Domenica notte - è già Ferragosto - di ritorno da una serata trascorsa con amici, io e il mio compagno scorgiamo qualcosa di scuro ai lati di una nota strada di Roma, precisamente la Cristoforo Colombo, strada ad altissimo tasso di scorrimento e di velocità, specialmente la notte, che attraversa e collega diversi quartieri, arrivando fino al mare.
Dovete sapere che quando andiamo in macchina io e lui cerchiamo sempre di fare molta attenzione nel caso dovessimo avvistare qualche animale ferito, smarrito, abbandonato o comunque in difficoltà (come spesso accade, specialmente in estate), e quando notiamo una “forma” sospetta che potrebbe far pensare ad un animale, torniamo indietro a controllare; lo so, detto così ha tutta l’aria di un atteggiamento un po’ paranoico - e probabilmente lo sarà pure - ma poiché in passato ci è effettivamente capitato di trovare animali feriti, di soccorrerli e di poterli così salvare, ci sembra il minimo che si possa fare: verificare non costa nulla, al massimo si perde qualche secondo della propria vita, il che - inserito nella prospettiva di poterne forse salvarne un’altra - è davvero il minimo.
Insomma, l’altra notte, non appena la strada lo consente, invertiamo la rotta di marcia per tornare indietro a controllare questa “forma” sospetta sul ciglio della strada; facciamo pochi metri quando improvvisamente siamo costretti a frenare bruscamente (e meno male che non avevano macchine dietro di noi); a Roma dicesi pure “’n’inchiodata da paura”: un piccolo gattino stava pericolosamente cercando di attraversa la strada (la Cristoforo Colombo!) e poco ci è mancato che non finisse sotto la nostra auto. Scendiamo di corsa e ci avviciniamo: è un micino delizioso, avrà circa un paio di mesi, miagola, certamente per la fame, è infatti molto magro, e non appena tendo la mano si avvicina; non ho alcuna difficoltà a prenderlo, anzi, sembra contento di vederci. Fortunatamente nel portabagagli dell’auto teniamo sempre un trasportino per gatti proprio per queste emergenze (!), e così lo mettiamo dentro. Si calma ed inizia a fare le fusa, a strusciarsi contro la mia mano, sembra in buona salute: occhietti vispi e puliti, pelo lucido, apparentemente senza parassiti, solo un po’ magrolino in effetti. Ovviamente ci accertiamo ben bene che non ci siano altri gattini (probabili fratelli, o la madre, anche se il gattino in effetti è troppo grande per prendere ancora il latte dalla madre, un po’ d’esperienza di gatti ce l’ho e capisco che è un cucciolo già svezzato). Niente. C’è solo lui (il mio compagno sarebbe poi tornato anche il giorno dopo nel medesimo luogo per controllare ancora una volta: niente).
Questo delizioso micino, prontamente chiamato Agostino II (in onore di un omonimo gatto del mio passato), ora è il nuovo arrivato in casa. Socievolissimo, anzi, direi che non ho mai visto un gattino raccolto dalla strada così tanto socievole. Sanissimo, o almeno così sembra, mangia come un piccolo leone, mi guarda con occhioni dorati adoranti e sta tutto il giorno a fare le fusa, a “danzare” (chiunque abbia un gatto sa cosa intendo) sulle mie gambe, a giocare con qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Insomma, un amore di gattino :-). Facile immaginare quanto mi abbia già conquistata. Mi sono innamorata pazzamente di lui, e sembro anche essere pienamente corrisposta.
Secondo me è stato abbandonato, se fosse stato un randagino avrebbe avuto il pelo più rovinato, sicuramente parassiti, e sarebbe stato certamente più forastico. La cosa che più mi dà da pensare infatti è che sembra molto abituato agli esseri umani (va in braccio a tutti, socievolissimo, ieri l’ho fatto vedere anche ad amici), e non ha avuto alcuna difficoltà ad abituarsi alla casa; solitamente quando si porta un gattino appena trovato, dentro una casa, questi tende a nascondersi sotto i divani, i mobili in genere, dietro le tende ecc., mentre Agostino, si è messo a passeggiare come niente fosse, per niente spaventato, per poi salire con nonchalance sul divano e mettersi a riposare. Sembra che conosca l’ambiente, o che comunque lo ri-conosca per ambiente familiare.
Questo mi fa pensare che sia un gattino che abbia già vissuto in famiglia e che poi sia stato crudelmente abbandonato (in fondo non sarebbe la prima volta che capita nella notte di ferragosto, come ho già avuto modo di raccontare qui, anche un altro micino, il primo arrivato in casa, è stato trovato sei anni fa nella medesima data) o che sia scappato da una casa. Comunque nei paraggi del luogo preciso in cui l’abbiamo trovato non c’erano abitazioni ed ho controllato (anche su internet) se ci fosse qualche annuncio di gattino smarrito nella medesima zona. Niente.
Agostino è pieno di gioia di vivere. Dolce ed affettuoso come raramente ho visto essere altri gatti. Mi guarda con occhi adoranti e mi riempie di fusa e di bacini. Vispo, giocherellone, simpaticissimo e bellissimo.
Un dono inatteso. Entrato nella nostra vita proprio per puro caso. Si è trattato infatti di un attimo. Quell’attimo preciso in cui abbiamo deciso di tornare indietro perché avevamo avvistato “qualcosa” sul ciglio della strada; “qualcosa” che poi, dopo aver soccorso Agostino - ché non si creda ce ne fossimo dimenticati - siamo andati effettivamente a controllare e infine si è rivelato essere solo un sacco della spazzatura; pieno di sola spazzatura. E allora non posso fare a meno di pensare che se avessimo tirato via, se la nostra puntigliosità (a detta di alcuni “paranoia”) non ci avesse fatto decidere di invertire la rotta di marcia, non avremmo mai nemmeno potuto notare quel piccolo esserino che stava attraversando una strada trafficatissima e che, molto sicuramente, avrebbe fatto una brutta fine di lì a pochi secondi, anche perché, affamatissimo com’era, avrebbe continuato a girare e ad attraversare in cerca di cibo.
Ecco, quella “cosa” sul ciglio della strada non era nulla, solo un sacco pieno di spazzatura, ma è stato il tramite che ci ha condotto ad Agostino e che ha fatto incrociare le nostre esistenze.
C’è stato un tempo in cui tutto ciò l’avrei chiamato “destino” ed avrei cercato di interpretarlo secondo un disegno di predeterminazione (“era destino che quella sera andassi a cena con quegli amici e che poi tornassi a casa a quella precisa ora perchè in quel preciso momento... ”) e di dargli un senso ulteriore; oggi, che ho uno spirito molto più disilluso, scettico e razionale, ma anche ed ancora disposto ad accogliere il meraviglioso dico semplicemente che infinite sono le possibilità attraverso le quali la realtà si esplica e si manifesta, come evento, attraverso l’inesauribile procedere di contorti ed aggrovigliati meccanismi; infinite sono le probabilità che dal prosaico quotidiano si sprigioni infine e finanche la meraviglia. In fondo, il meraviglioso, quel senso che tutti andiamo affannosamente cercando, cos’altro è se non una maniera “altra”, di scorgere e di osservare la realtà?
Un sacco della spazzatura può, a volte, non essere solo quello. Anche un sacco della spazzatura può portarci l’inaspettato e la meraviglia.
“Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati” scriveva Calvino in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”...
P.S.: Agostino poi si è scoperto essere una femminuccia, quindi AgostinA. :-)
12 commenti:
Bel gattino, sono contento che abbia trovato una nuova casa. Poco tempo fa capitò a me e ad altri amici di imbatterci in una gattina, che per strada si avvicinava agli umani, cosa insolita per una gatta randagia. Non solo si avvicinava, ma si strusciava su chi l'accarezzava, poi faceva le fusa, ecc.; insomma, era abituata a dare confidenza alle persone, e si capiva che non doveva essere cresciuta in strada.
Avevamo anzi timore che, fiduciosa com'era, potesse capitarle qualche brutta avventura, vivendo per strada.
Però quando un'amica decise di portarla a casa, la gattina sembrò intristirsi, e dopo aver fatto un giro per le stanze, si affacciò al balcone, scoprendo che la strada era parecchi metri più in basso, quindi pericolosa da raggiungere.
Allora, sconsolata, si è piazzata vicino alla porta d'ingresso dell'appartamento, non muovendosi più di lì, e per un giorno ha rifiutato il cibo. La mia amica era seriamente preoccupata, però ha individuato la soluzione: si è rivolta a un altro amico che disponeva di un giardino, già felicemente abitato da altri gatti. Portata lì, la trovatella ha ritrovato la gioia di vivere, ha ripreso a mangiare e a vagare contenta, con un giardino e nuovi compagni tutti per sé.
Insomma, questa ed altre esperienze, come la tua (ma altre potrei raccontarne anch'io...), mi dicono che anche i gatti hanno un vissuto e una loro "personalità"; non hanno tutti le stesse abitudini, disposizioni, ecc.; e sono fortunati quando trovano un ambiente che fa per loro.
Poi, sono d'accordo con le tue riflessioni finali riguardo al "meraviglioso": una maniera aperta, non "ottusa" (ma neppure ingenua) di osservare la realtà. D'altra parte il meraviglioso aiuta molto i bambini a impadronirsi della conoscenza e della realtà; e quella "sapienza" volendo si può sempre richiamare in noi. Spesso la scacciamo per fare posto al cinismo, che molti confondono col realismo, oppure col fideismo, che secondo me è solo una malriuscita caricatura del meraviglioso.
Scusami, piccolo errata-corrige:
"Spesso la scacciamo per fare posto al cinismo, che molti confondono col realismo, oppure *col* fideismo..." (ecc.): volevo invece scrivere "...oppure [per fare posto] *al* fideismo..." (ecc.).
L'amore per i gatti prima di tutto!...
E' stupendo...assomiglia al "mio" Filippo!
@ Ivaneuscar
E' verissimo. Ogni gatto ha un suo preciso carattere, preferenze, abitudini ecc.; Agostino, questo nuovo arrivato, sembra proprio trovarsi bene a casa, si sta dimostrando anche molto socievole con gli altri gatti e con il cane.
Invece, per farti un altro esempio, sotto casa c'è una gattina a cui porto sempre da mangiare (un'adozione a distanza, dico io), che è nata e vissuta nel quartiere. Lei mi è molto affezionata, ogni giorno la trovo ad aspettarmi, contenta di vedermi, e più volte mi ha seguita nelle scale, lasciando intendere che volesse entrare; così ogni tanto provo a farla entrare, ma non appena chiudo la porta diventa subito insofferente, allora la riapro e lei esce immediatamente.
Essendo nata e vissuta in strada non sopporterebbe di stare rinchiusa. Ed è giusto così. Giusto d'inverno a volte ha fatto capire che si sarebbe volentieri trattenuta.
Magari, sto pensando, quando diventerà più vecchietta (ora avrà una decina di anni, che per un randagio non sono pochi), proverò a farla dormire in casa, almeno d'inverno appunto, per poi lasciarla uscire durante il giorno; se vorrà, ovviamente, spesso quando invecchiano sentono questa esigenza di stare in un luogo più sicuro e caldo.
Evidentemente lei è come la gattina che avevate trovato voi. Amano vivere all'aperto.
Interessante la tua riflessione sul "meraviglioso" che da adulti verrebbe sostituito con il "fideismo". Ottima osservazione.
Penso infatti che questo "sentimento", così come quello del "fantastico", sia quasi un bisogno dell'essere umano, come dire, una necessità atavica, una sorta di sospensione dal reale che però, allo stesso tempo, aiuti a comprenderlo meglio.
E, quando poi crescendo viene liquidato come fardello inutile e sciocco, ecco che si cerca una sostituzione che sia però più legittimata socialmente o validificata istituzionalmente (come le religioni).
Invece il "meraviglioso" non ha alcun legame con il sovrannaturale, è solo una maniera diversa, uno sguardo inedito sul reale. E, soprattutto, non pretende di "spiegarlo", il reale, ma di mostrarlo in tutte le sue sfumature. Di ampliarne la visione.
@ De Spin
Sì, è stupendo, ma quale animale non lo è? :-)
Dai una carezzina da parte mia al "tuo" Filippo.
Ma allora è femmina!!!
Sì :-)
Infatti in giornata penso che aggiornerò il blog con quest'ultima rivelazione ;-)
Non capisco come abbia fatto a sbagliarmi, a me sembrava proprio un maschietto; è che quando sono piccoli si capisce poco :-D
Ciao Rita, se conoscessi qualcuno a cui potesse interessare, fammi sapere!
http://www.facebook.com/#!/event.php?eid=161111180639506
Ciao Alessia,
non posso accedere al link su FB perché non ho l'account.
Di cosa si tratta?
Di una gattina che ha trovato una mia amica sotto una ruota di una macchina in cerca di qualcuno che se ne prendesse cura.
Ma è riuscita a trovare una casa!
Ah, bene allora!
Gattina fortunata anche questa, come la "mia" Agostina.
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