adozione di metodi contraccettivi oggi disponibili. che questi sì dovrebbero essere fatti circolare molto più velocemente anche nei continenti più poveri.

(Nelle società matriarcali, quando volevano limitare le nascite, facevano una cosa molto curiosa: favorivano la poliandria, pratica già invalsa però nei periodi di "flusso normale delle nascite"). Questa la butto come curiosità.


Capisco che molti movimenti vegani vogliano incidere sull'abbassamento della natalità. Sanno che la loro dieta alimentare non può essere esportata su scala mondiale se non con un drastico abbassamento della popolazione, visto che i settori sensibili alla alimentazione erbivora non avrebbero la possibilità di soddisfarne il fabbisogno di cibo necessario.

Io dal canto mio credo che l'allevamento e l'uccisione degli animali siano una cosa barbara, che mi spezzano veramente il cuore, però tra un bambino e un agnello devo scegliere il bambino (per una serie di motivi che è pleonastico enumerare) anche se ciò mi comporterà un grosso dolore, ed una morte soprattutto dall'altra parte.
Se l'uomo vuole continuare a vivere non può smettere di alimentarsi di carne, proprio perché il mercato non può riconvertirsi su scala mondiale su posizioni vegane, l'offerta di cibo sarebbe spaventosamente insufficiente rispetto alla domanda.

Credo poi sinceramente, Biancaneve, che chi sceglie di non mangiare più carne debba pensare la cosa come una scelta morale personale (è la logica del cristianesimo, che è anche molto bella) ed è una cosa che mi piace.
Vedo invece con diffidenza la costruzione di un'etica collettiva veg (come lo vedo di tutte le etiche collettive) da fare prevalere alle altre etiche (questa è la logica che muove i sistemi religiosi, tra cui il cattolicesimo).
Capisco anche che se su una popolazione di cento persone solo una è veg, allora il mercato continuerà ad uccidere animali e la scelta di quella persona singola sarà davvero solo rivolta alla sua di coscienza e non avrà risultati.
Vero pure, però, che colle etiche superiori ed elitarie non si scherza.

Un saluto,
so che il mio è un ragionamento impopolare in un sito veg, che non piacerà, però mi pare giusto che io lo esterni per discuterci su, sennò a che servono i commenti?

Volpina ha detto...

Finalmente sono potuta tornare...Mi mancavano i tuoi post!!!
"gli animali sono "animati", ma la loro anima non è immortale." Questa frase non ha assolutamente senso. E sopratutto, basta guardarli negli occhi, gli animali, per capire che hanno uno spirito e un'anima nobile, migliore della nostra. Sicuro.

L'ultima parte mi ha fatto piangere...

Rita ha detto...

@ dinamo

Io non ho mai parlato di controllo della natalità coatto, piuttosto di limitare la filosofia - propugnata dalla chiesa - di moltiplicarsi all'infinito. E, quanto meno, accettare che oggi una donna possa e debba realizzarsi innanzitutto come persona, oltre che come mamma. Nello specifico volevo replicare all'articolo di quel Langone che vorrebbe tornare ad una società del passato in cui compito delle donne era quello di stare a casa a fare figli e non di studiare. Oggi sempre più donne non vedono più come prioritario fare figli, piuttosto desiderano realizzarsi nel lavoro, seguire le loro passioni o anche, semplicemente nella vita di coppia e basta. Se però invece la nostra società continua a mostrare continuamente messaggi mediatici di famigliole felici riunite intorno al tavolo e la chiesa continua a fare campagne contro la contraccezione e a favore della procreazione ad libitum, capisci che mettere al mondo figli diventa una sorta di percorso obbligato post-matrimonio o post-convivenza. Quello che mi sento di proporre è quindi limitare la crescita esponenziale demografica, per questioni logistiche di mantenimento del pianeta, senza che la chiesa o i media debbano mettere continuamente bocca.
Ma sai che una donna che non ha voluto, per scelta, fare figli viene guardata in modo strano? Te lo dico perché accade a me. Quando rispondo che non ho mai avvertito il desiderio di diventare madre mi guardano come fossi una specie di creatura aliene. Questo atteggiamento secondo me deriva da un condizionamento culturale. Ecco, allora io proporrei di non condizionare più le donne e le coppie in questo senso. Se vogliono fare figli che li facciano, altrimenti che non si rompa loro le balle.
Poi c'è tutta la questione del tasso di alta natalità in Africa, di bambini che nascono anche malati di aids da genitori malati e questo perché la chiesa porta avanti campagna contro il preservativo. Ecco, io combatto contro queste campagne, contro questo oscurantismo. In Africa muoiono di fame e malattie e tu, chiesa, vai a dire alle donne di procreare all'infinito e di fare figli? Questa per me è follia.

Rita ha detto...

@ dinamo

Sulla quesione di convertire la popolazione all'alimentazione veg, sia chiaro che il mio pensiero è che lo si dovrebbe fare NON per motivi utilatiristici (quale quello di ridurre lo sfruttamento del suolo e di convertirlo a coltivazione per esseri umani anziché continuare ad utilizzarlo per cereali destinati agli animali), ma per motivi squisitamente ETICI.
Premesso questo, è indubbio che una conversione immediata - anche per motivi logistici - non potrà avvenire in tempi brevi, io però la reputo auspicabile e necessaria e questo perché nessuno ci dà il diritto di sfruttare altre specie viventi.
Io parto dalla premessa che qui su questo pianeta abbiamo tutti il diritto di starci e di viverci nel rispetto del prossimo, uomo o animale che sia.
Non reputo la specie umana moralmente superiore alle altre, ossia con una dignità superiore alle altre. Ammesso che l'uomo sia davvero più evoluto ed intelligente, questo non gli dà il diritto sulla base di questa superiorità intellettuale di discriminare e sfruttare altre specie.

Non è vero che l'alimentazione mondiale non può riconvertirsi su scala mondiale ad un'alimentazione vegetariana. Ma è esattamente il contrario.
Dinamo, ma ti sei mai chiesto di quanto cibo sia necessario per far crescere tutti gli animali che poi vengono mangiati? E di quegli animali poi solo una parte verrà effettivamente "consumata" (con il resto ci fanno schifezze varie) e solo una parte è destinata ai paesi poveri, una parte minima, il resto va ad ingrassare e a far ammalare di obesità, ipertensione, ostruzione arteriosa ecc. la popolazione dei paesi occidentali. E tutto quel cibo che viene destinato agli animali potrebbe sfamare tranquillamente il mondo intero. Tutti quei terreni destinati alla coltivazione di cereali per ingrassare gli animali potrebbero venire usati per vegetali, legumi, riso ed altri cereali per ottenere una marea di cibo ottimo per gli esseri umani.
Se ti interessa approfondire ti consiglio Ecocidio di Rifkin, nel quale poi troverai, nell'indice altra bibliografia. Queste cose non le sostengo io, ma esperti ed economisti mondiali.
E comunque, ripeto, la scelta veg dovrebbe avvenire per motivi etici, secondariamente avremmo anche tanti vantaggi utilitaristici.
(continua)

Rita ha detto...

@ dinamo

Sulla questione della "scelta" di non mangiare animali ho già scritto tante, ma ripeterlo ancora una volta non farà male.

Quando si tratta di far soffrire, sfruttare, uccidere un altro essere vivente come si può dire che la scelta dovrebbe essere personale?
Ma scusa, ma allora io ora esco di casa ed ammazzo il primo che incontro perché ho la scelta personale di farlo.
Un discorso così lo si può concepire solo se si è effettivamente specisti, ossia se si considera l'essere umano superiore alle altre specie e quindi se ci arroghiamo il diritto di sfruttarle e trattarle come oggetti.
Non so se hai seguito i commenti sull'altro post, quello dal titolo: "E dio creò la mucca ecc.", dove è intervenuto anche Massimo, ecco lì giustamente qualcuno (Claudio) ha fatto notare che nessuno ci dà il diritto di uccidere un animale così come nessuno ci dà quello, ad esempio, di stuprare solo perché ci va di farlo e l'istinto o la soddisfazione edonista di un piacere ci dice di farlo.
Ogni essere vivente deve essere lasciato in pace di vivere la propria vita perché nessuno nasce per fare da schiavo all'altro.

I miei saranno pure discorsi utopici, come mi ha detto l'altro giorno uno di Greenpeace, utopici come lo è l'estensione di un vivere etico nel rispetto di tutti. Ma se noi, come specie cosiddetta evoluta, non tendessimo a questo, a migliorarci sempre ed anche sotto il profilo etico, che cazzo viviamo a fare? A fare da parassiti al pianeta terra?
"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir vertute a canoscenza" (fuori da ogni dogma religioso, per quanto mi riguarda). :-)

Hai fatto bene a dire le tue opinioni, pure se in netto contrasto con la filosofia di questo blog, perché la discussione è sempre proficua.
"Ogni rivoluzione conosce tre stadi: il ridicolo, il dibattito, l'accoglimento".
L'umanità, riguardo la questione dell'antispecismo, sta finalmente passando dallo stadio del ridicolo a quello del dibattito.
Povero Tolstoj invece, vegetariano, chissà quanto deve aver penato ai suoi tempi, specie in un paese come la Russia dove la caccia era molto praticata (lo è tuttora) e dove a tavola era tutto un proliferare di animali morti. :-)
Un passo avanti è stato avanti. Procediamo per gradi.
Io ci tengo più a seguire le orme di un Tolstoj qualsiasi, piuttosto che di un cacciatore qualsiasi. ;-)
Un saluto :-)

Rita ha detto...

P.S.:

Scusate per i vari refusi, ma sto scrivendo con un piccolo notebook, con schermo piccolo, e ci vedo poco.

Rita ha detto...

@ Volpina

Ciao carissima, anche tu sei mancata a me, sul serio!

Mi spiace averti fatto piangere. Se ti consola, ogni volta che leggo quel pezzo, piango anche io.
Così come quando guardo i video sul sito La vera bestia, o quando leggo notizie di sfruttamento degli animali, o quando passo davanti alle vetrine di una pellicceria e così via.

E mi commuovo invece di gioia invece ogni volta che guardo un animale negli occhi, ogni volta che un gatto mi fa le fusa, ogni volta che un cane mi scondinzola, ogni volta che vedo l'espressione della vita e della grazia nella bellezza del volo di un gabbiano e così via. :-)

Rita ha detto...

@ dinamo

P.S.:
tu hai scritto:

"Capisco che molti movimenti vegani vogliano incidere sull'abbassamento della natalità. Sanno che la loro dieta alimentare non può essere esportata su scala mondiale se non con un drastico abbassamento della popolazione, visto che i settori sensibili alla alimentazione erbivora non avrebbero la possibilità di soddisfarne il fabbisogno di cibo necessario"

Occhio, stai confondendo la causa con l'effetto. E' esattamente il contrario. I vegani innanzitutto lo sono solo e sempre per motivi etici, tanto nei cofronti degli animali quanto della natura e del pianeta stesso. Ritengono che la dieta vegana sia la migliore proprio per preservare il pianeta, e, (quindi E, di conseguenza), sempre per mantenere il pianeta efficiente, pensano che sia auspicabile pure ridurre le nascite. Troppa gente, troppo inquinamento, troppe risorse sfruttate.
Siamo troppi. A prescindere dalla dieta vegana.
E comunque convertire l'alimentazione da carnivora a vegana risolverebbe in gran parte (decisioni politiche e capitalistiche a parte) a risolvere la fame nel mondo.
Vabbè, l'avevo già detto, ma ho voluto spiegarlo meglio.
Ripeto, io riporto dati di economisti affidabili. Ho letto diversi saggi in merito, non mi chiedere di riportateli ora però perché sono a casa dei miei, non qui a Roma. Comunque ti basta fare una ricerca per trovare una risposta al quesito che poni, e cioè se una conversione all'alimentazione vegana basterebbe per tutti. Io e molti economisti sostengono proprio di sì, per i motivi che ti ho spiegato negli altri commenti.
Anzi, è l'unica per poter soddisfare la fame di tutti.
Ma quanto costa e comporta allevare animali? Ma sarà più facile ed economico e produttivo coltivare, no? Visto che comunque gli animali mangiano erba e cereali e quindi serve di coltivare tanti terreni per farli ingrassare, non sarebbe più furbo mangiarci direttamente noi quei cereali e vegetali?
Scusa se mi ripeto, ma vorrei che questo concetto fosse chiaro.
Ripeto, se ti va ed hai tempo, dai un'occhiata ad Ecocidio di Rifkin, scoprirai tante cose che è interessante approfondire.
Te lo dico per sano desiderio di far capire, conoscere, divulgare, non per pormi in maniera presuntuosa o supponente, ok? :-)

Rita ha detto...

P.S.:
ancora per Dinamo.

Ti prego non mi paragonare l'etica vegana alle religioni. Sappiamo bene che le religioni - nate antropologicamente come sistemi teorici per dare un senso ed una risposta ai quesiti fondamentali che da sempre l'essere umano si pone, soprattutto per confrontarsi con la paura della morte e dei morti (come insegna Frazer nel suo "La paura dei morti nelle religioni primitive) - si sono poi evolute in strumenti di controllo, di oppressione, di potere politico, anzitutto.

L'etica vegana non è elitaria, non è un'ideologia, è semplicemente la risposta migliore che si possa dare in termini di rispetto di tutti gli altri viventi.
Non mi piace poi chiamarla etica vegana, la scelta vegana è la conseguenza della filosofia antispecista. Preferisco parlare di antispecismo e di etica antispecista, che racchiude un significato più ampio e che estende il rispetto anche agli esseri umani e non solo agli animali. E significa appunto non discriminare nessuna specie ed è l'evoluzione dell'etica che si oppone al razzismo e ad altre forme di discriminazione.
Insomma, va bene il concetto di essere liberi, ma finché la nostra libertà non leda quella degli altri.

Massimo ha detto...

Io invece dico che la questione della sovrappopolazione è il primo problema e l'origine di tutti gli altri, compreso quello del massacro in serie di milioni di animali.
Non dico di abbassare la natalità in modo coatto ( ma in Cina lo stanno facendo da 30 anni e meno male per tutti), ma che questo sarà il nodo centrale da sciogliere se vogliamo sopravvivere come specie e vogliamo far sopravvivere anche altre speci.
La sovrappopolazione è anche un problema politico.
Chi è al potere ha tutto l'interesse di avere milioni di disperati da sfruttare e buttare via quando non ce n'è più bisogno.
Ha tutto l'interesse di avere milioni di consumatori, anche a costo di arrivare al punto di non avere più niente da consumare.
Non è vero che il riasseto socio-culturale riequilibrerà le nascite. Prima che questo accada ci sarà già troppa gente che verrà al mondo senza altra prospettiva che crepare di fame o campare alla bell'e meglio. Sta già succedendo.
Anche il problema del lavoro: come fare lavorare tutti?
Il sistema attuale è alla base del sovraffollamento e anche (per rimanere in tema animalista) dello spopositato consumo di carne (mai in tutta la storia umana ci è nutriti di carne come negli ultimi 50-70 anni).
Il sistema attuale ci sta portando alla morte per sprofondamento nei nostri escrementi.
Non dobbiamo salvare il pianeta: questa frase "salviamo il pianeta" è un ulteriore indice della nostra arroganza. IL pianeta ha già variato mille volte il clima, ha supportato mligliaia di speci dalla nascita all'estinzione andrà avanti allegramente, anche quando noi non ci saremo più.
Dobbiamo decidere se cambiare e vivere bene per qualche altro mligliaio di anni, senza distruggerci e senza distruggere le vite degli altri animali che condividono con noi quest'epoca geologica: oppure continuare così e sparire, in malo modo.
Voglio essere quasi ottimista: l'uomo in qualche modo, riuscirà a schivare una buona parte della m***a che gli sta arrivando addosso. Ma basterà quella che ci resta per darci una bella lezione.
Speriamo che serva.

Rita ha detto...

@ Massimo

Condivido.

Non dico che spetti all'uomo salvare il pianeta, ma quantomeno non distruggerlo. :-D

Hai presente il film Il pianeta delle scimmie (quello del 1968 di Schaffner?) Ecco...

Massimo ha detto...

Diciamo che il futuro, se non facciamo qualcosa, sarà molto simile alla Napoli del 1943 descritta da Malaparte ... ma estesa a tutto il pianeta.
La Pelle sarà la prima cosa, l'unica: le chiacchiere da blog, saranno un dolce ricordo del passato.
Prego solo di sbagliarmi.

Rita ha detto...

Da una parte, egoisticamente, penso che tanto io sarò probabilmente già morta.

"Le chiacchiere da blog, saranno un dolce ricordo del passato".

Avevo iniziato a scribacchiare un racconto su questo argomento... poi, come sempre, mollato a metà.
Magari un giorno o l'altro ci rimetto mano.

Larry Massino ha detto...

Gli è un gran casino. Comunque anche le grandi menti delle massonerie internazionali pensano che il primo problema è quello della crescita demografica. Non so in quanti anni, ma poche decine, i cazzo di europei bianchi saranno minoranza anche in europa. Io se faccio in tempo mi do una colorata, all'incontrario di Michael Jackson.

Rita ha detto...

@ Larry Massimo

Ma il problema non è il colore della pelle. Sotto la pelle, siamo tutti stronzi allo stesso modo. :-D
Com'è che diceva Mark Twain: "siamo esseri umani, e non ci può essere niente di peggio".

Larry Massino ha detto...

Sono d'accordo. Ma siccome credo che i razzisti non lo capiranno mai, mi preparo a richiedere accoglienza antropologica dai negri, finanche dai cinesi.

Dinamo Seligneri ha detto...

Biancaneve, io so che non ci sono razze umane superiori ad altre e che non ci sono specie superiori ad altre. Lo so.
Così come intendo bene il tuo pianeta armonico, perché piacerebbe anche a me viverci. Sono più scettico sui modi di realizzarlo. E su cosa davvero si intende per armonia.

Sull'etica, ci sarebbe tanto e tanto da dire, ma ora non sono in una fase cerebrale da poter sostenere un discorso così impegnativo.

Ne riparliamo però.

Un saluto

Rita ha detto...

Quando vuoi Dinamo. :-)

Un saluto a te, e a Larry.

Erika ha detto...

Io critico la chiesa cattolica sulla questione dell' omosessualità però sono fortemente cobntraria all' aborto e non potrebbe essere altrimenti perchè io condanno l' uccisione di ogni forma di vita. Mi ritengo fortemente antispecista ma allo stesso tempo fermamente antiabortista. Il mio amore per gli animali non umani non è più grande di quello per un feto o un embrione ma sono amori per me identici.
Per quanto riguarda la sovrapopolazione penso che il problema non sia il numero degli abitanti della terra ma solo l' idea che vuole che si facciano per forza dei figli, ecco questa non mi piace. Porre limiti alla procreazione mi sembra altamente ingiusto tanto quanto l' idea che si debbano per forza fare figli. Attenzione però: una volta che il figlio è stato concepito non mi sembra affatto giusto abortirlo, se non si vogliono gravidanze ci si deve pensare prima comprando dei preservativi o evitando di fare sesso vaginale.

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

Io critico la chiesa per un sacco di motivi, ovviamente la maniera in cui tratta e considera gli animali e gli omosessuali è uno di questi.

Io non sono contraria all'aborto a prescindere. Diciamo che è un argomento talmente delicato che è molto difficile generalizzare.
Sono a favore dell'aborto terapeutico, ossia nel caso in cui attraverso gli esami strumentali (ecografia, amniocentesi e altri) si scopre che il bambino nascerebbe malato, deforme, ecc.. Ecco, io non me la sentirei di mettere al mondo un bambino, ad esempio, fortemente ritardato mentalmente, oppure senza gambe e senza braccia, oppure, come è successo ad una mia ex-collega di lavoro, affetto da una rarissima sindrome per cui non ha la colonna vertebrale sviluppata e quindi è come un sacco vuoto, non cammina, non sta in piedi, in più è ritardato mentalmente (tanto), quindi non parla, non interagisce se non a livelli basilari. Ecco, bisogna anche tener presente che bambini così poi dovranno essere assistiti tutta la vita ed un genitore non è eterno, quindi poi che fine faranno, chi si occuperà di loro quando i genitori moriranno? Io in questi casi abortirei.
E poi dipende ovviamente anche da quando viene effettuato l'aborto. Un embrione di poche settimane ancora non è un feto formato.
Allora anche gli spermatozooi sono vita, sono vitali, ma non è che uno si dispiace quando si masturba e si sprecano. :-D

Poi ci sono le vittime di stupri, ecco, io non me la sentirei di impedire a queste donne di abortire.

Diciamo che considero l'aborto ovviamente come una soluzione molto sofferta e difficile, e che quindi andrebbero incentivati tutti i metodi di contraccezione e fatte serie campagne in questo senso.
In generale comunque non si pensi che le donne ci trovino gusto ad abortire, credo che sia un dolore - uno strappo vero e proprio di una perte di sé - talmente intenso da portare conseguenze per tutta la vita.

Ho letto di donne che avevano deciso di ricorrere all'aborto terapeutico (perché il bambino sarebbe nato malato, in condizioni non compatibili con una vita dignitosa) e che poi, trovatesi nel cambio turno di medici e capitate con anti-abortisti per motivi religiosi, poi sarebbero state abbandonate senza assistenza. Ecco, questo lo trovo ingiusto.
Non si può dire NO all'aborto in ogni caso.
Non deve essere considerato con leggerezza, come fosse un metodo contraccentivo alternativo, questo no, ma la possibilità di abortire è giusto che ci sia per legge.
Sul problema della sovrappopolazione la penso come te.
Non deve essere incentivata la procreazione, ma nemmeno impedita.
Insomma, per come la vedo, dovrebbero esserci meno condizionamenti culturali.
La chiesa invece vuol fare passare il messaggio che bisogna necessariamente procreare.

Grazie per il tuo commento. :-)

Erika ha detto...

Io però sono su posizioni molto più nettamente antiabortiste, l' aborto mi fa tanto più orrore quanto più è praticato su esserini malati che ormai esistono, non stiamo parlando di esseri che non esistono ma che già esistono. Ci sono persone che hanno forti handicap e hanno un' incredibile voglia di vivere, chi siamo noi per decidere chi è degno di vivere e chi no? Ragionando così allora bisognerebbe abortire i feti che hanno la scoliosi o che hanno problemi ai reni o che hanno qualunque altro problema fisico? Vogliamo creare la razza perfetta?Le patologie fisiche possono essere anche una palestra per imparare a lottare e diventare anche più forti degli altri.
Per quanto riguarda lo stupro, non ho mai capito perchè una donna stuprata se la debba andare a prendere con il povero esserino che porta in grembo quanto l' esserino non ha nessuna colpa, semmai la donna stuprata deve in tutti i modi cercare di avere giustizia e fare andare in galera lo supratore , non ammazzare il piccolo esserino.
Uno spermatozoo non ha dna umano e comunque la sua funzione è quella prevista dalla natura, la natura ha già previsto che la stragrande maggioranza degli spermatozooi moriranno, non sono certo esseri fatti per vivere così da soli. Invece andare a distruggere un embrione o un feto è una ferita inferta non solo a un essere vivente con Dna umano ma allo stesso processo naturale.

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

Io intendo l'aborto terapeutico in caso di malattie serissime, sindromi che di fatto renderebbero impossibile avere una vita anche solo approssimativa (ricordo di una signora che ha dovuto abortire perché il figlio sarebbe nato senza occhi, proprio completamente, e senza arti. Un tronco umano. E in più con ritardo mentale), non certo per lievi malformazioni o malattie che possono essere curate. Il che sarebbe eugenetica. E sono d'accordo con te che anche un handicappato, un disabile, una persone affetta da sindrome down, ad esempio, può comunque avere una vita dignitosa, felice, dare e ricevere moltissimo e ne conosco moltissimi, di down, ad esempio, che sono persone solitamente splendide, che lavorano, ecc..
Però, in generale, non me la sento di giudicare una madre che decide di abortire un feto gravemente malformato e malato.

Il feto è già una vita sì, ma un embrione appena concepito non credo. E' solo un ovulo fecondato. In ogni caso, l'embrione non avendo ancora un sistema nervoso centrale sviluppato, né il cervello sviluppato (sono organi che si sviluppano ad un certo stadio della gravidanza) non può soffrire ed essere consapevole. Quindi dipende sempre da dopo quante settimane dal concepimento viene affettuato l'aborto. Dipende dallo stato di formazione del feto.

Riguardo lo stupro, hai ragione, l'esserino poverino non ha colpa, ma posso comprendere la condizione psicologica della donna costretta a tenere in grembo il frutto di una violenza, di un trauma.
Insomma, secondo me non si può generalizzare tanto su argomenti così, ogni caso ha una storia a sé, e soprattutto, non me la sento di giudicare, in nessun caso.

Erika ha detto...

Non te la senti di giudicare ma io credo che dovresti come giudichi chi uccide gli animali, lì giudichi, perchè qui non dovresti giudicare?
L' embrione è una vita a tutti gli effetti e lo dice la scienza, è una vita che possiede dna umano.
Io non so se sente dolore o percepisce sensazioni ma se anche così fosse non è un buon motivo per ucciderlo, altrimenti la stessa cosa varrebbe per chi è in coma o per chi ha handicap gravissimi che non gli permettono di percepire? L' espressione "aborto terapeutico" mi ha sempre messo i brividi, come si fa a definire terapeutico un qualcosa che uccide, che distruggge una vita???! Terapia è la cura, non l' uccisione.
Un ultimo appunto: non credo affatto che la stragrande maggioranza degli aborti riguardi i casi limite da te descritti e per quanto riguarda questi ultimi: se davvero l' esserino ha malformazioni talmente gravi da essere incompatibili con la vita e ci si preoccupa di lui allora a maggior ragione: perchè ucciderlo? Mi si risponderà: per evitargli sofferenze, ah si? e invece un feto che viene ammazzato non soffre? Penso sia più dignitoso morire di morte naturale che ammazzati con aggeggi meccanici dentro il ventre materno!

Erika ha detto...

Non saràò che forse molti feti vengono abortiti per il semplice fatto che alla minima malformazione vengono percepiti come una gran rottura di c......i? Eh si che accudire un figlio malato necessita di tanto amore.

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

Io rispetto la vita quanto è vita. Ad esempio nel caso di una persona in coma irreversibile che vive solo attaccata a delle macchine sono favorevole all'eutanasia. Io stessa non vorrei vivere attaccata ad una macchina, in coma, almeno che non ci siano valide speranze di guarire.
Ripeto, sono discorsi troppo delicati per poter assumere posizioni intransigenti e definitive.
Un feto è vita quando appunto è già divenuto feto, ma un embrione appena concepito e non ancora formato (ossia con cervello non formato, altri organi non formati non è vita); il fatto che contenga già DNA non significa nulla perché allora dovremmo considerare vita anche un capello o un'unghia (visto che contengono entrambi tracce di dna), mentre invece sono solo parti del corpo, sì vitali, ma che non hanno una vita indipendente.

Non penso che l'aborto sia una cosa bella, da prendere con leggerezza e personalmente non credo che potrei mai abortire, però riguardo certi casi limite sopra enunciati (gravissime sindromi, gravissime malformazioni e gravissime patologie) penso che si possa e debba fare. E che lo farei anche io. O magari no. Non ci sono mai passata e non posso in alcuna maniera sapere cosa potrebbe passarmi nella testa in simili momenti. Per questo dico di non poter giudicare.

Difendo la vita di tutti gli esseri viventi quando sono già formati, come quella degli animali nello specifico, ma ripeto, un embrione di poche settimane non ha ancora gli organi sviluppati.
Forse dovremmo informarci meglio scientificamente per sapere da quale settimana precisa in un embrione inizia a formarsi il cuore, il cervello, i polmoni ed il resto.

A questa tua domanda:
"Non sarà che forse molti feti vengono abortiti per il semplice fatto che alla minima malformazione vengono percepiti come una gran rottura di c......i? Eh si che accudire un figlio malato necessita di tanto amore"

Non so cosa rispondere, nel senso che non posso saperlo, forse sì, forse no, boh. Alla fine io non ho tutta questa grande conoscenza sulla situazione degli aborti in Italia, e in vita mia ho conosciuto solo un paio di persone che l'avevano fatto, ma persone con cui non avevo un rapporto profondo e quindi non ho mai avuto modo di domandargli il motivo della loro scelta.
Tempo fa lessi che sono soprattutto le prostitute ad abortire, ossia quelle in mano ad organizzazioni criminali che vengono praticamente costrette ad abortire. Oppure donne straniere senza supporto ed appoggio familiare, con situazioni drammatiche.
In fondo ne so troppo poco per esprimere un giudizio netto e deciso. Tutto qui.

Erika ha detto...

Be Biancaneve, non si può paragonare un embrione a un capello. Un embrione ha un cuore che batte, non mi pare che un capello ha un cuore. Io personalmente non vorrei che mi staccassero la spina se sono in coma perchè nessuno sa in futuro se si scopriranno nuove cure e quindi perchè mai dovrei rinunciare a tali speranze? Quello che oggi viene chiamato irreversibile forse un domani potrebbe essere reversibile alla luce di nuove scoperte scientifiche? Secoli fa nessuno avrebbe osato pensare che con delle pastiglie si curassero gravi malattie e invece oggi è realtà.
Sono anche contraria alla donazione di organi perchè, dopo attente letture, nutro molti dubbi sul concetto di morte cerebrale, anche leggendo il sito italiano della lega antipredazione.
Un esserino che non ha gli organi completamente formati è una vita a tutti gli effetti sebbene diversa dalla nostra ed è proprio il concetto di diversità il punto della questione: rispettare vite diverse dalla nostra. Se tu accetti l' aborto e la soppressione di embrioni come potrai ribattere a chi ti dice che è giusto uccidere animali dicendo che hanno funzioni cognitive non sviluppate come quelle umane? Se tu ami gli animali e la loro diversità ama anche gli embrioni per favore. Ti faccio presente che per la legge italiana si può abortire anche oltre il terzo mese in caso di malformazioni , e dopo il terzo mese sono embrioni o feti?

Erika ha detto...

Sul mio blog c'è il link al sito della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente, un sito che mi ha letteralmente aperto la mente su cose che non conoscevo. Difatti Io sono contro la donazione di organi.

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

Sono discorsi interessanti sui quali mi riservo di pensare e riflettere.

Sulla donazione di organi invece sono a favore, ovviamente dei miei. Ma questo forse perché io non sono così tanto attaccata alla MIA vita.
Se avessi un incidente, entrassi in coma e la prospettiva fosse quella di rimanere per anni attaccata ad una macchina, io, personalmente, preferire morire e mi piacerebbe che parti del mio corpo venissero donate ad altri (che poi, sarebbe, in un certo senso, come se una parte di me continuasse a vivere in eterno; lo trovo un pensiero molto bello).
Infatti la legge per poter espropriare gli organi stabilisce che vi sia il consenso, o della persona o dei genitori in caso di bambini.
Che poi esista un vero commercio di organi (illegale), una vera e propria predazione, non significa che invece, quando c'è il consenso, la donazione (donazione, non predazione) non sia una scelta legittima.


Comunque forse non hai capito bene il mio pensiero: io non è che accetto l'aborto senza "se" e senza "ma". Lo accetto solo a patto che si verifichino determinate condizioni.
Così come sono a favore dell'eutanasia in caso di malati terminali di tumore (o di altre gravissime malattie) che stanno soffrendo moltissimo e a cui la morte appare come una salvezza, una benedizione e sono loro stessa a richiederla.
Hai visto il film "Mare Dentro" di Amenàbar, tratto da una storia vera? Ecco, posizioni intransigenti della chiesa come in quel caso, a mio avviso, sono contrarie alla vita, invece.

Parli di nuove cure che in futuro potrebbero guarire persone da un coma oggi ritenuto invece irreversibile.
Spero però che tu sappia che tutte queste cure, ricerche, esperimenti vengono condotti intanto sugli animali.
Allora come la mettiamo?
Così come sei contraria all'aborto, donazione organi ecc. dovresti pure essere contraria alla ricerca medica grazie alla quale speri che un domani si possa riuscire a guarire da un coma, perché oggi, di fatto, queste ricerche vengono fatte sugli animali.
L'essere umano è spesso portatore di contraddizioni. Io so che non ucciderei - e di fatto non uccido - nemmeno un moscerino, però resto a favore dell'eutanasia o della donazione organi quando la scienza oggi stabilisce che la situazione è irreversibile. Per me. Per quanto riguarda me. Non decido per gli altri. Ma è giusto che la legge permetta al singolo che vuole morire perché sta soffrendo le pene dell'inferno (caso Welby) di poterlo fare.
Sull'aborto, ripeto, ci sono casi singoli in cui lo accetto. Casi sporadici, singoli, rari, ma possibili.
Sarà anche stridente con il mio amore e rispetto per gli animali e per gli esseri umani, ma al momento le cose le vedo così.
Forse sbaglio, anzi, è probabile, quello che posso dirti è che sono argomenti sui quali continuerò a riflettere, anche grazie ai tuoi commenti. Non sono una che non è capace di mettersi in discussione o di mettere in discussione le proprie idee. Solo mi riservo di continuare a pensarci.
Grazie. :-)

Erika ha detto...

Però allora ti faccio la stessa domanda che si fa ai mangiatori di carne quando gli si chiede se ucciderebbero loro l' animale che mangiano, tu andresti a fare a pezzi l' embrione o il feto ? mi devi dire se tu avresti la forza di farlo: andare lì e cercarlo all' interno dell' utero e quando lo hai trovato distruggerlo, voglio sapere se tu lo faresti.
Ti invito poi a riflettere attentamente sulla definizione di morte cerebrale, una definzione con cui non tutti concordano.
Ecco perchè ti avevo dato il link del sito. Io sono fermamente contro la donazione di organi.

Erika ha detto...

mi sento tanta solitudine ... :-( scusa se lo dico a te..

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

No, io non lo farei. Così come probabilmente non avrei il coraggio di staccare la macchina che tiene in vita un mio caro che si trova in coma. Credo. Se però sapessi con certezza che sta soffrendo e che non potesse in alcuna maniera guarire forse lo troverei, lo cercherei questo coraggio.
So che nemmeno i medici, la scienza sanno esattamente cosa si intenda per morte cerebrale e nessuno sa realmente se nello stato di coma invece ci sia una qualche possibilità che la persona ancora senta, percepisca.
Non lo so. Per questo dico che è difficile esprimere posizioni nette e definite. Sappiamo così poco in fondo, e della vita e della morte.

Mi spiace, e lo dico sinceramente, che tu senta tutta questa solitudine, e ti comprendo perché anche io spesso percepisco un senso di solitudine infinita, una solitudine che in nessuna maniera può essere colmata, nemmeno se mi trovassi in mezzo a mille persone.

La solitudine che si prova in questi casi spesso è data dall'impossibilità di poter realmente comunicare con gli altri ad un livello molto profondo, di non riuscire a condivere quello che rimane il nocciolo più profondo del nostro io, spesso incomprensibile perfino a noi stessi.
Io mi sento tanto sola, ad esempio, quando vado in centro e vedo tante realtà di orrore, morte, sofferenza (per esempio osservando di striscio le vetrine dove sono esposte le pellicce, o le vetrine di un ristorante dove sono esposti animali morti, ma anche i cavalli, poverini, costretti a trainare le botticelle in mezzo al traffico) e mi sembra di essere un'aliena in mezzo a tante persone che invece scherzano e ridono come se niente fosse, incapaci di vedere la realtà profonda delle cose.

Non devi scusarti per aver voluto condividere con me questo tuo momento di solitudine. Anzi, ti mando un abbraccio virtuale. :-)

Volpina ha detto...

Sto cercando questo libro, "la pelle" vorrei leggerlo, ma in biblioteca non ce l'hanno... :(

Rita ha detto...

@ Volpina

Non ce l'hanno? Strano, è un classico del novecento. Un testo importante.
Comunque io penso che tu possa trovarlo anche in edizione tascabile, a poco prezzo. Prova a cercare in libreria.

Erika ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Erika ha detto...

Biancaneve ti segnalo questi articoli su 3 casi di 3 ragazzi, uno statunitense, un italiano e un tedesco :

http://www.julienews.it/notizia/cronaca/si-risveglia-poco-prima-dellespianto-dei-suoi-organi/97283_cronaca_2.html

http://www.corriere.it/cronache/11_dicembre_19/il-ragazzo-vissuto-2-volte-e-la-caccia-dei-genitori-a-chi-lo-ridusse-in-coma-goffredo-buccini_1004bcaa-2a09-11e1-88bd-433b1e8e4c01.shtml

http://www.antipredazione.org/casi/Banach/banach.htm

Provo orrore e dissento totalmente dal concetto di morte cerebrale a cuore battente!

Rita ha detto...

@ VeganaTrav

Ho letto gli articoli.
Nel primo comunque non era stata dichiarata ancora la morte cerebrale, solo che il cervello era talmente danneggiato che i medici pensavano non sarebbero riusciti ad impedirne la morte. Poi invece è andata diversarmente, e per fortuna.

Comunque, che esista un traffico illegale di organi lo so (anni fa vidi anche un film in proposito, non ricordo il titolo al momento però, mi pare fosse un film francese, se non erro) e so anche quanto la corruzione, il denaro ecc. portino a compiere azioni così terribili quali dichiarare la morte cerebrale di un paziente pure se non è vero, al solo scopo di carpirgli gli organi per poi venderli.

Però tieni anche presente che invece ci sono casi di morte certa, e in questo caso io rimango a favore della donazione perché allora i trapianti non si potrebbero più fare.
Secondo me ognuno di noi, da vivo, finché è in tempo, dovrebbe fare il testamento biologico e dire se vorrebbe o no acconsentire alla donazione dei propri organi.
Io, per quanto mi riguarda, sono favorevole alla donazione dei miei.
Se poi, in futuro, dovessi divenire vittima di un esproprio improprio, pazienza... ripeto, non temo affatto la mia morte, ma quella delle persone a me care e sono anche un po' fatalista.

Cervello e cuore comunque sono organi molto diversi: al cervello basta pochissimo per poter essere danneggiato in maniera irreparabile, il cuore in confronto è un muscolo molto più resistente. Quindi può essere che ci sia morte cerebrale mentre il cuore ancora continui a battere, anche perché il cuore può continuare a battere artificialmente, essere tenuto funzionante grazie alle macchine.
E' un muscolo diverso.
Insomma, torno a ripeterti, nessuno sa cosa sia realmente lo stato di coma, la scienza nemmeno sa bene come funzionino alcune aree del cervello, ad esempio in casi di certe malformazioni o danni se ne attivano altre che prima non erano in funzione (credo che a te piacerebbero molto i libri di Oliver Sachs, lo conosci? Un neurochirurgo che considera la malattia con parametri del tutto inediti, riconoscendo che là dove vi può essere un danno, una carenza, ci può essere però altro che interviene a sopperire alla mancanza, spesso mettendo in funzione aree diverse del cervello e sviluppando capacità particolari), e per questo, ripeto, prendere una posizione totalmente a favore o contro, è difficile.
Ognuno dovrebbe poter decidere per se stesso.
Io, ad asempio, su un lettino, ridotta come un vegetale, attaccatta ad una macchina, non vorrei mai viverci. MAI. Sarebbe un inferno per me. Quindi vorrei che qualcuno mi staccasse la spina e vorrei che i miei organi fossero donati.
E non mi interesserebbe restare in vita in attesa che la scienza abbia trovato un cura che potrebbe non arrivare mai perché intanto le ore, su quel lettino, passano.
Se tu sei contraria alla donazione di organi dovresti fare il testamento biologico. Decidere quello che vorresti per te stessa.

Erika ha detto...

Però c'è una contraddizione nel tuo ragionamento, da una parte dici "la scienza nemmeno sa bene come funzionino alcune aree del cervello" e dall' altra asserisci " ci sono casi di morte certa " e "al cervello basta pochissimo per poter essere danneggiato in maniera irreparabile".... non mi torna.

Rita ha detto...

Ci saranno casi in cui effettivamente avviene la morte cerebrale, no? Sennò uno allora non morirebbe mai.
Dico che magari il confine è sottile, tra fase di non-ritorno e fase in cui invece ancora potrebbe esserci una riattivazione di energia.
Non è che uno può avere idee chiare e precise su tutto.
Anche a me ci sono tante cose che non mi tornano, poi magari un giorno finiranno per tornarmi, oppure no. La contraddizione è implicita in molti ragionamenti, altrimenti non sarebbero ragionamenti, ma dogmi di fede. Cosa dalla quale mi tengo ben a distanza (dai dogmi, intendo).
Io non ho tutte le risposte su questioni così delicate, posso solo sperare - nel momento in cui dovessero capitarmi (e spero vivamente che non accada mai) - di riuscire a compiere la scelta che reputo migliore in quel momento, analizzando caso per caso, singolo fattore per singolo fattore.

Erika ha detto...

se non hai idee precise sull' argomento non capisco come puoi avere un' idea precisa su quella che viene chiamata morte cerebrale.
Per me la morte c'è quando non batte più il cuore e non c'è più respiro e quando tutto il corpo è morto, il criterio di morte cerebrale non lo condivido minimamente proprio perchè ho letto moltissimo sull' argomento e so che una persona dichiarata morta cerebrale conserva ancora delle funzioni cerebrali, quindi come si può vedere la morte cerebrale è una definizione.
Non me ne frega nulla se una persona ha bisogno di un organo se questo significa espiantare una persona il cui corpo e il cui cervello hanno ancora delle funzioni. Ti consiglio vivamente di leggere il sito antipredazione.org in tutte le sue parti.

Erika ha detto...

Ho letto la testimonianza toccante della signora Silvana Mondo che si è pentita amaramente di aver acconsentito all' espianto di suo figlio Paolo e tante altre testimonianze di genitori disperati di avere acconsentito all' espianto dei figli sul sito dell' associazione tedesca Kao ( http://www.initiative-kao.de/ ).

Erika ha detto...

Purtroppo su questo argomento il silenzio dei mass media è pressochè totale, ma di cosa meravigliarsi? Del resto è pressochè totale anche il silenzio su quello che avviene nei mattatoi o su quanti poveri feti vengono abortiti, qualcuno si pone la domanda se soffrono?
Io, sempre dalla parte degli ultimi.

marco dalissimo ha detto...

Carissima, ma l'anima non sarebbe quel flusso costante d'aria che passando per il naso tiene in piedi questa meravigliosa macchina /corpo e che al momento della nostra morte semplicemente smetterà di attraversarci ? Smetteranno quindi anche le idee dei preti e di coloro che vantano sfacciatamente di avere una fede che li pone al centro Della Natura Terreste : Struggente e carico di dolore il brano tratto dal romanzo " La pelle" , brano che potrebbe ribaltare anche le mie idee atee; la descrizione di quei corpicini spaccati e senza voce mi ha fatto pensare che Dio potrebbe manifestarsi per la pietà e la tenerezza che incutono . Bellissimo tutto il blog, complimenti sei bravissima, e grazie , leggerò La Pelle al più presto , spero di rivederti quanto prima , Marco

Rita ha detto...

@ Marco

Carissimo, finalmente leggo un tuo commento, mi fa proprio tanto tanto piacere.

Tanto verrà quel giorno in cui anche i preti ed accoliti vari delle varie chiese si dovranno confrontare con qualcosa di diverso della verità che vanno tanto predicando, qualcosa di meno pretenzioso e di molto molto più semplice.

Ecco, se dio esiste, è più facile scorgerlo negli occhi di un cane bastonato che non nella supponenza di un vescovo.

Ho iniziato a leggere il tuo romanzo e devo dire che hai una forza visionaria ed una capacità di renderla a parole che ha dell'incredibile.
Le immagini che descrivi arrivano dritte al cuore. E mi piace l'atmosfera, l'idea in generale, la descrizione di Roma.
Sono solo agli inizi, ma lo sto apprezzando molto.
Poi ti dirò a lettura ultimata.
Un abbraccio e a prestissimo allora. Domani?

marco dalissimo ha detto...

Mia cara, sono davvero felice che il mio romanzo possa piacerti; zeppo di errori e indecisioni che non ho potuto correggere come volevo , colpa della sorpresa di un esito talmente felice come la pubblicazione stessa... mi piacerebbe parlarti davanti ad un bicchiere di vino bianco, e per me domani sera va benissimo, se stanotte non continua a nevicare ..a domani Biancaneve !

Rita ha detto...

Un bicchiere di vino... rosso! :-)

In questo momento sta nevicando alla grande, sentiamoci ad ogni modo domani.
'notte.

Bella la neve, per Biancaneve! :-)

P.S.: interviene nella discussione G.C., affermando - sul vino bianco o rosso: Francia o Spagna, basta che se magna!

Giorgio Alessandrini ha detto...

La cultura antropocentrica di derivazione aristotelica di cui è intrisa la chiesa,(Sant'Agostino e San Tommaso hanno poi completato l'opera), fa si che oggi si assista al massacro animale come a qualcosa di naturale, di decretato e dunque legittimato da Dio.
Mi auguro che al più presto la Bibbia trovi posto negli scaffali delle librerie dove ben figurerebbe: la sezione "Fantascienza"

Rita ha detto...

Me lo auguro anche io.
La Bibbia: una saga fantasy. :-D